Slovenia sotto il fango, partono gli aiuti: ecco come fare a Nova Gorica

Slovenia sotto il fango, partono gli aiuti: ecco come fare a Nova Gorica

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Slovenia sotto il fango, partono gli aiuti: ecco come fare a Nova Gorica

Di Teresa Vinzi • Pubblicato il 09 Ago 2023
Copertina per Slovenia sotto il fango, partono gli aiuti: ecco come fare a Nova Gorica

Partita la raccolta di beni e fondi a sostegno delle popolazioni colpite, ecco cosa si può portare e dove. Il racconto in mezzo al fango da Domžale.

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L’alluvione che ha colpito la Slovenia e soprattutto il bacino della Sava negli ultimi giorni ha avuto conseguenze disastrose: si contano diversi morti e si stimano oltre 500 milioni di euro di danni. I temporali che si sono conclusi nel fine settimana, hanno colpito territori di Medvode, Kamnik, Velika Planina, Idrija, Škofja Loka, Prevalje, Mežica, Jesenice e Pomurje che ancora restano inaccessibili così come sono inaccessibili strade e tratte ferroviarie. Per questo è scattata la corsa agli aiuti, come a Nova Gorica e in Italia.

In questo momento particolarmente critico molte associazioni no-profit stanno dimostrando il loro sostegno e aiuto. Humanitarno društvo Kid, insieme alla fondazione Pathuma, ogni giorno dalle 8 fino alle 17 del pomeriggio ritira prodotti che singoli, aziende, asili, autorità locali, componenti della minoranza, italiani e ucraini stanno portando alla sede di Nova Gorica (ulica Gradnikove brigade 9). Ogni giorno i materiali raccolti riempiono due camion che si dirigono, con i vigili del fuoco, nelle zone colpite. In questo momento la popolazione necessita soprattutto di generi alimentari a lunga conservazione, kit di pronto soccorso, prodotti per l'igiene, cibo per animali e prodotti per la pulizia incluse scope, carriole, guanti e secchi.

In alternativa si può considerare la donazione alla Croce rossa Slovena. Gli sloveni in Italia volendo offrire sostegno ai connazionali oltreconfine hanno concepito una campagna di solidarietà chiamata Aiuti alla Slovenia. Presso la Zkb Credito Cooperativo di Trieste e Gorizia è disponibile un conto corrente che l’associazione Skgz insieme alla Sso invitano a sostenere. I fondi raccolti verranno devoluti a sostegno delle aree colpite dall’alluvione in particolare alla Protezione civile della repubblica di Slovenia.

Nella giornata di ieri, mercoledì 8 agosto, il ministro per le risorse naturali e il territorio Uroš Brežan -insieme alla segretaria di stato Mateja Skočirja e alla direttrice delle acque Neža Kodre- si è recato nella Valle della Sava per esaminare le conseguenze del maltempo. Dopo aver ringraziato la comunità locale, i vigili del fuoco, il personale della protezione civile, l’esercito e l’amministrazione della protezione e del soccorso, ha aggiunto: “La Valle della Sava è una delle zone più colpite della Slovenia. Quello che è accaduto è davvero una catastrofe. Sono sul posto con la mia squadra, con i miei colleghi che stanno preparando le misure di recupero dal punto di vista della sicurezza contro le inondazioni".

"Saranno fatti anche dei piani per il futuro sulla base delle informazioni raccolte oggi - ha rimarcato -. È necessario intervenire per far scorrere i fiumi, per evitare ulteriori danni in caso di eventi simili in futuro. Dobbiamo anche garantire che vengano adottate misure di intervento in caso di minacce alle infrastrutture lungo i fiumi stessi e trovare il modo di sviluppare misure a medio e lungo termine. Queste devono essere definite in modo professionale così da evitare il più possibile tali eventi. Tuttavia, difficilmente avremo misure efficaci per eventi simili in futuro, e che da questo punto di vista sarà necessario esaminare dove stiamo posizionando gli edifici e le strutture e trarre le dovute lezioni, lasciando anche spazio per l'acqua".

La visita alle zone colpite è stata preceduta da una dichiarazione congiunta sulla situazione dell’erogazione dell’energia nelle zone colpite da parte del Ministro dell’ambiente, del clima e dell’energia Bojan Kumer, il ministro delle infrastrutture Alenka Bratušek, il direttore ad interim dell’Amministrazione slovena per la protezione e il soccorso Leon Behin, il comandante della protezione civile Sandi Curk e la direttrice del Centro per l'ecologia sanitaria Nina Pirnat. Il ministro dell’ambiente ha sottolineato che il governo, in collaborazione con i team delle società di distribuzione e trasmissione, stanno lavorando per garantire che l’infrastruttura energetica sia operativa il più rapidamente possibile.

Ha inoltre aggiunto che attualmente ci sono 1836 consumatori che non hanno una fornitura elettrica garantita e tra pochi giorni saranno allestite stazioni di trasformazione mobili temporanee e con esse la fornitura di energia elettrica. "Abbiamo perso tutto quello che avevamo - ci racconta Luca Pizzo, abitante di un paesino vicino a Domžale, nella Slovenia centrale -. Le famiglie sono dovute evacuare dalle abitazioni, le auto sono state portate via dalla corrente. Ancora oggi stiamo portando via mobili, elettrodomestici, vestiti e attrezzi da casa. L'acqua prima delle 5 del mattino è iniziata ad uscire dal sifone dei bagni, l'odore di questo fango è acre, misto fognature ed escrementi".

Ha collaborato Timothy Dissegna

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