Da Romans il racconto di una giovane vita tra amore per il calcio e tragedia della mente

Da Romans il racconto di una giovane vita tra amore per il calcio e tragedia della mente

La recensione

Da Romans il racconto di una giovane vita tra amore per il calcio e tragedia della mente

Di Ferruccio Tassin • Pubblicato il 23 Gen 2021
Copertina per Da Romans il racconto di una giovane vita tra amore per il calcio e tragedia della mente

Ferruccio Tassin racconta l'ultima opera firmata dal giornalista Edo Calligaris, che esplora l'animo umano nelle sue corde più profonde.

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Edo Calligaris potrebbe essere citato "semplicemente" come il cronista di Romans d’Isonzo per la sua attività di corrispondente del Piccolo. Invece ha fatto molto di più: entrando nelle case, nelle fabbriche, nella vita paesana e, con rispetto e sensibilità, nella vita delle persone, ha descritto tante storie, senza dare ali alla fantasia: con realismo cronistico e sensibilità entrata nell’anima. Tutto ciò nel suo ultimo libro, "Armando e i suoi fratelli. Le loro storie raccolte in uno stadio”, edito dal circolo “Mario Fain” e dal gruppo di ricerca “I Scussons”. Scuole, divertimenti, il lavoro, la storia quella alta e quella della vita di ogni giorno.

Storie di umili e potenti, con rigore, e quasi tremebonda onestà, sempre teso al vero, a trovare il lato buono anche in vite inclinate al male. Sicché il suo entrare nella vita paesana non si è solo fermata alle cose, ma ha riguardato anche lo spirito. Il suo narrare la storia si è inoltrato nelle casupole, nelle osterie, nei palazzi, nelle fabbriche, nelle chiese, esplorando il senso locale e la dimensione internazionale, che sempre investe la storia in questo angolo di mondo che abbraccia i confini e ne sente gli scossoni, quando la volontà dei potenti scaglia le genti “contro”. Ma qui, con Armando, la storia esplora le anime. Quella spaventosamente percossa di lui e quelle - trepide - di chi gli stava intorno.

Anche la psichiatria, la medicina della mente del corpo e dell’anima qui, nelle nostre terre, ha trovato interesse precoce: a Gorizia, con l’ospedale che ospitava storie e vite, soprattutto (ma non solo) di miseria. Oggi, la vita di Armando si sarebbe potuta riprendere dopo un intervento di microchirurgia o con farmaci che ora ci sono e allora non c’erano. Ma l’oggi non può riprendersi una vita drammatica come quella di Armando, della sua famiglia e del suo paese. Se c’è qualcosa di positivo in tutto questo dramma di vita è la trepidazione partecipe del paese al dramma.

L’eroe è lui, Armando, protagonista di uno dei tanti drammi vissuti in "quegli" ospedali e letterariamente protagonista di una tragedia greca. Lui sapeva e non poteva far niente; le persone che gli stavano intorno sapevano e non potevano far niente… L’altro protagonista della storia è il padre, che non sa rassegnarsi, ma è costretto a cedere: non lo poteva più andare a trovare, per eccesso di amore. Tragedia a tragedia aggiungeva ogni distacco. Il vento di giustizia umana portato da Franco Basaglia tentò di lambire anche lui, ma per lui, chirurgia e farmacologia non erano ancora pronte a lenire dolore e a bloccare il dramma.

Sarebbe stato "normale" Armando, oggi. Avrebbe potuto fare carriera con le sue doti di calciatore che seminava il panico nelle difese avversarie. Sarebbe, ma non è stato. Rimane il suo nome cui è intitolato il campo di calcio. Questo nel paese. A noi, resta il rammarico di una speranza nata e soffocata innumerevoli volte. Nel disegno di Dio, di certo ci saranno, per grazia e certezza del Verbo eterno, altro senso di giustizia e altro destino. Edo Calligaris ha fatto sì che una scintilla di questa certa giustizia accenda le stoppie e vagoli qua e là illuminando momenti di vita. A chi legge con attenzione e col fiato sospeso questo dramma di vita non sfuggirà un’immagine oltre il tempo e lo spazio, quella di Armando che si esibisce in un suo bruciante dribblig fra le nuvole!

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