Si chiude con il Paradiso il ciclo di lezioni su Dante promosso dal Club per l’Unesco di Gorizia

Si chiude con il Paradiso il ciclo di lezioni su Dante promosso dal Club per l’Unesco di Gorizia

La proposta

Si chiude con il Paradiso il ciclo di lezioni su Dante promosso dal Club per l’Unesco di Gorizia

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 10 Ott 2025
Copertina per Si chiude con il Paradiso il ciclo di lezioni su Dante promosso dal Club per l’Unesco di Gorizia

Le serate si sono svolte fra la chiesa di San Carlo Borromeo e la cappella dell’ex liceo paritario Paolino d’Aquileia. Diciotto gli incontri, supportati da interventi di Carmen Mazzone e cori del territorio.

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L’amore, quella forza generatrice «che move il sole e l’altre stelle». È solo trasumanando con la forza dell’amore che Dante oltrepassa i confini e scende agli Inferi, in quel lungo e straordinario viaggio che lo condurrà a incontrare Dio. Ed è con la cantica del Paradiso che si è concluso nella serata di giovedì nove ottobre il ciclo di lezioni sul sommo poeta, organizzate dal Club per l’Unesco di Gorizia su proposta dell’ex presidente Adriano Chinni. Ad appassionare una nutrita platea con il suo corso è stata Carmen Mazzone, per anni insegnante di liceo classico nel capoluogo isontino e oggi in pensione. «Un’esperienza davvero entusiasmante – riconosce – soprattutto per me stessa.

Il pubblico, profondamente interessato, si è col tempo fidelizzato». Il ciclo di diciotto lezioni è iniziato lo scorso marzo in occasione della Giornata internazionale dedicata al poeta - “Dantedì” - il quale pare diede inizio al suo viaggio nella «selva selvaggia» proprio il 25 marzo del 1300. «A cadenza settimanale fino al nove ottobre – rimarca l’attuale presidente del club Rita De Luca – un pubblico attento e fedele ha nei mesi assunto il familiare aspetto di circolo letterario. Passando dall’Inferno al Purgatorio e quindi al Paradiso attraverso la lettura e il sapiente commento della professoressa Mazzone». Nel ringraziare Curia arcivescovile e Biblioteca del Seminario per la disponibilità mostrata il presidente ha lodato Isabella Sgoifo e Valentina Roldo per le «location» individuate. Incontri in gran parte svolti nello splendore della chiesa di San Carlo Borromeo, che nel 2023 accolse alcune riprese per il film “Gloria!” di Margherita Vicario.

Non meno apprezzata è stata la cappella del Paolino d’Aquileia su via del Seminario, individuata dopo l’estate a causa dei lavori di restauro nella chiesa. «Un paio di ragazze – racconta Mazzone – hanno seguito dal 25 marzo fino alla fine. Altri magari venivano da fuori e non riuscivano a frequentare ogni volta, ma una ventina di persone per ciascuna lezione li abbiamo avuti». Un successo inatteso che consacra Dante come poeta maggiormente amato e studiato nella nostra stessa città, nonostante la difficoltà intrinseca alla cantica del Paradiso. «Devo ammettere che in queste ultime serate abbiamo registrato una minor affluenza – si rammarica – probabilmente perché abbiamo appena ripreso dopo la pausa estiva, e poi perché si sono sovrapposte al festival “Gusti di frontiera”. Ad ogni modo anche in quei giorni abbiamo registrato un discreto numero di partecipanti». Grande apprezzamento per l’Inferno e il Purgatorio, sebbene il tempo a disposizione abbia costretto a «una scelta sintetica», mentre il Paradiso richiede «maggior attenzione» in quanto imperniato su aspetti filosofici e teologici piuttosto che su incontri.

«Comunque – sottolinea con soddisfazione – abbiamo potuto analizzare canti che in genere non vengono proposti a scuola o in pubblico». Fra questi, il canto XXXII del Paradiso che si svolge nell’Empireo, spazio di infinita dolcezza in cui risiede la Candida Rosa. Grande attesa per l’ultima serata, in cui si è analizzata la poesia dell’inno alla Vergine e la luminosità trascendente dell’incontro con Dio. «Questo canto è celebrato, ma poco conosciuto dal grande pubblico – spiega – quindi c’era curiosità per il gran finale». Prima di varcare la soglia e immergersi nella luce è tuttavia necessario portare il peso della sofferenza e attraversare il Purgatorio. «Ho sempre detto che il Purgatorio è la mia cantica preferita – ribadisce – forse perché è quella maggiormente elegiaca e pervasa di nostalgia. E poi, è la cantica della speranza per antonomasia, nel senso che offre una speranza a tutti coloro che nonostante i peccati commessi potranno salire al Paradiso. Dove giungono persino i criminali più efferati che si sono consapevolmente pentiti».

Dal percorso delle sette cornici che raffigurano i peccati capitali si sale all’Eden, segnando la fine del percorso di purificazione delle anime. «Il Paradiso è una cantica un po’ ostica – commenta – per i profani, proprio perché demarca il percorso di avvicinamento alla visione di Dio. Qui non abbiamo più possibilità di ricorrere alla ragione o alla fede e dobbiamo affidarci solo al misticismo. Quindi, a qualcosa che ruota intorno a principi teologici e filosofici. Lo stesso registro linguistico si fa più contorto, sintatticamente complesso. Per questo motivo non sempre viene proposto in incontri come questi, se non nelle conferenze dei dantisti». Un lento avvicinarsi alla conquista dell’eternità, che consentirà al protagonista di tornare fra i vivi affinché possa continuare a lodare Dio. «Dante torna sulla Terra, ci racconta quanto ha visto nel bene e nel male, lasciandoci comprendere quale sarà il nostro destino. Lui che ormai si ritiene il profeta ci sollecita al bene operare, ragionando attraverso i volti dei personaggi storici che avuto modo d’incontrare».

Non sono mancati richiami alla “Vita Nova” o alle canzoni del “Convivio”: «Gli interventi sono stati improntati non soltanto alla lettura e all’analisi del canto – specifica - ma ho cercato di spaziare nella mitologia, operando collegamenti con altri autori o facendo riferimento alle opere precedenti, soprattutto alla “Vita Nova”, che è il punto di partenza. Infatti, la presenza di Beatrice in Paradiso quasi vicino alla Madonna ha questo scopo. Dante si è salvato grazie a quest’amore che da terreno è diventato viatico spirituale verso l’eternità». Ciascuna lezione è stata arricchita da canti e brani pertinenti ai temi danteschi, interpretati da Matteo Martellani alla chitarra e Francesco Milanese al violoncello. Non sono mancate le danze della Compagnia del Buontempo, o i cori “Santa Lucia” di San Rocco, “Lorenzo Perosi”,Aesontium”, “Ars Musica”, “Florence ensamble”, “Go&Sing”, “Sacri Cantores Theresiani” e la nota “Corale di Lucinis”. «Sono intervenuti cori di tutta la provincia – chiarisce – sempre aderenti al testo trattato, molto apprezzati dal pubblico. Magari riproporremo altri canti – conclude – ma di certo ci prepareremo ad altre iniziative con l’Unesco». 

Foto di Claudia Mavilia

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