Una 23enne di Ronchi dei Legionari ai vertici dell'Università di Urbino

Una 23enne di Ronchi dei Legionari ai vertici dell'Università di Urbino

La storia

Una 23enne di Ronchi dei Legionari ai vertici dell'Università di Urbino

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 11 Giu 2021
Copertina per Una 23enne di Ronchi dei Legionari ai vertici dell'Università di Urbino

Silvia Brugnera non può stare con le mani in mano e durante gli anni della triennale a Urbino si è impegnata in prima fila per gli studenti e per la comunità. E lancia un appello affinché si capisca l'importanza della partecipazione attiva.

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Rendere gli studenti parte attiva all’interno dell’ambito universitario, ma anche del tessuto sociale e culturale del territorio in cui si risiede o si vive per motivi di studio. Con una sintesi decisamente stretta può essere riassunta in una frase l’attività della giovane ronchese Silvia Brugnera. Dalla cittadina bisiaca Brugnera attualmente ricopre alcuni importanti ruoli all’interno dell’Università di Urbino, dove studia, ma non solo. È, infatti, presidente del Consiglio degli Studenti di Uniurb, membro del Consiglio di Amministrazione e membro della Commissione Tasse. Ma anche parte viva del tessuto sociale, in quanto membro della locale Protezione Civile locale e all’interno del Festival del Giornalismo Culturale, oltre che consigliere comunale a Urbino.

Classe ’98 di Ronchi dei Legionari, Brugnera è iscritta, anche se in procinto di terminare il percorso di studi, al corso di laurea triennale in Informazione, Media e pubblicità dopo aver ottenuto il diploma al Liceo Artistico “Giovanni Sello” di Udine.

“Non posso stare fermo, con le mani nelle mani”, cantava Riccardo Cocciante in un suo capolavoro musicale e lo stesso si può dire di Silvia che non si è mai tirata indietro per aiutare eventi, cause e i propri colleghi universitari. “A gennaio 2019 mi sono iscritta in un’associazione, una delle più grandi di Urbino, che organizza eventi, Agorà – precisa Brugnera - e ho mosso i primi passi l’anno successivo nella rappresentanza”.

La difficoltà, poi, con l’arrivo del Covid, per trovare non solo candidati ma anche elettori per l’elezione del Consiglio degli Studenti. “Su 15mila studenti pochi erano ritornati a Urbino e non sapevamo se avvremo avuto 800 persone diverse disposte a votare e presenti in quel momento in sede ma nel primo pomeriggio del secondo giorno abbiamo raggiunto il quorum per le elezioni. Nonostante le difficoltà un buon risultato. C’è tanta delusione, d’altea parte, per la grande sfiducia nelle istituzioni che abbiamo riscontrato”. Va detto che è proprio la carica di presidente del Cds che l’ha portata all’interno dell’assise pubblica urbinate: il presidente del Consiglio degli Studenti è, per diritto, anche consigliere comunale senza diritto di voto ma può commentare le proposte e proporre egli stesso delibere o proposte.

“Sono convinta – racconta ancora Silvia – che è necessario mettersi in prima linea”, ed è proprio questa convinzione che l’ha portata ad iscriversi alla locale Protezione Civile. Tra le conquiste anche quella dell’aggiunta dell’articolo 28 al Regolamento Didattico di Ateneo che tutale i Dsa e i Bes, ovvero coloro che hanno particolari necessità: “dal 2011 ad oggi i Dsa problematiche è passato dallo 0,7% al 5%”. Non solo, perché tra le proposte al vaglio anche il prolungamento notturno dei servizi bus per consentire a chi non vive in centro di poter rimanere nelle aule studio e in biblioteca più a lungo.

“La rappresentanza serve a questo, a risolvere le problematiche”, intercala Brugnera raccontando come tra docenti e studenti vi sia stata una grande collaborazione. “Rappresentante lo fai per spirito filantropico ma è giusto che l’impegno sia riconosciuto al pari di chi va in Erasmus. In questo periodo – prosegue Silvia – ho imparato tanto, dal redigere un verbale a parlare in pubblico a persone di tutte le estrazioni sociali. Non c’è solo il “potere” di cambiare le cose ma la potenzialità di modificare, in meglio, il diritto allo studio dei futuri studenti”, precisa con un pizzico di orgoglio.

“Mi hanno detto che sono figlia dei miei tempi e che sono arrivata dove sono arrivata perché dietro a me c’è sempre stato qualcuno, spesso uomini. No, ho raggiunto gli obiettivi perché ci ho sempre creduto. Ed è importante anche per gli studenti, perché sanno che io ci sono e che c’è un buon spirito di squadra che fa funzionare le cose e che le situazioni possano essere cambiate e in meglio nonostante la sfiducia generalizzata nei confronti dell’Università e dei rappresentanti”, conclude Silvia.

A luglio si laureerà e lascerà il posto a qualcun altro. “Spero proseguano in questo campo e con lo stesso entusiasmo – conclude – non solo qui a Urbino ma in ogni campo”. 

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