festival del giornalismo
A Ronchi le tragedie in mare e le rotte di migranti, «parliamo di persone»

L'incontro partito dalla tragedia in mare nel Peloponneso di questi giorni, «le migrazioni non conseguono solo ai conflitti». Il racconto.
Continua il Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari. Mentre siamo arrivati al quarto giorno della rassegna culturale, vale la pena segnalare uno dei panel tenutisi nella serata di ieri. Stiamo parlando di "Nuove rotte, nuove crisi: dinamiche e sfide delle migrazioni contemporanee". In questo spazio, i presenti hanno potuto apprezzare gli interventi di Angela Caponnetto, giornalista di Rai News 24, della giornalista freelance Bianca Senatore e dalla ricercatrice universitaria Alessandra Vitullo.
Ad introdurre e moderare l'incontro è stato il giornalista e videomaker gradiscano Francesco Boscarol. Il dialogo è partito da un fatto di stretta attualità. Boscarol ha infatti ricordato il naufragio di un peschereccio al largo delle coste della Grecia, ribaltatosi 47 miglia nautiche a sudovest di Pylos, nel Peloponneso. Sull'imbarcazione c'erano circa 700 persone. I corpi recuperati fino al tardo pomeriggio di mercoledì sono stati 78 e - mentre vi scriviamo - sembra che siano state più di un centinaio le persone tratte in salvo.
Su quel barcone erano stivate persone fuggite da Egitto, Siria, Afghanistan e Palestina. "Una nuova e triste strage di Cutro" così l'ha definita la corrispondente di Rai News ricordando che l'Europa continua ad avere paura, che si ergono ancora muri e continuano i respingimenti. "Le rotte migratorie cambiano - ha spiegato Bianca Senatore - in base alla geopolitica e ai cambiamenti climatici. Per esempio si parte da Tobruch in Libia ma anche dalla Tunisia percorrendo rotte via mare o via terra come quella Balcanica partendo dalla Turchia passando poi per la Bulgaria, Ungheria, Croazia, Romania, Slovenia fino ad arrivare in Italia, passando da Gorizia o Trieste".
Inaudite sofferenze si abbattono su queste persone in cerca di fortuna - o, meglio - di una vita stabile. E sugli scafisti la giornalista Senatore ha affermato: "Al 99% sono migranti al loro punto di partenza. In cambio del viaggio gratis, sono obbligati a guidare l'imbarcazione senza sapere cosa potrebbe succedere. Si dovrebbe chiarire la comunicazione sul ruolo dei trafficanti". Per la ricercatrice Vitullo: "Le migrazioni sono da tempo un tema controverso nel processo informativo. Vanno evitati slogan, non si devono calcare argomenti già noti. Non ci si devono permettere approssimazioni né si deve aderire a processi psicologici preconfezionati come l'associazione tra musulmano e terrorista".
E ancora la docente: "Bisogna andare nella profondità dei temi sociali senza rafforzare il disordine informativo ed evitare la pericolosa retorica della sostituzione etnica". Sulle eventuali difficoltà nel racconto del fenomeno, Caponnetto è stata secca: "Racconto quello che vedo. Quasi sempre quanto racconto non corrisponde a quello che si sente dalla propaganda politica del nostro Paese. È necessario avere sempre delle pezze d'appoggio ufficiali. La mia esperienza è stata prima quella delle navi militari, poi quella delle imbarcazioni umanitarie". Per tutto questo però, la professionista Rai non ha negato di essere stata vittima di un'esperienza di odio espressa in rete nei suoi confronti.
Dal canto suo, la freelance Senatore si è dichiarata molto libera nelle scelte riguardanti la trattazione delle notizie. "Mi organizzo i viaggi da sola, pago un autista e un fixer affidabili per proporre il mio lavoro ai vari media per i quali collaboro ma non è facile". Nel raccontare e documentare le migrazioni bisogna dare forza ad una storia. Come? "Puntando sulle persone che non sono ombre. Dando loro voce per poterle ascoltare" ha chiesto Caponnetto. A parlare poi del trend delle nuove rotte è stata la ricercatrice Vitullo, la quale ha evidenziato che le migrazioni non conseguono solo ai conflitti, ma sono causate da fenomeni climatici disastrosi.
Come quelle provenienti dal Pakistan, dal Bangladesh, dal Senegal, dal Niger o dal Gambia. Vitullo ha citato anche il fenomeno degli spostamenti di pochi chilometri e quello dell'accaparramento dei terreni. "Stanno aumentando le migrazioni di molte donne minori e di donne madri - spiega ancora Vitullo - e questo è dovuto a casi di donne fragili, abusate, schiave domestiche o del sesso illegale. Gli uomini si spostano più facilmente animati da un forte istinto di sopravvivenza per cercare di guadagnare un futuro migliore".
Attualmente, dal Centro Asia si spostano famiglie intere, mentre i migranti africani si separano dai figli per evitare ricatti. Nelle testimonianze delle due giornaliste si sono letti dei sinceri sentimenti di commozione a "Storie che strappano il cuore e che riguardano migrazioni che cambiano in base ai flussi e - peggio - in base al colore della pelle" hanno concordato Caponnetto e Senatore. "Tra i disperati, soprattutto in quelli provenienti da Afghanistan e Iran, emerge forte la richiesta, quella volontà di voler realizzarsi economicamente e socialmente".
"Attraverso la garanzia del diritto allo studio e al lavoro" ha spiegato in chiusura Vitullo. Le nuove rotte e le nuove crisi dovute alle migrazioni di oggi, lanciano perciò anche attraverso il palco del festival ronchese un messaggio attuale e forte: non avere un approccio paternalistico al fenomeno e sviluppare un rinnovato capitale umano.
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