L'evento
Il 'Sabo grando' anticipa il Perdon di Barbana: associazioni e volontari omaggiano la Madonnina del Mare

«Un momento in cui i gradesi riescono a fare comunità», precisa il sindaco Corbatto. In serata ancora festeggiamenti e domani la tradizionale processione via mare.
Immacolata nel suo candore abbacinante per la luce riflessa dalle onde, la Madonnina del mare protegge i naviganti e ricorda i dispersi fra i flutti fin dall’ottobre del 1983, nata dalle mani dello scultore di Artegna Giovanni Patat. A lei è stato dedicato oggi – 5 luglio – l’omaggio floreale e la preghiera dell’Angelus in “Pampagnola” nella laguna antistante Grado, dove sorge sulla sua briccola a sfidare le sferzate di bora stagliandosi impavida contro l’orizzonte. Numerose le associazioni che hanno partecipato all’evento nella tarda mattinata, affiancando con le proprie imbarcazioni autorità e Banda civica di Grado posizionate sull’ammiraglia Regina del Mare. La quale l’indomani condurrà in processione solenne Maria fino all’isola di Barbana, e su cui nessuna donna potrà accedere eccetto la statua lignea della Vergine.
«La giornata di oggi – spiega il presidente dell’Associazione Portatori della Madonna di Barbana, Adelchi Quargnali – viene dedicata alla deposizione di un mazzo di fiori alla Madonnina del mare collocata fuori porto San Vito. Una tradizione che va avanti ormai da anni proprio alla vigilia di quello che sarà poi lo scioglimento del voto con il Perdòn di Barbana». Un tempo i festeggiamenti per il Perdòn iniziavano con il ritorno dei pescatori dai casoni, che per l’occasione si recavano dal barbiere per unirsi alle celebrazioni della prima domenica di luglio. L’antica tradizione del corteo di barche si celebra sin dal lontano 1237 a seguito di un voto fatto dalla comunità dopo essere scampata a una terribile pestilenza, e ancora oggi il “Sabo Grando” (sabato grande) prende avvio fra la commozione dei graisani che dai balconi salutano la Regina del Mare accompagnata da canti solenni. «Mentre sul mare d’argento va il pescatore contento, passa e s’inchina alla sua Madonnina», recita l’inno scritto da Mario Pittini negli anni Ottanta, cantato oggi sotto un cielo azzurro che si confondeva con il mare. «Per noi – prosegue Quargnali - l’intera settimana è importante. È un momento sentito da tutta la cittadinanza, durante il quale si lavora ma con piacere ed emozione».
Concorde il primo cittadino Giuseppe Corbatto, che sottolinea l’importanza dello spirito di comunità durante i festeggiamenti. «Quella di domani è una giornata campale per noi gradesi – rimarca – che rappresenta il clou della nostra devozione alla Madonna e della partecipazione comunitaria. Uno dei pochi eventi in cui i gradesi riescono davvero a fare comunità, per la quale auspico grande partecipazione soprattutto fra i cittadini residenti. Perché per quanto sia anche un’attrazione turistica, ciò che conta è il sentimento col quale andiamo a Barbana a chiedere perdono per i nostri peccati. Spero possa essere frutto di una nuova unione fra i cittadini», conclude con orgoglio.
A raccontare l’essenza del “Sabo” è anche il referente di Barbana Leonardo Tognon. «”Sabo Grando” è il giorno precedente alla processione votiva del Pardòn, che dal 1237 e ininterrottamente vede la comunità gradese portare l’effigie di Santa Maria degli Angeli da Sant’Eufemia al Santuario di Barbana, in ricordo di una pestilenza che la Madonna avrebbe evitato alla comunità». Giorno in cui i così detti “casoneri”, residenti nei casoni sparpagliati tuttora in laguna, rientravano a casa. «Tornavano – precisa - per fare tre cose: sbarbarsi, pagare i conti e celebrare anche ubriacandosi la sera prima del Perdòn». Un’atmosfera di festa che trascinava gli abitanti nelle osterie e fra i vicoli del centro, dove si radunavano per bere e cantare fino a tarda notte. «Si ritrovavano la sera prima – racconta - già allora l’amministrazione garantiva che si potesse cantare anche dopo l’orario previsto, mentre il pomeriggio seguente si poteva cantare anche lungo il porto durante le ore di riposo».
Presenti fra le autorità i comandati Domenico Castro e Fabio Colombo, rispettivamente della Guardia costiera e dell’Arma dei carabinieri, oltre a Mario Bressan, comandante della Polizia locale. «È un evento – interviene Bressan – profondamente radicato nella comunità di Grado, al quale i graisani tengono molto. Domani si terrà la solenne processione che vede coinvolta l’intera comunità, ed è un bel momento per la popolazione di quest’isola, che non è soltanto mare e sole ma anche tradizione e cultura».
Una volta raggiunta la Madonnina, don Paolo Nutarelli - accompagnato da don Mauro Belletti di Fossalon – ha invitato i fedeli alla preghiera intonando l’inno alla Madonna. Unite in un caloroso abbraccio le imbarcazioni hanno sostato assieme nella laguna per un brindisi benaugurale segnato da sorrisi e bocconi di pizza. Da un lato l’Associazione volontari di sangue e la Società canottieri Bagni Ausonia, dall’altro i Graisani de Palù, la Protezione civile e la Capitaneria di porto, rimasti accostati alla centrale Regina del Mare in un legame indissolubile che ha unito gli animi. Fino al rientro nel Porto Vecchio al suono festoso della Banda civica, promessa di grandi emozioni per la giornata di domani.
Foto Enrico Cester e Rossana D'Ambrosio.
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