Le Stolpersteine a Doberdò, il ricordo di chi non tornò dal raid nel '44

Deposte quattro pietre d'inciampo, il racconto delle persone catturate nel 1944 e mai più tornate.

"La memoria non è una parola vuota. Essa mantiene vivo il ricordo in ognuno di noi per ricordarsi di eventi e persone". Con queste significative parole del primo cittadino Fabio Vizintin, anche a Doberdò del Lago è stata celebrata la Giornata della Memoria. La posa di quattro Stolpersteine, le pietre d'inciampo, è avvenuta per la quinta edizione anche nel piccolo comune carsico, dove si è fatta memoria dei testimoni deportati dai tedeschi nel rastrellamento avvenuto in paese nel 1944.

Stanko Devetak, Mario Lavrencic, Oton Jarc e Andrej Mokole sono i testimoni commemorati nella cerimonia pubblica perchè il loro esempio possa far sì che nessuno ripeta atti atroci come quelli visti durante il nazifascismo. Per fortuna, la memoria è viva in parenti e amici. È il caso, per esempio, dei nipoti di Mario Lavrencic - morto a Buchenwald - che davanti l'abitazione di via Gorizia 2 hanno visto la posa della piastra in calcestruzzo, incastonato sul marciapiede comunale a perenne memoria del loro caro.

Maria, Marisa, Giuliana, Adriana e Franco hanno raccontato con commozione la deportazione di Mario che, assieme ad altri, fu portato davanti la chiesa parrocchiale per "partire" alla volta di Gorizia, fino alla stazione ferroviaria. Da lì sono stati suddivisi in gruppi, per giungere nei campi di morte e sofferenza. La manifestazione è stata organizzata da Aned, Anpi e l'associazione SKD Hrast. Non cancellare quindi il dolore di tutti e in particolare delle famiglie di queste vittime, è stato il più bel segno per tenere in vita questi testimoni della storia.

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