Ronchi ricorda l'infoibata Olga Blasi nel Giorno del Ricordo

Ronchi ricorda l'infoibata Olga Blasi nel Giorno del Ricordo

La cerimonia

Ronchi ricorda l'infoibata Olga Blasi nel Giorno del Ricordo

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 15 Feb 2022
Copertina per Ronchi ricorda l'infoibata Olga Blasi nel Giorno del Ricordo

Un momento di memoria all'interno della tenuta dove ancora una lapide la ricorda.

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Una targa, all’interno della Tenuta Blasig a Ronchi dei Legionari ricorda Olga Blasi, infoibata. Una cerimonia ne ha tramandato la memoria proprio nel giorno del ricordo, anche se ritardata di qualche giorno, il 12. “Un dramma che per troppi anni era stato tenuto nascosto, negato, non si voleva portare a conoscenza di quanto era accaduto in queste terre tra il 1943 e il 1947”, ha ricordato il sindaco, Livio Vecchiet, di fronte a una delegazione di cittadini e istituzioni. “Migliaia d’italiani residenti nella Venezia Giulia, in Istria in Dalmazia furono perseguitati e uccisi dalle truppe jugoslave di Tito, tanti, tantissimi furono gettati nelle foibe”, ha proseguito il primo cittadino.

“Il dramma delle foibe rappresenta una delle pagine più dure e tragiche della storia italiana, sulla quale però era stata quasi imposta una congiura del silenzio, non si voleva ricordare, si voleva rimuovere questo dramma dalla storia, quasi non fosse successo nulla”, ha proseguito il sindaco, ricordando come il comune di Ronchi non fu toccato direttamente dai crudeli fatti di quegli anni ma che li subì indirettamente con l’esodo.

“Molti di questi esuli furono accolti con indifferenza molte volte con ostilità, solo grazie a loro alla loro perseveranza questa dramma è stato posto alla ribalta storica, ed ha assunto un ruolo fondamentale della nostra memoria”, ha proseguito Vecchiet. “Anche il nostro Comune è stato toccato dal dramma dell’esodo in quanto ben 233 famiglie, circa 700 persone, di esuli decisero di stabilirsi sul nostro territorio comunale, questa è anche la nostra storia”.

“Esistono ancora sacche d’ignoranza e di indifferenza dovuto alla mancata conoscenza della storia, ma dovute anche alla non conoscenza della storia tragica di questa nostra terra di confine che non è mai stata la storia delle altre regioni e per questo è una storia poco conosciuta, ma questa storia troppo spesso anche noi facciamo finta di non conoscerla. Noi invece non vogliamo dimenticare, coloro che sono stati costretti ad abbandonare le case, per salvare la loro vita e quella dei propri cari, l’unica colpa era quella di essere italiani, persone che sono morte con l’unico pensiero di essere stati strappati alle proprie radici con la morte nel cuore”, ha proseguito Vecchiet.

“Le angosce le sofferenze degli esuli non dovranno mai essere dimenticate, dobbiamo batterci contro le ideologie che sono ormai sbiadite, e che non hanno nulla a che fare con la democrazia, nostro dovere deve essere quello di ricordare i drammi del passato e di promuovere la pace, la convivenza, e la collaborazione internazionale”, ha concluso il primo cittadino.

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