Sanità sotto esame a Monfalcone, «prestazioni a rischio: bisogna investire»

Sanità sotto esame a Monfalcone, «prestazioni a rischio: bisogna investire»

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Sanità sotto esame a Monfalcone, «prestazioni a rischio: bisogna investire»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 24 Nov 2023
Copertina per Sanità sotto esame a Monfalcone, «prestazioni a rischio: bisogna investire»

L’incontro è stato condotto e curato dalla rappresentante locale del Coordinamento, Daniela Careddu: appello per nuovi investimenti.

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Ieri sera a Monfalcone in Palazzetto Veneto, ha avuto luogo un’assemblea aperta organizzata dalla sezione locale del Coordinamento salute Fvg. L’incontro è stato condotto e curato dalla rappresentante locale del Coordinamento, Daniela Careddu. In sala erano presenti gli esponenti delle associazioni di volontariato legate alla realtà ospedaliera cittadina e alcuni esponenti del centrosinistra locale. "Il tema della sanità coinvolge tutti - ha spiegato in apertura la consigliera de La Sinistra, Cristiana Morsolin - questa è un'iniziativa importante e trasversale".

Questa organizzazione si è costituita quasi due anni fa tramite una petizione di 15mila firme presentata alla Regione. Il Coordinamento si batte per invertire la tendenza sulle politiche sanitarie regionali, che l’organizzazione vede “tese a dismettere parti del servizio pubblico attraverso progressive, sempre più importanti e costose esternalizzazioni”. "Abbiamo messo insieme tutti i comitati regionali locali - sono le parole di Daniela Careddu - insieme costituiamo un movimento compatto che mira ad ottenere risultati grazie all'impegno della politica".

"Analizziamo le criticità della sanità regionale con un atteggiamento propositivo. In sostanza chiediamo di investire senza ripensamenti nel servizio sanitario pubblico". Per il coordinamento locale, sono ormai a grave rischio la continuità delle prestazioni, la presa in carico del paziente e la stessa governance pubblica del servizio sanitario, “che si sta preparando a divenire una merce, e non più un diritto, come sancito dalla Carta costituzionale”. “A farne le spese saranno i cittadini – commenta Daniela Careddu - soprattutto quelli più fragili e meno abbienti. Dall'esternalizzazione iniziale di alcune prestazioni si è finiti ad interessare intere linee di servizi".

"Purtroppo, all'utenza, si danno risposte con prestazioni scollegate e miste”. Nel corso dell'assemblea è stato presentato un documento, che verrà consegnato al Consiglio regionale nelle prossime settimane, prima dell’approvazione del Bilancio regionale 2024. Attraverso queste richieste, il Coordinamento Salute Fvg chiede un sensibile aumento degli investimenti a favore della sanità pubblica. Andando al pratico, si è parlato di assunzioni di personale sanitario, tecnico ed amministrativo, della riduzione dei tempi delle liste d'attesa e di sopperire alla grave carenza di medici di medicina generale.

"Abbiamo richiesto la collaborazione dei sindacati - spiega ancora la coordinatrice - per migliorare le condizioni di lavoro del personale". Careddu ha per esempio portato l'esempio dei "medici a gettone" operanti nei Pronto soccorso. "C'è un aumento dei costi - aggiunge Careddu - si denota così una cattiva amministrazione del denaro pubblico se si continua in questa direzione. Invece, bisogna valorizzare il personale interno ed incrementarlo".

Inoltre, è stato richiesto di sostenere tutti gli interventi territoriali a sostegno della salute mentale, della prevenzione, Rsa, dei distretti sanitari, del servizio dell’Adi, dei consultori, alla neuropsichiatria infantile, la prevenzione oncologica e al sostegno degli anziani. Gli organizzatori dell’incontro hanno quindi richiesto di inserire nel bilancio 2024 un sensibile aumento della spesa sanitaria regionale, in modo da favorire le assunzioni a tempo indeterminato di personale che attualmente è carente, ridurre i tempi di attesa e sostenere le aree scoperte e fragili come Pronto soccorso, medicina d’urgenza e i distretti territoriali.

Il Comitato ha infine richiesto che la Regione si attivi per l’elaborazione dei piani di zona assieme ai Comuni, per l’attuazione della legge delega sulla non autosufficienza e per l’apertura di un confronto sul rinnovo dell’organizzazione del Sistema Sanitario regionale.

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