Savogna, infiamma la polemica sui lavori di via Primo Maggio, l’opposizione attacca: «Carreggiata troppo stretta»

Savogna, infiamma la polemica sui lavori di via Primo Maggio, l’opposizione attacca: «Carreggiata troppo stretta»

Il botta e risposta

Savogna, infiamma la polemica sui lavori di via Primo Maggio, l’opposizione attacca: «Carreggiata troppo stretta»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 07 Mag 2025
Copertina per Savogna, infiamma la polemica sui lavori di via Primo Maggio, l’opposizione attacca: «Carreggiata troppo stretta»

Il sindaco ribatte, «Progetto approvato da anni, accuse prive di senso». Rassicurazioni sui prossimi lavori, «nessun restringimento».

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L’amministrazione comunale di Savogna d’Isonzo procede spedita nell’esecuzione dei lavori pubblici, e dopo il rifacimento del parco comunale, delle scuole e della palestra focalizza l’attenzione anche sui marciapiedi. Grande preoccupazione dei due gruppi consiliari d’opposizione viene tuttavia espressa nei confronti dei lavori eseguiti in corrispondenza della banca e del centro culturale Jožef Češčut su via Primo Maggio, dove evidenziano un eccessivo restringimento di carreggiata.

«Nel consiglio comunale di una decina di giorni fa il sindaco ha precisato che sarebbero iniziati i lavori per rinnovare i marciapiedi dalla palestra di via Primo Maggio fino alla banca – spiega il capogruppo d’opposizione, Kristian Tommasi - dove sono dislocati i carabinieri. Con la ditta presente al momento, da una parte sono stati rifatti in maniera adeguata, mentre dalla parte della caserma sono stati allargati troppo, spingendosi oltre i due metri. Non ricordo le dimensioni precedenti, ma ora sono troppo larghi. Tant’è che la carreggiata verrà ridotta di molto. In consiglio il sindaco ci ha comunicato che i marciapiedi avrebbero dovuto essere rifatti a norma per il passaggio della carrozzina di un disabile, prevedendo la legge almeno novanta centimetri. Ma davanti al centro culturale hanno davvero esagerato. In più è previsto un ulteriore lotto accanto alla caserma dei carabinieri, che si spinga fino al municipio. Se si continua così si dovrà ricorrere a un senso unico ad altezza della chiesa, perché non v’è più spazio. Il problema sussiste in corrispondenza della panetteria, dove risulterebbe pericoloso il transito di due autobus. Al momento è un cantiere e stanno ancora lavorando, ma ci sono dei cordoli già posizionati e tutto lascia pensare che la carreggiata risulti ristretta di tanto».

Non tarda a farsi sentire la replica del sindaco Luca Pisk, che ribadisce come la documentazione sia da tempo depositata presso gli uffici, dopo opportuna approvazione dall’Ente di decentramento regionale. «Lo abbiamo ripetuto più volte – rimarca il primo cittadino - già all’inizio dei primi lavori sulla via Primo Maggio. Il progetto venne approvato dalla Provincia, e in un secondo momento dall’Edr. Tutti i lavori riguardano la messa in sicurezza dei marciapiedi e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Il piano è depositato presso l’ufficio tecnico da anni, ma nessuno dell’opposizione è mai andato a controllare. Se pure sono presenti nuovi consiglieri, Kristian Tommasi ne è ben consapevole. Le sue sono solo parole al vento senza alcun senso. Ogni carreggiata ha determinate misure, e il disegno – sottolinea con forza – è comunque stato approvato dall’ex-Provincia e dall’Edr. Punto. Non siamo all’asilo, non è che qualcuno si sveglia la mattina e prende le decisioni senza che un progetto venga approvato».

La proposta venne sancita prima dell’abolizione delle Province, quando a ricoprire l’incarico di sindaco era ancora Alenka Florenin. «Il progetto ha un po’ di anni – racconta il vicesindaco – perché venne preparato in occasione della concertazione alla quale eravamo invitati dall’assessore Pierpaolo Roberti, che si occupava dei comuni extra-Uti. Quella volta venne steso tutto il disegno della via Primo Maggio, a partire dalla cappella fino ad arrivare all’ufficio postale, perché fu uno degli ultimi approvati dalla provincia di Gorizia. Le cui caratteristiche rispettavano appieno il codice della strada».

In seguito all’approvazione del Peba per l’abbattimento delle barriere architettoniche, per garantire la mobilità di carrozzine e carrozzelle si rende necessaria una larghezza del marciapiede adeguata da un lato o dall’altro della strada. Una prima tranche dei lavori venne realizzata già durante il Covid, e tuttora il comune insegue i bandi per reperire le risorse necessarie. «Avanziamo di pochi metri – prosegue - cento o duecento. Per ogni finanziamento o nuovo intervento richiediamo l’autorizzazione all’Edr, che ci viene concessa. È vero che già nella prima parte insieme ai progettisti abbiamo provveduto a una risagomazione della strada, che prima era una sorta di autostrada dritta e larga. Adesso, con i marciapiedi da un lato più larghi e da un lato più stretti, visivamente la strada diviene un po’ più adatta al centro abitato. Dove non possiamo intervenire in modo diverso, e le auto sfrecciano nonostante i rilevatori di velocità. Le autorizzazioni ci sono e la corsia viene ristretta, ma non più del resto del percorso. Gli autobus passeranno anche in quel tratto, la cui larghezza è uguale a quella della parte nuova dove sono già presenti i marciapiedi. Erano previsti anche parcheggi, ma visto che è già presente quello ampio accanto al parco pubblico, oltre a quello del cimitero, non li abbiamo ritenuti necessari».

«Col prossimo lotto dei mesi successivi, per il quale abbiamo già il contributo, sarà da attendere la decisione dell’Edr – conclude – ma a quel punto non subirà alcun restringimento. L’unico senso unico pensabile potrebbe essere in uscita e in entrata dalla chiesa. Il che aumenterebbe il traffico in prossimità delle scuole, lungi dal nostro interesse», conclude. 

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