l'iniziativa
Ritorna l'autoemoteca a Ronchi, donazioni in parrocchia a Vermegliano

Il nuovo appuntamento è fissato per il 25 settembre, nell’area sportiva ricreativa della parrocchia di Santo Stefano a Vermegliano. Come prenotarsi.
Da tempo si assiste ad un progressivo invecchiamento della popolazione dei donatori di sangue al quale non sembra corrispondere un adeguato ricambio generazionale. La situazione relativa alla raccolta di plasma, per esempio, è essenziale per la produzione dei farmaci. “Se c’è carenza di plasma siamo costretti a rivolgerci all'estero per la fornitura di questi farmaci, molto spesso sono salvavita – dichiara il presidente della Fidas di Ronchi, Enzo Zuin -. Ecco perché rilanciamo con forza il messaggio che donare il sangue è un gesto responsabile".
Un aiuto "gratuito, sicuro e indolore e può salvare molte vite al giorno”. Per questo la sezione bisiaca dei donatori di sangue riproporrà l’autoemoteca, per sensibilizzare e avvicinare nuovi donatori al dono. Il nuovo appuntamento è fissato per il 25 settembre, nell’area sportiva ricreativa della parrocchia di Santo Stefano a Vermegliano. Basterà contattare il 3271330020 per prenotarsi.
“Non mancate a questo nuovo appuntamento offerto a Ronchi, vale il futuro di molte persone – ricorda Zuin –. Si pensi a quanto sia essenziale il sangue, un’esigenza quotidiana che diventa tragica ogni volta che manca, non solo in caso di eventi eccezionali quali terremoti, disastri o incidenti, ma anche e soprattutto nella gestione ordinaria dell’attività sanitaria, nell’esecuzione di trapianti e di vari interventi chirurgici, nei servizi di primo soccorso, nelle terapie oncologiche contro tumori e leucemie”.
“È uno sforzo importante e sinergico che mettiamo in campo con i centri trasfusionali di Gorizia e Monfalcone, ma anche con l’autoemoteca – continua Zuin - Quest’ultima per raggiungere e coinvolgere capillarmente quanti più cittadini possibile dai 18 ai 65 anni”. Donare è un gesto di solidarietà e unendosi alla causa si possono salvare delle vite. Il sangue e i suoi componenti sono quindi presidi terapeutici indispensabili.
“Non esistono ad oggi alternative possibili alla donazione e se si desidera una sanità locale capace di prendersi cura dei pazienti, non possiamo far appello solo sulla scienza e sulla medicina ma dobbiamo dare il nostro contributo” ha aggiunto Renato Chittaro, referente delle iniziative Fidas a livello provinciale. Come detto, l’autoemoteca tornerà nella città bisiaca e sarà un richiamo alla responsabilità comune.
Foto di archivio
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