Le sfide per annunciare Cristo, mille persone dal Triveneto insieme ad Aquileia

Le sfide per annunciare Cristo, mille persone dal Triveneto insieme ad Aquileia

IN BASILICA

Le sfide per annunciare Cristo, mille persone dal Triveneto insieme ad Aquileia

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 28 Set 2024
Copertina per Le sfide per annunciare Cristo, mille persone dal Triveneto insieme ad Aquileia

Quasi mille delegati diocesani hanno ragionato su cinque temi per rinnovare il cammino catechistico partendo dalla memoria del primo sacramento ricevuto.

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Questa mattina, sabato 28 settembre, le realtà diocesane del nordest d’Italia si sono riunite nella Basilica di Aquileia per vivere la sintesi finale dei convegni del Triveneto dedicati alla catechesi. “Un annuncio che incontra la fede. Riscoprire il Battesimo porta alla fede” è stato il titolo di quanto portato all’attenzione dei quasi mille tra catechisti, religiosi, diaconi, preti e vescovi che hanno costituito il cuore dell’assemblea ospitata nella Basilica madre e culla della cristianità che non si è vista così piena nemmeno nelle ultime ordinazioni sacerdotali. Dopo le fasi intermedie vissute ed incentrate sui verbi osservare, interpretare e scegliere, oggi ci si è soffermati sul “celebrare”.

Una grande occasione per tutta la regione ecclesiastica che raccoglie quindi i frutti di un convegno catechistico diffuso, un laboratorio sociale che ha saputo mettere in evidenza anche gli aspetti critici della vita pastorale e ha “scattato una fotografia” di quello che è lo stato di salute della catechesi italiana. Un ambito che necessita di risorse umane ed energie nuove nonostante le possibili battute d’arresto, di quello slancio comune che nel suo messaggio, monsignor Andrea Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale, ha definito «mutuo aiuto per la valorizzazione delle competenze».

Prima di fare ingresso in basilica passando dal Battistero e ricevendo la benedizione dell’arcivescovo di Gorizia monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, i presenti hanno appunto rinnovato la memoria del proprio battesimo. A guidare i lavori del convegno, è stato don Giovanni Casarotto, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano di Vicenza e delegato regionale per la catechesi nel Triveneto. Preso atto dell’evoluzione della ministero della catechesi, i presenti hanno avuto modo di riflettere sull’annuncio del Kerigma e delle forme in cui si manifesta. Alla base di tutto c’è la chiamata che si identifica nel Battesimo, «sorgente della vita cristiana». Un rimando, quest’ultimo, anche ai passi compiuti attraverso il cammino sinodale.

Sono stati cinque i temi portanti dell’assemblea odierna. Il primo, la pastorale battesimale che non deve far considerare il battesimo come un sacramento privato ma sostenuto dalla vicinanza comunitaria e da una cura nella sua preparazione trasmessa attraverso l’adozione di nuovi linguaggi accoglienti. Il secondo, ha riguardato la catechesi per le persone con disabilità sottolineando la potenza della fragilità umana come condizione che accomuna tutti in storie di vita intrecciate. Una fragilità “da abitare” per annunciare la necessità di rialzarsi, “da far incontrare con la comunità” per crescere, una “occasione di formazione” che genera l’umanità da esprimersi riscoprendo umiltà e bisogni così da “adattare l’annuncio evangelico” per queste situazioni che vanno maggiormente tutelate e coinvolte.

Al terzo punto c’è stata la catechesi per gli adulti per la quale è necessario un cammino di accoglienza. In questo ambito è stato richiamato il bisogno di far percepire il senso antropologico del sacramento stesso e del Vangelo, quello del puntare sulla formazione e sulla valorizzazione delle competenze vocazionali di ognuno. Solo una presenza per un confronto arricchente porterà a compiere nuovi itinerari su questioni fondamentali in modo da praticarle attraverso la caratterizzazione di una liturgia da non infantilizzare. Poi, il catecumenato per gli adulti: da vivere come una “novità di grazia della fede”. Per sostenerlo sarà necessario accogliere le storie personali e far maturare ascolto e interiorizzazione. Tutto questo senza proselitismo ma attraverso l’accoglienza e lo scambio di buone prassi da apportare nelle Chiese Locali.

Infine, è stata richiamata l’Iniziazione cristiana. Essa non dovrà essere concepita come una figura solitaria, ma dovrà estendere legami con il tessuto sociale per fare diventare la comunità “educante”, aperta alle famiglie che potranno contare su una “nuova pastorale battesimale” – quella che va da 0 a 6 anni – un’occasione di riscoperta di fede attraverso la quale si potrà essere degli annunciatori espliciti. Di tutto questo si è parlato, in sostanza, del saper cogliere e ricogliere le tracce della fede nella sua bellezza e gratuità. Ci vogliono quindi parole e gesti essenziali, concreti e di prospettiva per vedere il progresso della vita pastorale.

Un punto di partenza condiviso per un risveglio familiare e concreto dei cammini catechistici diocesani. Al termine dei lavori, è stata celebrata la santa messa, presieduta dal Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Nel primo pomeriggio, il pranzo al sacco e la visita libera al sito culturale hanno chiuso la giornata di aggiornamento.

Foto di Sergio Marini

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