Stefano Bollani e Roberto Gatto raccontano la residenza artistica a Gorizia

Stefano Bollani e Roberto Gatto raccontano la residenza artistica a Gorizia

IL PROGETTO

Stefano Bollani e Roberto Gatto raccontano la residenza artistica a Gorizia

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 16 Feb 2025
Copertina per Stefano Bollani e Roberto Gatto raccontano la residenza artistica a Gorizia

I due musicisti, fra i protagonisti della Bollani All Stars Band, hanno svelato i dietro le quinte del progetto di euritmica 'Ponte a NordEst' in un incontro con il pubblico.

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Un incontro con pubblico, stampa, appassionati di musica e semplici curiosi. Perché Stefano Bollani è un nome di assoluto richiamo così come l’idea, partita da Giancarlo Velliscig di Euritmica, di riunire dieci maestri del jazz italiano per un progetto che potrebbe, fra il serio e il faceto, trasformarsi in un’orchestra spettacolo. E uno spettacolo di amicizia, condivisione, affiatamento è ciò in cui si è trasformato l’incontro di oggi pomeriggio al teatro Bratuž, con protagonisti Stefano Bollani e Roberto Gatto.

I due musicisti (assente dell’ultimo minuto Ares Tavolazzi) incalzati dalle domande e dalle battute da Velliscig, direttore artistico di Ponte a NordEst, hanno parlato dell’esperienza della residenza artistica che li ha portati a Gorizia dal 13 febbraio a oggi, sabato 16, con l’obiettivo di comporre le musiche che verranno presentate domani sera in un atteso concerto al Politeama Rossetti di Trieste. «Vorrei che parlaste di questi giorni di lavoro e di come vi siete trovati qui», incalza Velliscig. «Hai detto giorni di lavoro, ma noi tutti suoniamo per non lavorare» ha risposto di rimando Bollani, idealmente il direttore della Bollani All Stars Band, un “tentetto” che comprende, oltre ai due musicisti presenti all’incontro, Enrico Rava, Paolo Fresu, Daniele Sepe, Antonello Salis, Ares Tavolazzi e i tre talentuosi giovani Frida, Matteo Mancuso e Christian Mascetta.

Come ha spiegato successivamente Bollani, le musiche composte riprendono melodie tradizionali di diversi Paesi («Sono irriconoscibili, ma tanto non conoscete neanch gli originali»), per creare un ponte geografico effettivo che va a sovrapporsi a quello temporale proprio per lo sguardo al passato delle varie tradizioni, mentre un ponte ulteriore è quello che unisce generazioni diverse, con Rava che ha 85 anni pronto a esibirsi al fianco di Frida Bollani che di anni ne ha 21. «Abbiamo scoperto di avere voglia di sperimentare e di essere affiatati per cui chissà – dice Bollani accompagnando le parole con un’amichevole gomitata a Velliscig - magari diventiamo un’orchestra spettacolo. In realtà – aggiunge subito dopo – vista la caratura degli artisti coinvolti, è una questione di soldi».

Che la permanenza goriziana sia stata un’esperienza positiva emerge anche nelle parole di Gatto, presente anche nelle foto in bianco e nero che circondano il tavolo, scattate negli anni Novanta da Pierluigi Bumbaca in occasione di un’edizione di “Incontri jazz”, precedente creatura di Velliscig. «Non solo mi sono divertito ma dal lato umano è stata l’occasione per ritrovare vecchi amici e trovarne di nuovi nei giovani musicisti. L’idea di passare questo tempo insieme poi ha messo in luce altre cose: oggi ci siamo cimentati in cucina, si gioca a scacchi, si fanno passeggiate. Nel concerto succederanno poi tante ose perché ognuno farà cose diverse».

Velliscig invita entrambi a parlare del panorama della musica jazz, quali prospettive ci siano per il futuro soprattutto in questi tempi incerti ma «La musica va avanti sempre e comunque, anzi, essendo il jazz un genere nato nel disagio, ci sguazza. I jazzisti sono sempre pochi, perché è impegnativo – afferma Bollani – perché devi suonare ascoltando gli altri, aprirti all’improvvisazione e quindi ascoltarsi reciprocamente che, per me, è l’emblema della società ideale». E poi l’impatto con Gorizia, dove entrambi i musicisti sono già stati insieme al Verdi per un progetto su musiche di Bernstein.

«Sono contento di essere stato qui a lungo, prima di tutto perché abbiamo mangiato molto: abbiamo tenuto in piedi l’economia della città» scherza Bollani. «Devo dire che Gorizia non me la ricordavo così, quando si suona si è sempre di corsa. In questi giorni invece ho passeggiato, ho conosciuto una città bella dal punto di vista architettonico, con poca gente e per chi viene da Roma come me questa dimensione pacata mi ha fato una bella impressione» incalza Gatto. E tuttavia, aggiunge Bollani prima di fermarsi per autografi e due parole con i fan, «la prossima volta dobbiamo fermarci un mese, perché dovevamo fare le prove e non abbiamo avuto sufficiente tempo per vederla». 

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