Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia sotto esame per presunto frazionamento di incarichi

Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia sotto esame per presunto frazionamento di incarichi

L'ESPOSTO

Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia sotto esame per presunto frazionamento di incarichi

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 12 Ott 2024
Copertina per Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia sotto esame per presunto frazionamento di incarichi

Nel mirino dell'Anac è finita una presunta duplicazione e frazionamento dei servizi. Secondo l'autorità la progettazione dovrebbe essere affidata a un unico soggetto.

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Al centro dell'attenzione un presunto caso di frazionamento degli incarichi per i servizi tecnici relativi agli interventi di riduzione della vulnerabilità sismica e di restauro della Basilica e del Campanile di Aquileia. Secondo quanto segnalato in un esposto acquisito con protocollo n. 24888 del 4 aprile 2022, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio del Friuli-Venezia Giulia avrebbe affidato in maniera diretta, a due diversi soggetti, servizi tecnici pressoché simili, sollevando dubbi su una possibile duplicazione e frazionamento dell’appalto.

Nel dettaglio, con determina n. 171 del 29 dicembre 2021, è stato assegnato a un ignegnere l’incarico per la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva degli interventi per un valore di 138.588,50 euro, mentre con determina n. 173, sempre dello stesso giorno, un altro incarico è stato affidato a uno studio associato, per un importo di 138.020,02 euro. Entrambi gli incarichi rientravano sotto la soglia dei 139mila euro, limite entro il quale è possibile procedere con affidamenti diretti, come previsto dal Decreto Semplificazioni (art. 1, co. 2, lett. a, del d.l. n. 76/2020).

La questione ha suscitato l'intervento dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), che con una nota del 13 aprile 2022 ha richiesto chiarimenti in merito alla presunta duplicazione e frazionamento dei servizi. La Soprintendenza ha risposto sostenendo che i due incarichi riguardano attività differenti e complementari, necessarie a garantire un approccio multidisciplinare per la complessità degli interventi.

Secondo l'ente, l'architetto e l'ingegnere svolgono funzioni distinte, rispettivamente per le analisi storiche e costruttive e per i modelli di calcolo sismico, con una divisione che permette di valorizzare i diversi ambiti professionali. Tuttavia, l'ANAC ha messo in dubbio questa giustificazione, richiamando il principio secondo cui la progettazione dovrebbe essere preferibilmente affidata a un unico soggetto per garantire l'omogeneità e la coerenza degli esiti progettuali. Inoltre, ha sottolineato che il frazionamento degli incarichi non può essere utilizzato come espediente per evitare le procedure di gara ordinaria, che sarebbero state richieste per un importo complessivo superiore alla soglia europea.

La Soprintendenza, nel tentativo di difendere la propria decisione, ha rimarcato l'importanza di un approccio integrato e multidisciplinare per un progetto di tale complessità, come quello riguardante la Basilica di Aquileia, giustificando la scelta di suddividere gli incarichi tra figure professionali con competenze non sovrapponibili. Tuttavia, rimane aperta la questione sulla legittimità di tale frazionamento, con l’ANAC che richiama la necessità di una stima unitaria e trasparente degli incarichi tecnici, per garantire il rispetto delle norme in materia di contratti pubblici.

È, dunque, con una nota del presidente, Giuseppe Busia, che l’Anac sottolinea come «nel caso di specie il cumulo degli importi dei vari incarichi avrebbe determinato il superamento della soglia di affidamento diretto, con possibile elusione della soglia di rilevanza europea» e invita «nei riguardi della stazione appaltante ad un maggior rigore dell’applicazione della normativa di settore e a voler tener conto, anche per il futuro, di quanto specificatamente dedotto e rilevato nella presente comunicazione».

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