lo studio
Silvia dottoressa con la Capitale 2025: «Gorizia, investi sull'archeologia»

La giovane laureata con 110 e lode, l'idea di un percorso storico che unisce il confine.
Mentre la macchina organizzativa si mette sempre più in moto, aumentano gli occhi interessati verso quello che sarà la Capitale europea della cultura 2025. L’appuntamento internazionale che vedrà protagoniste Nova e Gorica sta diventando oggetto di studi esterni agli enti italo-sloveni, a partire da Gect e zavod GO! 2025, analizzandone gli sviluppi fatti finora e cercando di dare suggerimenti su quali aspetti recuperare. Si inserisce in questo contesto la tesi di Silvia Burattini, classe 1998 di Sagrado.
La giovane, neo-laureata in Scienze e tecniche del turismo culturale all’Università di Udine, ha incentrato il proprio lavoro su un aspetto che ha trovato poco valorizzato: l'archeologia. A seguirla è stato Matteo Cadario, docente di Storia dell'arte antica per il turismo, andando ad analizzare un ipotetico percorso transfrontaliero dalle rive dell’Isonzo fino ad Aidussina. “Nonostante il ricco patrimonio - spiega la giovane, premiata con 110 e lode dalla commissione - il turismo archeologico in regione è ancora un settore di nicchia”.
“Un evento di tale portata - prosegue - rappresenta quindi un’opportunità per valorizzare anche i siti minori e sperimentare un nuovo tipo di offerta turistica che superi i confini regionali e nazionali e che dia impulso al turismo archeologico”. Da qui, l’idea di ipotizzare un itinerario - anche cicloturistico - “pensato in un’ottica di fruizione lenta del territorio, che si contrappone al classico turismo ‘mordi e fuggi’ e che ben si coniuga con il progetto GO! Green già previsto, legato alla sostenibilità ambientale”.
La prima parte prevede quindi il passaggio tra Gorizia e la Valle del Vipacco, dove sorge tutt’oggi l’antico castrum romano di Aidussina. La seconda parte, invece, parte sempre dalla città e le tappe sono Gradisca d’Isonzo, con le sue mura veneziane, i resti della fortezza e un piccolo lapidarium; il Castellazzo di Doberdò, un antico castelliere risalente all’età del Bronzo Medio, per poi arrivare nei pressi del sito archeologico della villa rustica romana di Ronchi, dove ammirare i resti di meravigliosi mosaici pavimentali.
Burattini conclude quindi il percorso verso Monfalcone, con la visita alla Rocca e ai resti delle Terme romane. “Questa - ancora la studentessa - rappresenta anche un’opportunità importante per sperimentare un nuovo tipo di offerta turistica, consapevole della necessità di superare i confini regionali e nazionali e in grado di servire da esempio di cultura di convivenza e cooperazione per un’Europa sempre più senza barriere”. In tutto, il Bidbook contiene 60 progetti e 600 eventi, attesi da qui al 2025 e anche negli anni successivi alla manifestazione.
L'idea prende il nome di “Emozioni di confine: un percorso tra storia e archeologia”, elencando anche i diversi tracciati, tempistiche e modalità di viaggio. La giovane ha anche pensato alla cartellonistica, grazie all’uso di codici Qr sul territorio. "Nel corso dell’elaborato - rileva - mi sono concentrata sul rapporto tra l’archeologia e l’evento e dall’analisi culturale e artistica effettuata è emerso il grande potenziale dei siti archeologici locali minori, sia sloveni che italiani, ai quali però non è stato dedicato particolare spazio all’interno del programma proposto".
Una passione per il turismo, la sua, nata tra i banchi dell’Istituto D’Annunzio e che l’ha portata ad essere una delle prime a trattare il tema della Capitale in una tesi. Concludendo il suo lavoro, Burattini ha usato le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita su quel “confine fra Stati, un tempo sinonimo di divisione, oggi è un’opportunità per crescere assieme e creare una memoria condivisa”. Qui sotto, le mappe dettagliate con i siti individuati e i percorsi da valorizzare tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia.
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