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Le scintille in Aula sulla corsa di Gorizia 2025, «non c'è nessun ritardo»
Animi accesi tra minoranza e sindaco sulla preparazione degli eventi, Kocina: «Non abbiamo precedenti, siamo noi l'esempio».
“Le nostre porte e quelle del Gect Go e zavod, che insieme costituiscono il team di Go! 2025, sono sempre state aperte per fornire aggiornamenti ma diversi hanno preferito non bussare a queste porte e fare osservazioni a sproposito”. Così il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ha aperto il consiglio comunale straordinario - seppur non ufficiale, essendo sotto elezioni regionali - di martedì. L’incontro è stato richiesto dalla minoranza per parlare della Capitale europea della cultura 2025 e delle criticità del percorso che sta portando a tale meta.
A presenziare anche la direttrice del Gect Go Romina Kocina, l'omologo del zavod Gorazd Božič e direttore artistico Stojan Pelko, che sono intervenuti riguardo la programmazione verso il 2025: “È complesso perché non abbiamo precedenti: sono gli altri che fanno riferimento a noi, ed è nostro onere essere da esempio, non possiamo decidere con banalità” le parole di Kocina. Božič e Pelko hanno deciso inoltre di intervenire in sloveno, essendo lo scambio delle lingue parte integrante del percorso delle due città, provocando all'inizio la reazione contrariata di Franco Zotti.
“La ragione per cui si è scelto di realizzare la Capitale europea è per mostrare agli altri ciò di cui siamo capaci” è intervenuto il direttore artistico, spiegando che dopo una prima selezione con il bidbook, ora si parla di progetti concreti, sottolineando che “qualsiasi dibattito, per quanto pesante, non ci fa paura: sappiamo di poterli tradurre in sfide artistiche o in sfide dello sviluppo”. Non sono mancati gli screzi tra le parti: da un lato un’amministrazione sicura del proprio operato, “Gorizia si sta dotando di nuovi luoghi destinati ad aggregazioni, cultura, sport, servizi non solo per il 2025 ma per i decenni a venire” le parole di Ziberna.
Il primo cittadino ha tenuto a citare alcune delle opere in atto, tra cui il Parco Piuma, la rivitalizzazione di Borgo Castello, di via Rastello e la riqualificazione di piazza della Transalpina. La critica è andata invece a quelli che sono stati definiti come i “soliti tuttologi” che “si ritengono esperti anche senza la più pallida idea di come si organizzi un evento di questa portata e sostengono che siamo in ritardo, peccato che in realtà siamo giusti nei tempi. In ritardo su che, su cosa?”. Ad attaccare “chi sa tutto” anche l’assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli, che li ha incolpati di criticare pur senza sapere come organizzare un evento.
“Non so tutto e come vada fatto - così l'esponente dell'esecutivo uscente -, ma so cosa non va fatto: non si può essere divisi ma serve lo stesso obiettivo”. L’assessore è stata obiettivo di diverse accuse, per aver lasciato il consiglio dopo appena un’ora e venendo etichettata – a più riprese - di disinteresse oltre che di essere scappata da giudizi e domande. Da chi sedeva tra i banchi dell’opposizione non sono mancate recriminazioni, esprimendo la propria preoccupazione “per i ritardi che si stanno accumulando a Gorizia nella preparazione del 2025" è intervenuto Antonio Devetag.
Ritardi "che hanno l’esempio più eclatante e simbolico nella deficitaria gestione di quello che doveva essere l’emblema stesso della rinascita, ovvero quell’Epicenter di piazza Transalpina”, una problematica sottolineata anche in un intervento della dem Laura Fasiolo. “Manca una visione d’insieme che riesca a mettere radici solide per lo sviluppo futuro come notiamo l’assenza di piani e progetti concreti per rendere effettiva l’unione tra Gorizia e Nova Gorica nella prospettiva di uno sviluppo comune” ha continuato Devetag, chiedendo insieme ad altri consiglieri anche una seduta comune con l’assise della città slovena.
Appuntamento, quello del 2025, “che non si può esaurire nella semplice presenza di sindaco e assessori ai convegni o alle conferenze stampa, ma dovrebbe diventare, con l’autorevolezza e il dinamismo dovuto all’occasione epica il motore e il decisore delle collaborazioni locali, regionali , transfrontaliere e internazionali”. Ad intervenire, tra le molte voci, anche Franco Perazza (Pd) che denuncia la “mancanza di una regia forte, di un cronoprogramma e di un coinvolgimento dei cittadini”, sottolineando la mancata rigenerazione del Parco Basaglia, “prezioso patrimonio storico e ambientale dei cittadini italiani e sloveni ma che non ha trovato il giusto spazio”.
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