L'INTERVENTO
Il sindaco Ziberna al Parlamento Europeo a 40 anni dagli Accordi di Schengen, «Trasformata una ferita in cerniera che ci unisce»
Assieme al collega di Nova Gorica Samo Turel il primo cittadino goriziano ha ripercorso la storia del territorio e affrontato le tematiche sociali passate e presenti.
Solo la reciproca conoscenza e la collaborazione allontanano la “paura dell’altro”, un concetto sottolineato convintamente dal sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, al Parlamento europeo a Bruxelles in occasione delle celebrazioni del 40esimo anniversario degli Accordi di Schengen. Il primo cittadino è stato invitato a parlare per portare la propria esperienza diretta insieme al collega sloveno di Nova Gorica, Samo Turel, alla luce del titolo senza precedenti che unisce le due città, ovvero la Capitale europea della cultura 2025, la prima transfrontaliera della storia.
Nel suo intervento ripercorre la storia del territorio, con un confine oggi esemplare laboratorio di pace e di amicizia e non più luogo di scontro e di conflitto, ma ha anche affrontato tematiche come la sostenibilità sociale e la sicurezza.
«Abbiamo trasformato una ferita che ci separava in una cerniera che ci unisce» rimarca il sindaco Ziberna nel suo intervento, inserito nel panel intitolato “Schengen, 40 anni di storia dell'UE”, ricordando anche come la piazza Transalpina/Trg Evrope abbia ospitato nel 2004 la cerimonia di allargamento a est della Unione europea. E a proposito della “formula magica” che ha permesso di superare i rancori del passato e di guardare avanti, aggiunge «Non vogliamo una omologazione, non vogliamo essere uguali, ma uniti. Le nostre differenze sono elementi aggiuntivi di ricchezza. In questo processo determinanti sono stati i Trattati di Schengen e gli Accordi di cui quest’anno ricorre il 40esimo della firma, avendo essi creato uno spazio di libera circolazione in Europa, eliminando i controlli alle frontiere interne» conclude.
Importanti le peculiarità della vita a Gorizia e Nova Gorica da tenere in considerazione «Tanti, tantissimi sono coloro che vivono da una parte del nostro confine e che lavorano, studiano, si sottopongono a cure sanitarie o fanno impresa dall’altra parte. Abbiamo la presunzione di ritenere che vivere nelle nostre due città ci consenta di sapere assai bene cosa significhi avere difficoltà nel muoversi da una parte all’altra del confine e di quali grandi benefici abbiano portato a tutto il territorio gli Accordi e il Trattato di Schengen. Vivere sul confine, sono certo ne converrete, è ben diverso che vivere altrove».
Ricordando che appunto Nova Gorica e Gorizia insieme sono la prima Capitale europea della cultura assegnata dalla Commissione europea a due città diverse, addirittura appartenenti a due stati diversi, il sindaco prosegue «Oggi stiamo soffrendo a seguito della sospensione dei Trattati di Schengen tra Italia e Slovenia, come peraltro tra diversi altri Stati dell’Unione. Lo slogan della nostra Capitale europea della cultura è Borderless; quindi, appare davvero una contraddizione il risorgere dei vecchi muri. Senza dubbio la nostra forza di volontà ci ha consentito di essere Capitale europea della cultura, nonostante i nuovi muri, che ci auguriamo possano cessare di esistere al più presto».
Ziberna parla poi dell’Europa, soffermandosi sulla necessità di essere al passo con i tempi nel rispetto delle esigenze contingenti, dichiarando che «Dobbiamo insegnare, soprattutto ai giovani, la storia di quanto accaduto e di quanto sta accadendo, ma dobbiamo farlo andando avanti, adottando gli accorgimenti che possano rendere più efficace l’azione dell’Unione Europea, nel rispetto di una naturale evoluzione dei tempi, delle mutate necessità e aspettative. Saranno gli Stati membri a valutare quali possano essere queste misure, come una Europa a due velocità e l’allargamento dei confini europei. Ma queste sono considerazioni che competono alle diplomazie europee e non ai sindaci. Come, al di fuori dei nostri confini, l’adozione di quelle misure che consentano all’Europa di riacquisire quel ruolo di competitor mondiale nell’economia, grazie a una politica di alleanze strategiche, di investimenti destinati alla crescita di nuove aree e mercati mondiali. Ma grazie anche alla formazione professionale di donne e uomini al di fuori dei confini della nostra Unione capaci di far crescere la loro e la nostra economia, che sta soffrendo la mancanza di manodopera. Una politica, perciò, di inclusione capace di equilibrare le diverse esigenze».
Altrettanto fondamentale l’equilibrio sul piano della sicurezza «Le crisi migratorie e le minacce terroristiche hanno messo alla prova la solidarietà tra gli Stati membri e la capacità di gestire in modo efficace le frontiere esterne dell'Unione. Negli ultimi anni, alcuni Paesi hanno reintrodotto i controlli alle frontiere interne a causa di emergenze. Questo ha sollevato interrogativi sulla tenuta e sulla flessibilità del sistema. Il futuro di Schengen dipenderà dalla capacità dei Paesi membri di trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la sicurezza e il mantenimento della libera circolazione».
Di qui l’auspicio di fare di Gorizia e di Nova Gorica la sede di un’agenzia internazionale che si occupi delle problematiche di chi vive sul confine «Proprio alla luce del grande lavoro che è stato svolto tra Gorizia e Nova Gorica ci piacerebbe pensare al nostro territorio sede di agenzia o altra istituzione europea che abbia il compito di affrontare quelli che sono i reali e quotidiani problemi di chi il confine lo vive. Una popolazione, quella nostra, che ha nel proprio animo il confine, la frontiera, la pace. Ma anche, vista la nostra collocazione geopolitica, l’allargamento dei confini verso quei Balcani la cui popolazione già vive e lavora sul nostro territorio, con cui ci si rapporta proficuamente da tempo. Il futuro di Schengen è il futuro dell’Europa. Il futuro dell’Europa è quello dei nostri figli. Viva l’Europa» conclude il sindaco.
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