gli espositori
Ritornano gli artigiani della moda, otto nomi con Projekt D a Gorizia

Dopo la parentesi in via Rastello, lo showroom torna in via del Seminario dove si potranno ammirare le creazioni di otto artigiani tra Italia e Slovenia.
Uno showroom per far conoscere le eccellenze artigianali del territorio e per passare il messaggio che è accostandosi a queste realtà che si possono effettuare acquisti di qualità, attenti all’ambiente, alla salute e a tematiche sociali. Torna per la sua terza edizione Projekt D, evento ideato nel 2021 grazie all’incontro fra la fotografa Dominique Pozzo e la mamma blogger Dragana Radosevic a Gorizia. Domani dalle 10.30 alle 20 l’apertura al pubblico dello showroom di via del Seminario 12, con un ritorno alla location da cui tutto è partito esattamente un anno fa.
L'esposizione arriva dopo una puntata in via Rastello nella primavera passata: l’evento, patrocinato dal Comune, da Io Sono Friuli Venezia Giulia e GO!2025, si preannuncia molto accattivante per chi voglia curiosare fra creazioni originali, ecosostenibili e radicate nella storia. Storia del territorio in alcuni casi, storia soprattutto di chi sta dietro agli abiti, alle borse e ai gioielli che - appunto nella giornata di domani – potranno essere acquistati direttamente dai loro artefici usufruendo anche di piccoli sconti o ricevendo un omaggio assieme all’acquisto.
Il percorso dello showroom, sostenuto dall'Unione regionale economica slovena (Sdgz), dal ministero dell’Economia, Turismo e Sport della Slovenia e da Spirit Slovenia, si compone di otto espositori a cui domani pomeriggio si affiancherà la consulente di immagine Helena Pertot. Questa, in sloveno alle 16 e in italiano alle 18, terrà un incontro aperto al pubblico in cui parlerà delle varie tipologie di corpo femminile suggerendo per ciascuno l’abbigliamento in grado di valorizzare maggiormente la persona.
I primi abiti che si potranno ammirare domani dalle vetrine che affacciano su via del Seminario saranno quelli dell’udinese Ivan della Mora, designer e creatore del brand Idm in cui propone uno stile che supera il concetto di genere attraverso abiti dal taglio essenziale che possono adattarsi ugualmente a donne e uomini. Dettagli colorati si sposano a linee puliti per abiti la cui vendita va in parte a favore dell’associazione Agedo a sostegno della comunità Lgbtq+ con il suo atelier di piazza Vittoria, Roberta Gentile attraverso il brand TU&TU propone una moda cruelty free grazie a materiali non derivati da materiali come accada per la seta, prodotta dal bambù.
Appassionata del Giappone, vi ha fatto scorta di tessuti a seguito di un viaggio che l’ha portata a realizzare non solo abiti ma anche pochette e borse. Dietro al marchio Upsidu ci sono due giovani maestre mosaiciste che si sono legate proprio alla scuola del mosaico di Spilimbergo decidendo di dare vita a gioielli vivaci e colorati, in cui le tessere di vetro o ceramica dipinta e intagliata a mano vengono incastonate in supporti di legno. Borse in pelle o in carta lavabile contraddistinguono invece il brand Makosha (letteralmente, nello slang sloveno, “come stai”) nate con il semplice obiettivo di trovare una borsa adatta alle proprie esigenze.
I colori naturali ispirano queste creazioni, che escono dal laboratorio di Vipavski Križ mentre a San Giovanni al Natisone nascono gli abiti di Crimosh, al secolo Cristina Mocchiutti. Inizialmente attiva nella tappezzeria della mamma dove ha avuto modo di imparare a disegnare le sue prime creazioni, dopo aver studiato a Bologna e negli Stati Uniti lo scorso anno Cristina ha aperto il proprio laboratorio da dove alcuni suoi lavori sono partiti per partecipare a una sfilata della fashion week di Milano.
Dopo un’esperienza come personal coach, Urška (fondatrice del marchio Urshy) ha deciso di unire questa passione per la crescita individuale a quella per la moda dando vita a dei pattern per borse che diventano veri e propri simboli energetici capaci di risvegliare la dea che troppo spesso viene tenuta nascosta da ogni donna. Julia Kaja Hrovat, fashion designer creatrice del brand JKH, propone collezioni diverse per ogni stagione dell’anno, tutte comunque ispirate alla cultura e mitologia slava da cui ha tratto, per le ultime creazioni, il motivo della Danza macabra affrescata sulle pareti della chiesa di Hrastovlje.
Tre le linee di abbigliamento pensate da Tjaša Skapin, unite dall’ideale della farfalla come simbolo di metamorfosi che può condurre da un abito pret a porter a un vestito da sera. La passione per i materiali naturali l’ha portata a estendere questo amore anche ai colori tanto da realizzare un abito i cui dettagli rossi sonostati ricavati dal vino terrano. Già dalla scorsa edizione, Projekt D guarda a GO!2025 grazie a un programma che si va pian piano definendo e che comprenderà, accanto ai due showroom annuali, dei cocktail party sul Collio e sul Carso con il sogno poi di poter realizzare una vera e propria sfilata.
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