«Una scelta che fa scuola, chiudere lo stabilimento durante l'emergenza»: le Rsu plaudono la Nidec

Luca Furlan sottolinea che non ci saranno problemi a valutare terzi turni o aperture il sabato per fronteggiare i ritardi.

È un plauso quello che le Rsu della Nidec di Monfalcone, nella persona del rappresentante Luca Furlan, fanno all’azienda: l’aver deciso, di concerto con le sigle sindacali e l’amministrazione comunale, di chiudere per questi giorni di emergenza incendi la produzione, così come fatto dalla vicina Fincantieri, è stata una carta vincente. Non solo a salvaguardia della salute dei lavoratori, ma anche per agevolare i soccorsi evitando, di fatto, che quasi quattrocento lavoratori si muovessero sulle strade del territorio con la possibilità di rallentare le già difficili operazioni di spegnimento.

“Siamo ora disponibili – spiega Furlan – a discutere con l’azienda eventuali terzi turni o aperture il sabato per poter riprendere il ritardo che abbiamo accumulato chiudendo. Penso sia stata una scelta importante tra tutti gli attori: abbiamo fatto, nonostante sapessimo di avere dei ritardi da gestire, delle scelte mettendo al primo posto la salute dei lavoratori. L’azienda le ha capite e avrà, ora, un tornaconto perché lunedì andremo al tavolo disponibili a modificare i turni per poter gestire i ritardi”.

“Penso – prosegue Furlan – che abbiamo comunque avuto delle difficoltà ma durante un’emergenza la nostra scelta ha fatto scuola. Un gioco di squadra che potrebbe non creare problemi ma soluzioni. Stiamo pensando alla creazione di alcuni comitati o squadre di lavoro per poter snellire il disagio”.

“Come Nidec abbiamo fatto un ottimo lavoro, anche con il supporto dell’amministrazione comunale che ci ha comunicato gli eventuali disagi e l’azienda si è comportata in modo eclatante sotto tanti aspetti. Considerato che nei prossimi giorni, mesi o anni potremmo ritrovarci in queste situazioni dovremo creare task force del genere per essere più pronti e fare simbiosi su quanto riguarda la produzione ma anche la salute dei lavoratori”, conclude Furlan. 

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