la riflessione
«Ci state bruciando il futuro e fate finta che non sia colpa vostra»

I giovani chiedono soluzioni, partendo dal clima. Nuovo sciopero atteso il 23 settembre.
Da qualche settimana, anche la nostra terra sta bruciando. Abbiamo visto le nostre amate colline del Carso andare a fuoco, mettendo a rischio le case del territorio e, metaforicamente, stanno bruciando il futuro della nostra generazione e quelle che ancora devono nascere, forse neanche troppo metaforicamente.
Ma cosa c’entrano gli incendi con la crisi climatica? E cosa c’è dietro questi incendi? Spoiler: un cocktail esplosivo! Ma prima un attimo di contesto: secondo le stime più recenti sono bruciati 200mila m3 di vegetazione, in alcune zone le persone hanno dovuto abbandonare le loro case e le emissioni di PM10, pericolosissimo per la nostra salute e i cui limiti sono fissati per legge a 50, hanno sfiorato i 1.400, rendendo l’aria di fatto irrespirabile.
Alcuni incendi, secondo l’Ansa, sarebbero dovuti a delle scintille causate dal passaggio dei treni, e questo cosa significa? Che è quasi impossibile eliminare tutti gli inneschi e che la prevenzione, quindi la nostra politica, deve concentrarsi soprattutto su altri due fattori (e non sempre a cercare chi ha appiccato l’incendio), ossia: il clima, che col caldo e il secco accelera e intensifica le fiamme, e infine la bonifica della vegetazione.
Così come in Toscana, dove hanno dovuto lottare con numerosi incendi, anche sul Carso la vegetazione negli ultimi anni ha riconquistato moltissimi spazi a causa dell’abbandono dei pascoli e delle coltivazioni collinari. Tra il 2005 e il 2015 le foreste sono aumentate spontaneamente di 8mila ettari, secondo dati dell’Inventario forestale nazionale. E voi ora direte: "Be', non è una cosa buona?"
In teoria sì, ma in questo caso la combinazione tra l’espansione del bosco (ricordiamo evento positivo in generale) combinata con la crisi climatica e la siccità crea un cocktail esplosivo, con grandi quantità di vegetazione secca pronte a prendere fuoco. Ma quali sono le soluzioni?
Su piccola scala possiamo (nel senso la politica e chi ci governa) pianificare nel dettaglio interventi di prevenzione forestale; utilizzare modelli matematici per capire dove si espanderà il fuoco, anche se la soluzione principale sarebbe quella di non fare accendere i fuochi; infine, curare la vegetazione e ridurre la componente arbustiva. Su larga scala, invece, possiamo investire più risorse nel progettare questa prevenzione e nel formare il personale che la deve portare avanti.
Ma noi cittadini preoccupati cosa possiamo fare? A differenza di quello che ci vogliono far credere possiamo ancora fare qualcosa, e non ve lo diciamo noi ma gli scienziati. Ma cosa? Scendere per le strade di Gorizia il 23 settembre per lo Sciopero mondiale per il clima e chiedere giustizia climatica e sociale, per noi, per i vostri figli, per i vostri nipoti, per le persone che ancora devono nascere.
E poi ci sono azioni impattanti che possiamo fare tutti i giorni. Continuare a informarci e informare sulla crisi climatica e sui suoi effetti, prediligere un consumo quantomeno etico, diminuire o azzerare il consumo di carne e pesce ed infine non comprare dai negozi fast fashion. Queste sono solo alcune delle azioni che possiamo fare. Ma la cosa più importante che possiamo fare è pressione politica, perché citando una canzone "power to the people, because the people got the power".
Sofia Di Franco, 18 anni e Anna Postorino, 23 anni, attiviste di Fridays For Future Gorizia, un movimento intersezionale che esige giustizia climatica e sociale, lotta affinché si rimanga sotto l'1.5ºC di aumento di temperatura media. Foto di archivio.
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