Ronchi ricorda i deportati, l'Aned chiama i giovani: «Brutta aria in Europa»

Ronchi ricorda i deportati, l'Aned chiama i giovani: «Brutta aria in Europa»

La cerimonia

Ronchi ricorda i deportati, l'Aned chiama i giovani: «Brutta aria in Europa»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 27 Gen 2024
Copertina per Ronchi ricorda i deportati, l'Aned chiama i giovani: «Brutta aria in Europa»

Il sindaco Mauro Benvenuto richiama alla pace. Libero Tardivo, presidente dell'Aned, riprende le parole del Giuramento di Mauthausen.

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Appeso, quasi come un sudario, al labaro dell’Associazione Nazionale ex Deportati c’era il “pigiama a righe” che un noto film sull’Olocausto, qualche anno fa, aveva portato alla ribalta. Stamattina, a Ronchi dei Legionari, la cerimonia per il 27 gennaio, Giornata della Memoria per ricordare le vittime dell'Olocausto, ha visto, tra i tanti assenti portati via dall’età e dal tempo, una presenza fissa, immobile, eterna: quell’uniforme decisamente fuori dal normale, con il berretto sempre a righe, è rimasta ferma immobile, con il numero segnato sul taschino e il bianco ormai sbiadito e logoro.

Alla presenza del labaro del comune di Ronchi dei Legionari, insignito della medaglia d’argento al valor militare per le attività partigiane durante la Seconda guerra mondiale, di Alpini, Anpi e forze dell’ordine, il sindaco, Mauro Benvenuto, dopo la benedizione del parroco di San Lorenzo, monsignor Ignazio Sudoso, ha ricordato la necessità di ritrovarsi ancora per mantenere viva la memoria. Negli ultimi mesi Ronchi ha perso due delle memorie storiche dell'Olocausto e, oltre al ronchese Mario Candotto, in provincia rimane in vita solo Scilla Carletti di Monfalcone.

«Il prossimo anno ricorreranno gli ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. Un periodo che, in Europa, è stato fortunatamente caratterizzato da una parola, tanto semplice, quanto bella: pace», ha ribadito il primo cittadino che ha sottolineato come «la parola pace, purtroppo, non sembra essere di moda oggigiorno. Tra guerre in corso e violenze varie sembrerebbe che in ottant’anni non siamo stati capaci di diffondere sufficientemente questo verbo, per il quale, l’unico a perseverare nell’evocarlo è Papa Francesco».

Secondo Benvenuto «è importante, ora come non mai, fare leva sulla coscienza delle persone, diffondere e divulgare cultura e investire massicciamente in istruzione. È fondamentale trasmettere alle future generazioni, i prossimi proprietari del mondo che verrà, i valori e i principi della democrazia e della libertà – le quali non devono essere scontate», così ancora Benvenuto.

Libero Tardivo, presidente dell’Aned, portando la testimonianza della propria famiglia, deportata. «Tra il 1940 e il 1948 qui si consumarono gli anni più bui», ha esordito Tardivo. «La lotta antifascista iniziò nel cantiere da persone che parlavano lingue diverse ma avevano un’idea comune. Lo scontro si acuì dopo l’8 settembre 1943 e le deportazioni furono ancora più feroci, come quella del 24 maggio 1944 a Ronchi». Tardivo ha ricordato anche la nascita della Brigata Proletaria a Selz, movimento armato che si mosse verso Gorizia «per rallentare i nazisti».

Dall’esponente Aned ci sono anche state parole di riconoscenza per l’accoglienza che venne data dalla comunità parrocchiale di San Lorenzo nei confronti degli ormai ex militari italiani che rientravano a casa e degli sfollati sloveni e croati che uscivano dai campi di internamento italiani di Visco e Gonars. «Dobbiamo spingere i ragazzi e le nuove generazioni a visitare i luoghi come la Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento con forno crematorio in Italia. In questi anni abbiamo visto come il Giuramento di Mauthausen non sia stato rispettato e sento che si muove un’aria cattiva nella nostra Europa», così ancora Tardivo che ha concluso: «Evitiamo i nazionalismi che dicono “io sono meglio di te” perché non ha più senso. Qualcosa di triste sta nascendo in Europa». 

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