Manca manodopera qualificata, Sbe-Varvit apre stabilimento in Campania

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Manca manodopera qualificata, Sbe-Varvit apre stabilimento in Campania

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 26 Lug 2022
Copertina per Manca manodopera qualificata, Sbe-Varvit apre stabilimento in Campania

La società investirà ad Acerra, rassicurazione su via dei Bagni. Il Pd attacca Fedriga.

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La Sbe-Varvit aprirà un nuovo stabilimento ad Acerra. L’azienda con sede a Monfalcone ha deciso di spostare i piani iniziali su Torre Annunziata, sul quale fin dall’inizio erano emersi problemi per l’individuazione di un’area dove collocare il nuovo impianto. Alla fine, quindi, l’imprenditore Alessandro Vescovini ha deciso di rimanere comunque in Campania, ma leggermente più a nord rispetto all’idea originale. Qui troveranno impiego parte dei 50 operai che hanno seguito i corsi di formazione nella Città dei cantieri.

Sotto il profilo occupazionale, sono 63 le nuove assunzioni: 42 giovani periti industriali campani e 21 ex-dipendenti di Meridbulloni, società di Castellammare di Stabia non più operativa dal 2020, riassunti dalla realtà bisiaca già all’inizio del 2021.

“Costruiremo il capannone da zero - spiega l’amministratore delegato del colosso della bulloneria - per Monfalcone non cambierà nulla”, con l'impianto in via dei Bagni. L’operazione si aggira sui 30 milioni di euro, con l’impianto atteso in funzione già a fine 2022. L’obiettivo è arrivare a una produzione di 10mila tonnellate di componenti all’anno. Una scelta, quella di puntare sul Sud Italia, motivata anche dalla “abbondanza di manodopera qualificata, sempre meno disponibile nei nostri territori di riferimento, in particolare in Friuli Venezia Giulia”.

Analoghe difficoltà si registrano “anche nelle vicine Slovenia e Croazia”, come evidenzia una nota dell’azienda. Nel 2021 il fatturato è stato pari a 308 milioni di euro. Oltre che in Bisiacaria, Sbe possiede uno stabilimento anche a Tolmezzo e conta 5mila clienti distribuiti in più di 70 Paesi. L’annuncio è stato salutato con scetticismo dal Partito democratico, con il responsabile regionale Economia Renzo Liva che parla di “fallimento secco della giunta Fedriga: fuggono anche le imprese radicate in regione non solo le multinazionali.

“La mancanza di manodopera qualificata in Friuli Venezia Giulia - attacca il dem - non è una sorpresa ma arrivare al punto che non si trovano sessanta operai pone domande enormi sull’operato del centrodestra in questi anni. Non solo non siamo attrattivi, siamo respingenti. Chissà se l'assessore alle attività produttive scrollerà la sua giovanile e sbarazzina chioma, sentendosi chiamato in causa, o invece sparirà come usa nei momenti complicati”.

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