Romans, una folla all'ultimo saluto a Rita Del Bianco: «L'amore delle mamme ci tiene in vita»

Romans, una folla all'ultimo saluto a Rita Del Bianco: «L'amore delle mamme ci tiene in vita»

Il commiato

Romans, una folla all'ultimo saluto a Rita Del Bianco: «L'amore delle mamme ci tiene in vita»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 30 Gen 2025
Copertina per Romans, una folla all'ultimo saluto a Rita Del Bianco: «L'amore delle mamme ci tiene in vita»

Alle esequie ha partecipato una moltitudine di persone anche dai paesi vicini. La figlia Marta, «hai tenuto insieme il mondo».

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Un bagno di folla ha accompagnato ieri, mercoledì 29 gennaio, le esequie di Rita Del Bianco. Parenti, amici, conoscenti: tanti compaesani, sia da Villa Vicentina che da Ruda, oltre che da Romans d’Isonzo, chiaramente, radunatisi in una gremitissima chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata. A celebrare i funerali il parroco, don Michele Centomo, assieme a numerosi sacerdoti della diocesi di Gorizia e di Udine.

Rita lascia il marito Paolo, i figli Marco e Marta, la mamma Carmen, le sorelle Emanuela e Giulia, i nipoti e i cognati. Tanti i giovani in chiesa, amici e parenti dei due figli, così come numerosi sono stati i seminaristi del seminario interdiocesano di Gorizia, Udine e Trieste e i bambini, suoi alunni. Trasferitasi a Romans dopo il matrimonio con Paolo Postir, titolare dell’omonima attività metalmeccanica in paese, era originaria di Villa Vicentina. Per oltre vent’anni ha lavorato nella Banca Intesa San Paolo a Cormons fino a quasi ai cinquant’anni: in quel momento la decisione di intraprendere la strada dell’insegnamento, suo sogno, diventando maestra. Così, dopo aver partecipato al concorso, iniziando il proprio percorso a San Vito al Tagliamento, chiedendo poi il trasferimento a Romans.

Era pure impegnata con l’associazione “La Miglioranza” di Romans, ma anche da ragazza a Villa Vicentina, dove con lo zio farmacista del paese aveva promosso molte iniziative per la crescita della comunità. Verrà ricordata come persona disponibile con tutti, che anteponeva sempre gli interessi altrui prima dei propri.

«Per un attimo il pensiero va alla sua vita di amore e dedizione alla famiglia, alla scuola dove ha forgiato i suoi alunni, alla sua bontà d’animo e alla sua attenzione a tutti», così don Michele all’omelia. «A raccoglierci qui non è solo l’affetto familiare e amicale: è quello stesso affetto, ma in quanto generato e innervato dalla fede, dalla condivisione di quella medesima fede, di cui ci ha dato esemplare testimonianza specie nel momento in cui ha toccato con mano la propria fragilità. In un certo senso è proprio lei che in questo momento ci invita ad alzare lo sguardo, per scorgere i tratti di quel futuro al quale lei ormai appartiene, il futuro di Cristo risorto».

Il parroco ha ricordato anche come «a tenerci in vita è l’amore di quanti ci accolgono nel nostro venire al mondo, come solo una mamma può fare e di chi ci accompagna fino all’ultimo respiro. Ora comprendiamo meglio che questo amore che ci fa vivere è il frutto e il pallido segno di un amore infinitamente più grande e potente, capace non solo di darci vita, ma di restituircela pienamente e definitivamente oltre la morte».

Prima del corteo, lungo e sentito, fino al camposanto di Romans, è stata la figlia Marta a pronunciare le parole di commiato. «È tempo di ringraziarti oggi. Di ricordare la straordinaria persona che eri, per me e per tutte le persone che sono qui oggi. Altruista, determinata, intelligente, buona. Hai lottato per realizzare i tuoi sogni e guarda cos’hai creato. Hai tenuto sempre tutto il mondo insieme, anche se il tuo, silenziosamente, si stava sgretolando», ha ricordato la figlia.

«Direi quindi – ha concluso – che questo giorno è quello giusto per dirti grazie. Grazie semplicemente di essere stata quello che sei. Una figlia, una sorella, una moglie, una mamma e un’amica ineguagliabile. Oggi non ti voglio dire addio perché sarai sempre presente nella mia vita. Sei viva negli album delle foto dei viaggi che hai fatto e che sognavi di fare. Nei tuoi libri, nelle tue cose lasciate per casa e nella tua voce che ogni sera mi dà la buonanotte. Il tuo amore è vivo dentro tutti noi». 

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