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MW Fep di Ronchi, sindacato denuncia il trasferimento a Bologna dei dipendenti

Sigla all'attacco dell'azienda leader nell'elettronica. La denuncia: «Pressioni mirate contro lavoratori e lavoratrici da tutelare».
L'Unione sindacale di base (Usb) è di nuovo sul piede di guerra alla MW Fep di Ronchi dei Legionari. Secondo la siglia, infatti, l'azienda leader nella produzione di schede ed apparati elettronici starebbe attuando "pressioni mirate contro le lavoratrici e lavoratori più fragili". In una nota, il gruppo segnala che "alla vigilia dello sblocco dei licenziamenti, malgrado non ci siano a riguardo certezze, si sta infatti intensificando l’attività persuasiva dell’azienda su chi da oltre un anno e mezzo è stato relegato ingiustificatamente, dopo decenni di regolare lavoro, alla cassa integrazione senza rotazione".
Secondo il coordinatore della locale sezione dell’Unione sindacale di base (Usb), Alessandro Perrone, "MW usa il pretesto della necessità produttive per giustificare il trasferimento di parte del personale nella sua sede di Bologna, come espediente per indurre le persone contattate a una scelta 'prendere o lasciare', puntando in realtà a sbarazzarsi di chi a vario titolo rientra nelle categorie che dovrebbero essere invece tutelate". Il riferimento è alla richiesta di trasferimento ad alcuni dipendenti nella filiale di San Giovanni in Persiceto, vicino al capoluogo emiliano.
"L’Usb pertanto - conclude la nota - invita le e gli interessati ad opporsi alla protervia aziendale e si mette a disposizione di chiunque per valutare le modalità di una giusta e sacrosanta tutela occupazionale e della dignità personale nelle sedi opportune". L'azienda, che è quotata in borsa, è nata nel 2006 dopo l'unione di due imprese già esistenti, Mw srl e Fep srl. L'anno dopo è arrivata la decisione di investire nel comune della Bisicaria, rilevando lo stabile dell'ex azienda di telefonini Finmek dopo che quest'ultima aveva lasciato a casa centinaia di dipendenti in quegli stessi anni.
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