La cerimonia
Ronchi dei Legionari, il ricordo dei deportati del 24 maggio 1944

«La memoria è vostra», ha ricordato agli studenti il presidente Aned, Libero Tardivo.
78 anni fa, la popolazione di Ronchi dei Legionari subì il rastrellamento nazifascista alle 4.30 del mattino. Le persone arrestate, furono 68. Quel terribile fatto - accaduto il 24 maggio 1944 - nessuno lo dimentica ancora oggi. Infatti, proprio in questa data, Aned, comune e Anpi di Ronchi dei Legionari hanno promosso una manifestazione di ricordo di quel triste avvenimento che vide la deportazione delle donne ad Auschwitz mentre gli uomini vennero portati a Dachau. Furono 32 i cittadini che non fecero più ritorno a casa. Nel giardino di piazza Oberdan è stata perciò depositata una corona d'alloro ai piedi della lapide che ricorda quel tragico fatto.
"È doveroso ricordare che tanti nostri concittadini dopo il settembre 1943, decisero che bisognava fare qualcosa per combattere i soprusi, la mancanza di democrazia, la mancanza di libertà, la povertà che il regime fascista aveva imposto a tutti i cittadini. Ebbene questi cittadini di cui noi ci onoriamo di essere gli eredi, con coraggio, entrarono a fare parte del movimento chiamato Resistenza, che fu uno degli artefici principali, assieme alle forze alleate, della liberazione del nostro paese, dai tedeschi, dal nazifascismo" ha ricordato il sindaco Livio Vecchiet prendendo parte all'incontro.
Alla manifestazione era presente anche la classe 3A della scuola media Leonardo Da Vinci. Proprio a quegli studenti si è rivolto nel suo intervento il parroco monsignor Ignazio Sudoso che ha citato la frase di Primo Levi riportata sulla targa marmorea omaggiata poco prima dalla posa di una corona. "Se moriremo in silenzio come vogliono i nostri nemici, il mondo non saprà mai di che cosa l’uomo è stato capace e di che cosa tutt’ora è capace” così la citazione di Levi che ha ispirato il sacerdote.
"A noi è affidata una grande responsabilità. Quel tragico fatto ci riporta a riflettere sull'oggi, sul che cosa siamo capaci di fare ancora oggi" ha affermato il parroco riferendosi a morte e distruzione ancora attuali. E ancora monsignor Sudoso ha esortato i più giovani: "Dobbiamo fare tutti la nostra parte per riorientare la storia per quanto ci è possibile".
Anche il presidente dell'Aned, Libero Tardivo ha proposto una riflessione ai presenti e soprattutto ai più giovani. "Portate avanti il messaggio di quanti hanno sofferto, la memoria ormai è vostra" ha detto Tardivo.
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