Scatta il colpo di scena: arriva BUSSO, il gioco di carte nato nel Goriziano che sta stregando l’Italia

Scatta il colpo di scena: arriva BUSSO, il gioco di carte nato nel Goriziano che sta stregando l’Italia

La novità

Scatta il colpo di scena: arriva BUSSO, il gioco di carte nato nel Goriziano che sta stregando l’Italia

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 11 Set 2025
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È una rivisitazione unica di Kaboo che mette in discussione le vecchie regole proponendo un gioco «coinvolgente e modulabile in base alla difficoltà». Ecco come funziona.

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Nel panorama dei giochi da tavolo ogni tanto compare una novità capace di sorprendere con la sua freschezza. È il caso di Busso, un gioco di carte ideato in Italia da “due Franceschi”, un brand designer, Francesco Marri, classe 1995 nativo di Romans d’Isonzo, e un illustratore, sempre Francesco ma che di cognome fa Caporale in arte “Fra” e viene dalla Calabria ma con base a Milano, che hanno messo a punto una versione moderna e accessibile del Kaboo, superando alcune delle sue difficoltà tecniche. Ecco, dunque, che nasce “Busso”, idea nata con l’intenzione di rendere più semplice un passatempo giudicato troppo complesso per l’uso delle tradizionali carte da scala quaranta. Dopo mesi di progettazione e prototipazione è nato un mazzo completamente nuovo, pensato per facilitare le partite e accompagnato da regole più snelle e immediate.

Il set è composto da 108 carte più due bianche, pensate anche per personalizzazioni creative, e consente di giocare da due fino a otto partecipanti. L’esperienza si rivolge a un pubblico molto ampio: ideale per le serate in famiglia, le sfide tra amici o veri e propri tornei improvvisati, promette colpi di scena e un ritmo avvincente che, come scherzano i creatori, «può creare dipendenza». La prima edizione è stata stampata in 500 copie, numerate a mano una per una: un dettaglio che ha reso questi mazzi particolarmente unici. È già prevista una ristampa, ma i nuovi esemplari non avranno numerazione, distinguendosi così dai primi. Chi si trova a Milano può ancora acquistare il gioco direttamente nello Studio Incastro, su prenotazione, mentre gli altri possono ordinarlo contattando i creatori tramite i loro canali social, con spedizioni disponibili anche all’estero.

Busso si adatta davvero a ogni occasione: grazie alla sua immediatezza può essere proposto ai bambini come agli adulti, funzionando bene anche come strumento di team building o animazione durante feste ed eventi. Dietro le carte c’è un progetto che unisce design e creatività, portando sul tavolo un’esperienza semplice ma originale, destinata a lasciare il segno tra gli appassionati di giochi in compagnia. «Io mi occupo di grafica – racconta Marri – e giocando a Kaboo mi ero reso conto che il gioco avrebbe potuto evolversi e avere del potenziale da esprimere molto più grande. Io ci avevo sempre giocato con carte da scala quaranta che rendeva il gioco bello ma limitante su vari aspetti». Da qui le prove, il test, il gioco con amici e i commenti fino al coinvolgimento di Caporale: «L’ha presa bene – prosegue Marri – e ha deciso di supportarmi prima dal punto di visa economico poi anche da quello pratico unendo le forze».

Hanno così tolto alcune regole superflue «e che rendevano il gioco macchinoso e aggiunto altre che lo potevano rendere dinamico. La forza e l’obiettivo futuro sono quelli di creare un gioco modulare: anche per come abbiamo studiato la grafica, che riprende le carte da scala quaranta, è possibile giocare a tutte le età». Il gioco è nato un anno e mezzo fa e c’è già chi lo ha apprezzato giocando in varie città d’Italia, non ultima Monfalcone al cui Comicon si è ritagliato un bello spazio: «L’idea è renderlo universale e con un pubblico ampio perché puoi renderlo più difficile o semplificarlo se qualcuno ha difficoltà o gioca con i più piccoli. Abbiamo dato regole base ma siamo i primi a spingere il pubblico a reinterpretarlo». Per ora la pubblicità sta funzionando con il passaparola ma chissà che non possa prendere, in un futuro prossimo, una piega ancora più nazionale e, perché no, internazionale.

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