La festa
San Rocco premia la famiglia Furlanut con il Mattone su Mattone, la festa nel borgo di Gorizia

Dall'aiuto nella gestione della casa di Malborghetto fino alla presenza in gruppi parrocchiali e politici. Il riconoscimento a Roberto, Veronica e Laerte.
In una torrida e calda mattinata agostana, il 16 agosto, giornata propria di San Rocco, l’omonimo borgo nel cuore di Gorizia ha celebrato e ricordato il proprio patrono. Chiesa se non gremita comunque affollata per il tradizionale momento religioso che, inserito all’interno dei più ampi festeggiamenti laici, si conferma ugualmente un momento di aggregazione e di festa. A celebrare la Santa Messa delle ore 10.30, accompagnata dalla Corale Santa Lucia e annunciata dal gioioso suono degli scampanotadôrs locali, il rettore del seminario interdiocesano di Gorizia, Udine e Trieste, don Daniele Antonello.
Antonello, che è anche direttore del settimanale diocesano di Udine Vita Cattolica e della radio diocesana Radio Spazio, ha incentrato la propria omelia sulla figura del santo francese. «Siamo in cammino, in questo caso verso la carità – ha esordito Antonello – e San Rocco ha sempre tentato di vivere la Parola e la vicinanza a Gesù costantemente nella sua vita. Rispetto alla sua biografia che si è tramandata di generazione in generazione in tutta Europa, San Rocco ci fa vedere la potenza di Dio nella nostra vita e quanto egli operi all’interno della stessa».
Don Antonello ha ribadito come «San Rocco si è preso cura delle persone perché ha avuto compassione. In un mondo dettato dall’indifferenza, anche tra amici o vicini di casa, in un mondo segnato dalla violenza, in casa come nelle guerre del mondo. Abbiamo bisogno di samaritani e persone buone. Non dobbiamo mai smettere di promuovere l’amore e la cultura dell’altro: come comunità cristiana non possiamo non vivere questa carità concreta».
Da rettore del seminario non ha potuto non ricordare i seminaristi non solo presente alla celebrazione così come la necessità di «pregare affinché nella nostra arcidiocesi di Gorizia nascano altre vocazioni, sacerdotali e nella vita consacrata oltre che in quella matrimoniale».
Accanto ad Antonello quindici confratelli della città e non solo. Tra di essi, a controllare e a portare il proprio commento, l’immancabile monsignor Ruggero Dipiazza che da più di mezzo secolo è figura unica e precisa nelle proprie analisi dell’intero Borgo. Presente anche il parroco, monsignor Nicola Ban, e un nutrito gruppo di giovani ministranti.
Quindi, la consegna del premio Mattone su Mattone che per l’edizione 2025 è andato alla famiglia Furlanut, presente e attiva nella comunità: dalle mani di don Ban sono stati premiati Roberto, la moglie Veronica Polmonari e il figlio Laerte. «È importante che ci sia sempre confronto – così Furlanut – e dobbiamo dire grazie ai tanti che lavorano assieme a noi e permettono la realizzazione di numerose attività. Le tante belle iniziative non nascono da soli ma ci sono tante persone che dicono “sì”», così Furlanut che ha ricordato la presenza alla casa di Malborghetto così come il gruppo chierichetti e quello degli scampanotadôrs, così come varie altre iniziative, tra cui l'animazione del gruppo politico de "I visionari".
Roberto ha voluto ringraziare, tra i vari, il fratello Stelio mentre la moglie Veronica ha ricordato: «Chi si spende in azioni grandi o piccole a beneficio degli altri giustamente non le sfoggia, tuttavia la visibilità di un buon agire è anche una cosa molto importante, perché senza il riconoscimento della comunità non è possibile diventare esempio». Il male «di cui stiamo morendo non è lo stress, è l’insignificanza», ha ribadito Polmonari, secondo cui il modo migliore per poter «raddrizzare una giornata storta o fuggire dalla macina di tante sterili abitudini» è alzare lo sguardo, «scoprendo che non siamo il centro di nulla e che sganciati da un contesto perdiamo di significato». Un antidoto, dunque, per alleviare gli altri e se stessi: «Posso portare la mia briciola di bellezza così come sono, nel punto in cui sono, con quello che ho. Qualcuno ci sarà ad accoglierla. E qualcosa di molto pesante che avevo dentro se ne andrà – ha concluso Polmonari – e diventerà il mio mattone, il mio contributo».
Non è mancato il contributo del giovane Laerte che si è detto «felice di poter ricevere questo premio perché significa che sono stato d’aiuto per la parrocchia a cui sono legato fin da piccolo» e, ricordando le attività a Malborghetto o durante la pesca di beneficenza e del presepe, ha ribadito che «sognavo di diventare grande come loro».
La celebrazione si è conclusa con un momento conviviale, preparato dai volontari che, poi, stasera, 16 agosto, saranno nuovamente in Campo Baiamonti per proseguire con la Sagra di San Rocco edizione 2025. Stasera, alle 22.30, tra l’altro, è prevista l’ultima tombola mentre la chiusura della sagra sarà domani, domenica 17 agosto. La tradizione, infine, sarà rispettata stasera anche con la possibilità, nel tardo pomeriggio sempre in Campo Baiamonti, di assaggiare il tradizionale Strucolo in Straza.
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