Ritrova dopo anni lo zio morto durante la Grande guerra, sepolto a Oslavia

Ritrova dopo anni lo zio morto durante la Grande guerra, sepolto a Oslavia

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Ritrova dopo anni lo zio morto durante la Grande guerra, sepolto a Oslavia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 10 Mag 2023
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L'ottantenne arrivato da Imola ha scoperto dove giace il parente. Lo zio era sergente e morì nel 1917 sull’Altopiano della Bainsizza.

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Erano anni che Nello Pierantoni cercava il luogo di sepoltura di suo zio paterno, Secondo Pierantoni. L’unica cosa di cui era certo è che fosse caduto durante la Prima guerra mondiale, ma l’esatta ubicazione della tomba non era mai stata comunicata alla famiglia. Alla fine, la ricerca l’ha portato a Gorizia, complice l’Adunata degli alpini di questo fine settimana a Udine. Con il cappello piumato, l’uomo - 80 anni - è così giunto all’Ossario di Oslavia, dove finalmente è riuscito a incoronare il suo sogno.

All’interno dell’area militare, infatti, sono custodite le spoglie del proprio caro, che perse la vita a seguito di ferite riportate in combattimento il 27 agosto 1917. Morì sull’Altopiano della Bainsizza, a oltre 500 chilometri da Pergola, suo paese natale in provincia di Pesaro da cui era partito, a soli 25 anni. Nonostante Pierantoni, che oggi vive a Imola, non abbia mai conosciuto personalmente il parente, leggere il suo nome sulla pietra è stato come abbracciarlo per la prima volta. Incredibile la felicità espressa in quel momento.

“Ho chiamato subito mai sorella - racconta l’uomo poco dopo il ritrovamento - sono così emozionato che mi si blocca lo stomaco”. Grazie all’aiuto del primo luogotenente Bartolomeo Rispoli, che lo ha accolto a Oslavia, Pierantoni è così riuscito a individuare l’oculo esatto dove riposano i resti dello zio. Quest’ultimo era stato inquadrato come sergente del 37esimo reggimento fanteria, mandandolo a combattere laddove oggi è Slovenia. Prima della tragica fine, riuscì anche a tornare a casa in licenza, donando alla famiglia un “ricordo”.

Si tratta infatti di una tela recuperata da una chiesa distrutta sul Carso, di cui il discendente non conosce però il nome esatto del paese. Sopra vi è raffigurata la Maria Maddalena dentro una grotta, larga circa un metro per due, firmata dall’artista T. Del Neri. Oggi, quel dipinto è tutt’oggi conservato dai Pierantoni, dentro la cornice realizzata in modo semplice all’epoca. Insieme a quello, il ricordo è custodito anche in una fotografia del militare deceduto, che adesso potrà essere inserita nell’elenco ufficiale.

“L’avevo cercato in tutti i sacrari del Nord Italia - ancora il nipote - da Timau al Veneto. Volevo venire da tempo qui a Gorizia”. L’occasione si è presentata con il grande evento nazionale nel capoluogo friulano, poiché lo stesso Nello Pierantoni ha servito nell’esercito come alpino. La salma giace così insieme a quella di altri 57mila uomini, di cui solo 20mila identificati, che persero la vita nel conflitto mondiale nei dintorni della città. Tutte inserite qui dal 1938, anno di realizzazione dell’opera, e che ora attendono il rintocco della Campana Chiara.

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