Ritorno delle Province, confini e bisogni condivisi: il dibattito promosso a Cervignano

Ritorno delle Province, confini e bisogni condivisi: il dibattito promosso a Cervignano

L'INCONTRO

Ritorno delle Province, confini e bisogni condivisi: il dibattito promosso a Cervignano

Di REDAZIONE • Pubblicato il 29 Mar 2025
Copertina per Ritorno delle Province, confini e bisogni condivisi: il dibattito promosso a Cervignano

Interventi del presidente del Consiglio Fvg Mauro Bordin, l’assessore di Gorizia Patrizia Artico, nonché di storici, giornalisti, realtà associative e sindaci della Bassa Friulana.

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La Bassa friulana orientale continua ad animarsi di dibattiti e approfondimenti sul tema della ricostituzione delle province, nell'ambito dell'iter attualmente in corso a Roma. A tenere viva la discussione sono realtà associative come Cervignano Nostra e Gorizia 3.0, che nella sera di ieri venerdì 28 marzo hanno promosso un partecipato incontro presso la Casa della musica di Cervignano del Friuli. Diverse le posizioni espresse, ma comune la convinzione che, se animate dal buongoverno, le province possono rappresentare uno strumento utile e positivo per il territorio.

Tra i relatori anche il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Mauro Bordin, che ha ricordato i passaggi dell'iter in corso a livello nazionale: «Entro l'anno potrebbe concludersi il percorso di ricostituzione delle province. Ma credo sia necessario muoversi con prudenza». «Difficile pensare a un'apertura già nel 2026 – ha commentato - sono fautore del 2027, sia per motivi organizzativi che per accoppiarle alla possibile scadenza delle elezioni politiche».

Uno dei temi centrali del dibattito è stato quello della definizione dei confini. Le posizioni sono risultate diverse: secondo il presidente del Consiglio Fvg, la linea più praticabile sembra essere quella della continuità, poiché «modificare i confini provinciali significherebbe affrontare un percorso ad ostacoli». Il sindaco di Aquileia Emanuele Zorino ha invece affermato di «essere contento di aver gettato i semi di un dibattito che sta interessando sempre di più». «Il senso di queste serate è proprio confrontare le idee che non sono nate da un impeto ideologico e tantomeno politico - ha proseguito Zorino - ma da una nostra convinzione profonda e radicata, che si unisce a una visione del futuro forte per la nostra area geografica». «A cosa serviranno le province future? Senz’altro al territorio - ha concluso il primo cittadino di Aquileia - abbiamo avviato finalmente una riflessione che sarà sempre più profonda e costruttiva su quelle risposte molto concrete che i cittadini aspettano». Sui confini è intervenuto anche lo storico Stefano Perini, la cui riflessione è stata particolarmente apprezzata: «I confini furono cambiati d'imperio ormai cent'anni fa, mentre i cambiamenti democratici richiedono tempi molto più lunghi».

Per il presidente di Cervignano Nostra Michele Tomaselli, «le affinità che potrebbero giustificare una discussione in Regione sul futuro dell'ex mandamento di Cervignano sono di carattere territoriale oltre che storico». «Sia l'isontino che il cervignanese – ha proseguito Tommaselli - dopo anni verosimilmente di stagnazione e spopolamento potrebbero integrare strategie e bisogni condivisi perché l'humus su cui ripartire sono i territori di una stessa matrice comune».

In seguito Patrizia Artico, assessore di Gorizia, ha portato una prospettiva allargata maturata grazie all'esperienza di Go!2025, estendendo la riflessione anche al tema turistico e al ruolo delle province nel futuro del territorio. Artico ha richiamato due definizioni legate a Go!2025 ovvero «l'utopia possibile, intesa come impegno a costruire un futuro migliore per figli e nipoti, dove il dialogo prevalga sulle armi», e «l'altro futuro', un'alternativa concreta a ciò che accade oggi in Europa, un orizzonte di speranza per le nuove generazioni». «Dobbiamo comprendere che ogni progetto deve avere una finalità chiara e condivisa – così ancora Artico - c’è anche un aspetto economico importante: due città come Gorizia e Nova Gorica stanno unendo le forze per crescere insieme. Lo stesso spirito dovrebbe guidare il dibattito sulla riforma delle province: dobbiamo chiederci con chiarezza dove vogliamo andare».

È intervenuto anche il sindaco di Cervignano, Andrea Balducci: «Come amministratore locale, trovo poco appassionante il dibattito sulle trasformazioni istituzionali, nella quotidianità ciò che conta sono i problemi reali: abitazioni, lavoro, bisogni assistenziali. Va bene il confronto, ma da sindaci siamo chiamati ad affrontare sfide molto più immediate».

Il punto ritenuto infine di maggior rilevanza dai presenti è stato quello delle competenze da attribuire alle nuove province. Per il presidente Bordin «questo è il vero cuore della riforma. Le province non possono limitarsi a viabilità e edilizia scolastica. Serve un passaggio più ampio di competenze, ma anche un supporto concreto ai Comuni, oggi in sofferenza, anche per la carenza di personale. Le nuove province dovranno farsi carico di professionalità e capacità operative».

Foto Acon

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