Controlli al confine tra Italia e Slovenia, le reazioni della politica in Fvg

Controlli al confine tra Italia e Slovenia, le reazioni della politica in Fvg

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Controlli al confine tra Italia e Slovenia, le reazioni della politica in Fvg

Di Redazione • Pubblicato il 18 Ott 2023
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Plauso dal centrodestra regionale, perplessità dal sindaco di Nova Gorica. Il Pd: «Governo avrà sue ragioni ma non c'entra nulla il Cara di Gradisca».

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Le tensioni in Medio Oriente e l'affluso costante di migranti dalla rotta balcanica hanno portato il governo dell'Italia a rimettere i controlli alle frontiere con la Slovenia. L'annuncio ha subito portato alle reazioni della politica non solo regionale e goriziana, ma anche della limitrofa Nova Gorica, con le preoccupazioni espresse dal sindaco Samo Turel per quanto riguarda i possibili riflessi di questa iniziativa sulla Capitale europea della cultura 2025. In ogni caso, per ora la novità entrerà in vigore dal 21 ottobre per dieci giorni, eventualmente prorogabili.

Plauso alla decisione del ministro dell'Interno Piantedosi è arrivata dal centrodestra locale. "La reintroduzione dei controlli al confine con la Slovenia - commenta il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Antonio Calligaris - costituisce un'ottima notizia per la sicurezza nella nostra regione". Per l'ex sindaco di Fogliano Redipuglia, "quanto accaduto in Belgio con l'attentatore entrato in Europa illegalmente proprio dal nostro Paese (arrivando via mare da Lampedusa per poi raggiungere la Svezia, ndr) dimostra l'importanza di intensificare i controlli alle frontiere".

"La misura, oltre che di prevenzione del terrorismo e della criminalità organizzata, consentirà di monitorare la rotta balcanica - conclude Calligaris - limitando così gli ingressi illegali del nostro Paese che intasano il Cara di Gradisca e gli uffici delle questure, portando insicurezza nelle nostre città". Dal Senato, anche Francesca Tubetti di Fratelli d'Italia approva la misura, ricordando "che la rotta balcanica ha costituito fino ad oggi un canale d’accesso all’Italia per fin troppi immigrati clandestini: dai dati del Viminale risulta che da gennaio a settembre 2023 siano entrati 1.700 immigrati al mese in Friuli Venezia Giulia".

Si tratterebbe quindi di "circa 13.700 persone in 8 mesi. È arrivato il momento di porre un argine per ridurre quanto più possibile il rischio di ritrovarsi terroristi islamici entro i nostri confini. La sicurezza dei nostri cittadini e delle famiglie resta prioritaria per il governo Meloni". Per Diego Bernardis, consigliere regionale di Fedriga presidente, la decisione "è stata attesa a lungo ed è una scelta di buon senso per prevenire atti di terrorismo e contrastare la criminalità organizzata".

"Gli attacchi contro Israele e l'atto terroristico a Bruxelles richiamano inevitabilmente la necessità di una profonda riflessione. È evidente - sottolinea l'esponente di maggioranza - che occorre adottare politiche più rigorose ed efficienti per il controllo e la gestione del fenomeno migratorio. Le permissive e poco oculate politiche migratorie passate hanno avuto conseguenze indesiderate. In questo contesto diviene auspicabile un coordinamento tra gli Stati membri dell'Unione europea per rafforzare il controllo delle frontiere esterne e fermare una volta per tutte gli ingressi irregolari".

Dal centrosinistra, per il capogruppo Pd in Aula Diego Moretti "la temporanea sospensione di Schengen al confine con la Slovenia è una misura che va usata esclusivamente in funzione di prevenzione antiterrorismo. Se il governo l'ha fatto, avrà avuto le sue ragioni. Quello che è stato il confine più aperto d'Europa deve tornare a esserlo. In questa vicenda non si tiri in ballo il Cara di Gradisca: non c'entra nulla e non devono quindi esserci strumentalizzazioni".

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