gorizia
Chiude un'altra attività in via Carducci, in vendita la panetteria di Manuela

Apparso da qualche giorno il cartello vendesi, l'auspicio della titolare è che qualcuno porti avanti l'attività. L'ennesima chiusura lungo questa via.
Un’altra serranda è destinata presto ad abbassarsi lungo via Carducci a Gorizia, un tempo chiamata la ‘via dei signori’. Si tratta della Panetteria Manuela, gestita dalla titolare Manuela Ongaro - prossima alla pensione - ed erede del forno di suo papà chiuso ormai dal 1983. Una realtà nata nel ’56, all’epoca al civico 26 prima del trasloco all’attuale 6, accanto alla sede della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia. Da qualche giorno, infatti, è apparso nella vetrina dell'alimentari il cartello vendesi, affidandosi all’agenzia immobiliare Zanon.
«Questo è diventato un punto di riferimento per le persone - spiega Ongaro - anche se una volta c'era molto più gente. Dovevo fare il padre confessore (sorride, ndr)». Il riferimento è al rapporto ormai stretto con i clienti più affezionati, che entrano quotidianamente per acquistare il pane e rimangono per una chiacchierata. Un modo ormai d’altri tempi di vivere il negozio e che si sta sempre più assopendo con la grande distribuzione organizzata. La stessa via Carducci, peraltro, contava nel passato numerosi alimentari.
Laddove oggi c’è il laboratorio Ad Formandum, infatti, fino a sette anni fa c’era il supermercato Mosetti, mentre ancora prima sulla stessa strada si contavano almeno quattro piccoli empori. Ulteriori c’erano tra via San Giovanni e via Favetti. «Siamo nati come panificio e pasticceria - prosegue la titolare - ma con l’afflusso di molti clienti dalla Jugoslavia ho ampliato vendendo anche altro. Oggi forse bisogna specializzarsi di più, tornando alle origini». L’auspicio è che chi acquisterà questo spazio, possa proseguire con l’attività.
Un desiderio che, realisticamente, sarà difficile da vedere realizzato. Se la pandemia aveva mostrato l’utilità del commercio di prossimità, oggi però il trend appare ritornato a quello pre-Covid. In ogni caso «resisto fin che posso», con l’obiettivo di chiudere verso la fine dell’anno. Se però dovesse arrivare prima un’offerta d’acquisto, il cartello ‘chiuso’ potrebbe comparire ancora prima. «Non ho figli o qualcun altro che possa continuare questa attività» rileva con rammarico, conscia che così si interromperò la tradizione di famiglia.
Ad avviare il tutto erano stati i suoi genitori, originari del Veneto e giunti a Gorizia dopo alcune esperienze a Lignano e Monfalcone. Giunta a 60 anni, Ongaro guarda indietro a quel periodo, nel quale suo padre si occupava del forno e produceva sempre pane e dolci. «Volevo fare la cuoca e la pasticceria» ammette, anche se l’attuale negozio in cui si è trasferita alla fine degli anni Novanta non ha il laboratorio. Nel privato, però, si è tenuta in allenamento con le antiche ricetta della putizza destinata ad amici a parenti.
«Quando ho preso la gestione, ero più la giovane degli iscritti alla Camera di commercio». Era un’altra Gorizia, molto più emporiale, così come via Carducci: «Era una zona principale della città ma è stata lasciata andare. C'erano tante attività, adesso sono stati dati incentivi per il 2025 ma vedremo chi aprirà. Adesso è cambiato tutto, dovevano incentivare di più il centro ma è stato fatto in modo sbagliato». Quella di Manuela è quindi l’ennesima serranda che scende da queste parti, in un trend che ha visto ben poche aperture negli ultimi anni.
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