l'incontro
Mencarelli entra in classe a Gorizia, «la salvezza è disubbidienza»

Oggi gli studenti hanno dialogato con lo scrittore romano, dal suo libro è nata una serie tv Netflix.
Il confronto-scontro fra la realtà vera e quella verisimile che ci viene venduta con promesse di felicità; il pericolo delle dipendenze; le fragilità della vita attuale, prodotto dell’abdicazione dei linguaggi dell’interiorità sui linguaggi digitali; il dolore, la salvezza, l’amore. Sono solo alcuni dei temi emersi, questa mattina, nell’incontro fra Daniele Mencarelli (nella foto, a destra) e gli studenti delle classi quarte e quinte del liceo delle Scienze umane Slataper di Gorizia. Intercettato durante il tour promozionale del suo nuovo libro, “Fame d’aria” (edito da Mondadori), lo scrittore ha chiuso la mattinata di lezione dei ragazzi nell’aula magna di via Diaz.
Lo ha fatto offrendosi alle loro domande e curiosità «meglio se spontanee – ha esordito dopo alcune battute “fuori onda” per farli sentire a loro agio – perché le domande preparate spesso sono quelle che vengono peggio. E, mi raccomando: non uscite di qui con il rimpianto di una richiesta non fatta». La conversazione è nata grazie al progetto “Un’altra scuola”, una tre giorni in cui il Polo liceale ha ospitato degli incontri con varie realtà del territorio fra cui la Libreria Faidutti il cui titolare, Marco Pellegrini, parlando della nascita dei libri dal punto di vista dell’autore, ha sollecitato gli studenti a produrre dei testi autobiografici.
L’intimismo e la sincerità raggiunti dai testi, ma anche la consapevolezza del seguito di cui gode Mencarelli fra i giovani, hanno suggerito a Pellegrini e alla dirigente del Polo Giovanna Petitti di organizzare una conversazione con lo scrittore e poeta, voce autentica per molti dei disagi che possono provare i ragazzi di oggi per averli sperimentati – e poi raccontati – lui stesso diversi anni fa. Non quindi una conferenza o la pedante presentazione di un libro, ma una vera e propria chiacchierata in cui le domande preparate sotto la supervisione degli insegnanti si sono pian piano diluite negli interrogativi più diretti dei ragazzi.
Hai mai ritrovato le persone che hanno condiviso con te l’esperienza del tso (narrata in “Tutto chiede salvezza”, romanzo da cui è tratta l’omonima serie Netflix), come la scrittura ti ha aiutato a superare le tue difficoltà, vivi ancora il dolore sperimentato prima e subito dopo il tso, che consigli daresti ai giovani per tenersi lontani dalle dipendenze, i medici sono davvero come li dipinge la serie tv, che cosa significa “tutto chiede salvezza”. E, a questo proposito, uno dei temi più toccanti: «La salvezza – afferma Mencarelli – è l’elemento di disubbidienza messo in atto dall’uomo rispetto al momento del nulla».
«Se qualcuno ci chiede cosa sia, spesso non sappiamo darne una definizione. Ma se pensiamo alle nostre esperienze, il nulla è ogni esperienza terribile che cala su ciò che amiamo ed è lì che agisce il desiderio di salvezza che è strettamente legato all’amore». Un centinaio di occhi attenti ha seguito lo scrittore e poeta romano nelle due ore dell’incontro, anche nei momenti in cui il discorso si è maggiormente avvicinato alla filosofia come nella riflessione sulla dicotomia fra mondo reale e irreale e nelle responsabilità dei genitori per aver abbandonato la lingua della poesia, unica in grado di permettere la vera introspezione.
E, a questo proposito, un messaggio importante: «La scrittura non è terapeutica, la lettura sì: leggete quindi poesia poiché, pur facendovi del male, sarà l’unico modo per conoscervi». Mencarelli sarà ospite questa sera alle 18 anche a Romans, presso il centro culturale Casa Candussi-Pasiani.
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