Sanità transfrontaliera, 7 anni di progetti Gect: «Le persone sono pronte»

Sanità transfrontaliera, 7 anni di progetti Gect: «Le persone sono pronte»

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Sanità transfrontaliera, 7 anni di progetti Gect: «Le persone sono pronte»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 29 Nov 2022
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Illustrati i risultati ottenuti in sette anni, tutti i progetti finanziati con fondi europei.

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Si tirano le fila su quanto fatto negli ultimi 7 anni con la sanità transfontaliera. Questa mattina, il Gect ha richiamato al casinò Perla le istituzioni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba per presentare i risultati di quanto realizzato con il progetto Salute-Zdravstvo, finanziato dal programma Interreg 2014-20. Solo per quanto riguarda l’aspetto della maternità, sono stati portati quasi un milione di euro in finanziamenti, distribuiti tra la Casa del parto in parco Basaglia e l’ospedale Franc Derganc.

Una mattinata partita dalle cinque azioni da cui si sono sviluppate tutte le attività: il cup transfrontaliero e il focus su autismo, gravidanza fisiologica, salute mentale e inclusione sociale. Temi tutti trattati con esperti del settore che hanno operato in questi anni da una parte e dall’altra del confine, organizzando gruppi misti. Ognuno di loro ha quindi predisposto bozze di protocolli. “L’infrastruttura deve essere complementare, senza doppioni di servizi” ha rimarcato il vicedirettore del Gect, Tomaž Konrad.

Presenti anche i rappresentati delle rispettive amministrazioni locali: i sindaci di Gorizia, Rodolfo Ziberna, e Šempeter-Vrtojba, Milan Turk, e il vice di Nova Gorica Sašo Kogovšek. “Con questi eventi - così il primo cittadino italiano - trasformiamo la narrazione in reale opportunità. Cerchiamo di essere nel piccolo la testimonianza di ciò che vogliamo cercare di fare”. Per Turk, i “risultati rimarranno, è un bene che il progetto si sia ampliato oltre i confini del Gect”. Tra i partner coinvolti, infatti, c’è stato anche il nosocomio di Idria.

Questo ha avuto un ruolo nel filone dedicato alla salute mentale, in uno scambio di buone pratiche che ha visto la controparte slovena attingere molto dal modello nato con Franco Basaglia. Coinvolte anche la ong Šent e la cooperativa sociale La collina, aiutando 22 persone beneficiarie di Budget individuale di salute (Bis). Sono stati 11 gli operatori attivati nel progetto. A crescere è stata soprattutto la struttura d’oltreconfine per i disturbi mentali, passata da 3 a 13 specialisti: “Ci siamo molti avvicinati al modello italiano”.

Focus anche su inclusione sociale e autismo, riuscendo ad aumentare le attività congiunte per supportare famiglie e scuole. Sulla maternità, “abbiamo migliorato la permanenza delle donne durante la gravidanza - così Alenka Zavrtanik, del reparto ginecologia di Šempeter - le mamme possono rimanere insieme per prepararsi alla loro futura vita. Abbiamo conosciuto molte buona prassi, trasferite nel nostro quotidiano” visitando numerosi reparti in giro per l’Europa. “Le persone sono pronte, è questione di volontà politica ora” l’auspicio della professionista.

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