la proposta
La stazione di Terzo abbandonata, diventi un museo della memoria di tutti

Ferruccio Tassin lancia l'idea: recuperare l'area dismessa, per ricordare italiani e austro-ungarici.
Premetto: non sono nessuno. Però, una proposta ce l’avrei. Parliamo del Milite Ignoto e delle iniziative per onorarlo. Anniversari… ma, per l’onore di chi se lo meriti, gli “anniversari” dovrebbero essere annuali, anzi, quotidiani! Noto a tutti il Milite Ignoto, almeno spero. Da Aquileia partì e a Roma, altare della patria, arrivò. Speriamo che sia un simbolo e non solo uno che Nazione o Stato rappresenta. Non fosse così, che cosa potrebbero dire, se potessero parlare, i nostri italiani del Litorale, italiani per nazione e austro-ungarici per stato? Arcidimenticati.
In un viaggio di qualche anno fa nel centro Europa, tricolori vidi, mai però italiani. Erano ungheresi. Dimenticati: i nostri Italiani sono ancora dimenticati, ancora peggio, dalla nuova patria mai ricordati. E allora? Allora ricordiamoli e ricordiamoli in maniera costruttiva e con orizzonti futuri. L’uomo è nato non uccidente: perfino Caino fu segnato in fronte affinché nessuno ammazzasse nemmeno lui. Mettiamoci su questa strada. I Romani pontificavano un “si vis pacem, para bellum”. Cerchiamo di metterci sulla sponda opposta: “si vis pacem, para pacem”, se vuoi la pace, prepara, attrezzati per la pace.
A Terzo di Aquileia, c’è la stazione sulla ferrovia Cervignano-Belvedere, che un tempo portava i turisti del Centroeuropa a Grado. Molto bella, dal punto di vista architettonico e ormai crollante. È stata la prima stazione toccata dal convoglio che portò a Roma il milite ignoto, allora percepito dalla gente come vittima emblematica e non come armamentario per glorie belliche e nazionalistiche: sappiamo, conosciamo il porto a cui approdarono… Allora, poniamoci un traguardo piccolo, almeno per noi di qui, ma per nulla localistico e provinciale.
Restauriamo questo bell’edificio e mettiamoci dentro alcune stanze della memoria. Ma non trincee, decorazioni, bollettini di guerra, ma alcune persone che di pace parlarono e per la pace si spesero. Ovviamente anche il Milite Ignoto. Ce ne sono tante, anche se non tantissime, altrimenti perché scoppiò quella guerra spaventosa? Uno di qua e uno di là, per stato e per posizione politica. Italico, don Giovanni Schiff, di Porpetto, che sempre operò per la pace e contro la rettorica della guerra.
Austro-ungarico, ma cittadino del mondo come si sentiva, Rodolfo Del Mestri di Visco che, per la sua coerenza contro la guerra, provò carcere austriaco a Lubiana e confino italico in Sicilia. Il primo, ovviamente era cattolico, il secondo socialista, poi comunista (aveva Lenin scolpito nel manico del bastone e lavorò solo per chiese…). Contro la guerra Pre Zaneto, contro la guerra Rodolfo del Mestri: i socialisti della Contea di Gorizia e Gradisca, da noi, furono unici per la pace nel conflitto mondiale.
C’è materiale per allestire una stanza per ciascuno nella stazione eventualmente recuperata, e ci sono foto testimonianze materiali e scritti per ambedue. Progetto riduttivo, rispetto a quello di cittadinanze senza senso e tronfia rettorica? Può darsi, ma sarebbero testimonianze che restano e insegnano. Non andrà in porto l’idea? Allora gonfiamoci di parole, di idee di gregge cui nessuno ha il coraggio di dire di no, maciniamo parole, aria che va e si disperde…
Nella foto: la crollante stazione di Terzo: non tragga in inganno la scritta, l'edificio fu ribattezzato per le esigenze durante la realizzazione di un film. A destra: don Giovanni Schiff (Pre Zaneto) e lo scultore Rodolfo Del Mestri.
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