ieri sera
Gradisca, Roberti incontra i cittadini: «Tornare a respingimenti in Slovenia»
Ieri sera l'incontro con la cittadinanza, lunedì il vertice con il sindaco. Atteso sistema di telecamere e luci.
L’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, incontrerà lunedì il sindaco di Gradisca d’Isonzo per fare il punto sulla situazione migranti. Una criticità che è stata affrontata già ieri sera dallo stesso esponente della giunta nella Fortezza, invitato dal locale circolo della Lega e dal consigliere regionale Diego Bernardis per un incontro con la cittadinanza. All’Hotel Franz, oltre a diversi residenti, c’erano anche esponenti di alcuni comuni, come la sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint.
Oltre a quella bisiaca, c’erano anche esponenti delle amministrazioni di Capriva e San Lorenzo Isontino, nonché della stessa gradiscana con l’assessore Stefano Capacchione presente tra il pubblico. Nel corso del suo intervento, Roberti ha ricordato che “quando ci siamo insediati, abbiamo trovato una situazione dopo il picco degli arrivi nel 2015 con la galleria Bombi di Gorizia e il Silos di Trieste, siamo scesi di tanto con i numeri da allora”. Negli ultimi mesi, però, il flusso via terra dalla rotta balcanica ha ripreso vigore.
“Non è più un’emergenza ma una situazione cronica - ancora l’assessore -, da quando non c’è più la Jugoslavia esiste la rotta balcanica e bisogna gestirla. Noi però non siamo il primo Paese d'arrivo della rotta, dovrebbe essere il primo in area Schengen, quindi quantomeno la Slovenia e da gennaio anche la Croazia”. Su questo, ha ricordato la fine dei respingimenti alla frontiera dei migranti entro 20 chilometri dalla frontiera, sancito dall’ordinanza del tribunale monocratico di Roma dopo il ricorso presentato da un ragazzo afghano.
In quell’occasione, l’uomo accusava di essere stato maltrattato dalla polizia italiana, venendo affidato agli omologhi sloveni e da lì a quelli croati, fino a tornare in Bosnia. Una decisione, quella dei giudici, ritenuta priva di senso dall’esponente dell’esecutivo regionale: “Noi lo abbiamo rispedito in Slovenia, che rispetta i diritti umani, non in Bosnia”. Ha quindi ricordato come, per fronteggiare la situazione, oltre a ciò sono stati attivati anche i ricollocamenti fuori regione, oltre ai respingimenti via mare.
“Il sistema dei centri accoglienza si era svuotato - così Roberti - e c'erano posti disponibili. Nel 2022, invece, è successo esattamente quello che abbiamo sempre detto a Lamorgese, ossia che il sistema che così com’è non può funzionare solo con i ricollocamenti”. Se è vero però che “abbiamo bisogno di una quota di immigrazione, ci sono vuoti su alcune richieste lavorative”, l’esponente della Lega ha rilevato che “un conto è gestire, un altro lasciare aperto e basta i confini”. Altro punto sollevato è stata l’attivazione tardiva delle pattuglie miste.
La misura che prevede i controlli con agenti italiani e sloveni su entrambi i lati è partita con Salvini al Viminale ma “quest'anno sono iniziate solo a settembre, abbiamo perso tutta l’estate. Dal primo gennaio ci sarà anche la Croazia in Schengen, diventando la frontiera esterna dell’Europa. Auspico che questo sia l’ultimo inverno passato in questo modo”. In ogni caso, l’assessore non vede nessuna soluzione immediata per le decine di persone che oggi vivono all’addiaccio, rifiutando di aprire altri centri temporanei in zona.
“Nell’ultima parte dell’anno c’è stato un forte aumento di arrivi. Le temperature alte facilitano i transiti ed è evidente che in Turchia qualcosa non funziona. Erdogan viene pagato dall’Europa ma si mollano persone e ci sono arrivi di etnie come curdi, che non si vedevano da tempo”. Guardando invece alla regole comunitarie, “mi va bene il Trattato Dublino ma applichiamolo alla lettera: qui non arriva nessuno perché chi lo fa ha attraversato almeno un Paese europeo prima”. Nel frattempo, si studierà un nuovo sistema di videosorveglianza.
Telecamere e punti luce saranno finanziati dal fondo messo a disposizione dalla Regione per le prefetture, da destinare totalmente a Gradisca. Saranno così potenziati i punti di controllo nei dintorni del Cara. “La curva ora è discendente, a un certo punto dell'anno i migranti non arriveranno più. Non possiamo chiudere l’emergenza di oggi ma cercare di non ripeterla in primavera”. Da parte del pubblico, è arrivata anche la richiesta di trovare una soluzione per chi dorme all’aperto, evitando pericoli per loro stessi e gli altri.
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