Sister Act sbarca a Gorizia, la regista Noschese: «La cultura rende liberi»

Sister Act sbarca a Gorizia, la regista Noschese: «La cultura rende liberi»

l'intervista

Sister Act sbarca a Gorizia, la regista Noschese: «La cultura rende liberi»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 03 Feb 2024
Copertina per Sister Act sbarca a Gorizia, la regista Noschese: «La cultura rende liberi»

Figlia d’arte del celebre imitatore Alighiero, Chiara ha lavorato al fianco dei più grandi interpreti della scena italiana. Stasera sul palco del Verdi.

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Attrice, cantante e regista teatrale, Chiara Noschese nasce a Milano nel 1968 e si iscrive al laboratorio di Gigi Proietti con ottimi risultati, iniziando presto a calcare le scene nel mondo del cinema, del teatro e della televisione. Figlia d’arte del celebre imitatore Alighiero, Chiara ha lavorato al fianco dei più grandi interpreti della scena italiana - da Cristina Comencini a Luca Barbareschi, Francesca Archibugi, Nino Manfredi - per citarne alcuni. Firma la regia del musical “Sister act”, in scena questa sera a Gorizia: l'abiamo intervistata per meglio delineare il ritratto di un’artista poliedrica che ha calato in ogni genere la propria vocazione.

Dal musical di “Aggiungi un posto a tavola”, al dramma shakespeariano “Molto rumore per nulla”, fino alla fiction “Dio vede e provvede”, e al personaggio di Marina nel recentissimo “Enea” di Pietro Castellitto. Un percorso lungo costellato di traguardi. Qual è il segreto del suo successo?
Il segreto non c’è, cerco solo di svolgere al meglio il mio lavoro, con grande rispetto e grande rigore, perché senza rigore questo lavoro non si può fare. Un lavoro per il quale è importante anche il proprio stile di vita. È importante seguire uno stile di vita sano, e aver cura del proprio corpo. Chi lavora con me trova anche una certa solidità, data da una sorta di equilibrio raggiunto negli anni, da un centro interiore. L’essenza di questa centralità sta nel comprendere cosa togliere o cosa mantenere di tutto quanto accade nell’arco di una giornata. Che cosa mettere da parte, cosa riporre, cercando di non essere vittima.

All’inizio di questo percorso facevo molta fatica, a causa delle continue sollecitazioni. Nello stesso ruolo leader ci sono mille input, tante informazioni, tanti elementi. Allora è giusto conservare della giornata quello che serve, tutto quanto possa essere utile. Io sono direttore artistico dell’Accademia Mam, un centro di alta formazione che fornisce una preparazione per il musical, presso il teatro Nazionale di Milano. L’insegnamento ha da sempre accompagnato la mia carriera.

Dunque, meno sto sotto i riflettori e più mi sento rassicurata, ma per me è importante avere un bagaglio da condividere, sia con un ragazzo di vent’anni che con uno della mia età. Mi divido fra Roma e Milano, è un po’ pesante e va a ricadere sulla centralità di cui parlavamo, ma si va avanti. Non ho figli, l’unica parte che interpreto come madre è nel film di Castellitto, dove ricopro il ruolo di sua mamma.

Preferisce il ruolo di attrice oppure quello della regista?
La regia mi dà sicuramente di più rispetto al ruolo dell’attrice, che nell’ambito cinematografico è un lavoro diverso. Mentre al cinema si recita per scene, in teatro la recitazione è ripetitività. Quasi alienante. Sarei davvero felice, se riuscissi a diventare regista cinematografica, ma finora non è ancora accaduto. Sono rimasta regista di teatro.

Il musical, da noi in Italia, riscuote lo stesso successo che a Londra o negli Stati Uniti?
No, a Londra il musical appartiene alla cultura anglosassone, fa parte della quotidianità, coinvolgendo intere famiglie con bambini. Da noi in Italia è diverso, a meno che non intervengano le scuole, oppure dei genitori illuminati. Comunque, il pubblico italiano mostra di apprezzare.

La cultura può generare un utile?
La cultura rende liberi, sta alla base di ogni essere umano, non se ne può fare a meno. Nutre la nostra interiorità, genera denaro, futuro, dinamica sociale.

Ha altri progetti, per il futuro?
Al momento nessuno, nel senso che quelli che ho sono talmente lontani che non saprei definirli. Sono reduce da due anni durante i quali non ho avuto una vita sociale, per il lavoro a tempo pieno. Due stagioni teatrali in cui ho lavorato molto, anche al fianco di Nancy Brilli. Adesso mi ritrovo in un periodo di stasi, ma insieme ci siamo divertite da morire, è un’ottima compagna di lavoro.

Foto Teatro Manzoni - the official page

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