«Pronto soccorso, rischio sicurezza»: proclamato lo stato di agitazione a Monfalcone

«Pronto soccorso, rischio sicurezza»: proclamato lo stato di agitazione a Monfalcone

La decisione

«Pronto soccorso, rischio sicurezza»: proclamato lo stato di agitazione a Monfalcone

Di I.B. • Pubblicato il 21 Ago 2024
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A darne notizia i sindacati Uil Flp e Nursind che stamattina si sono riuniti in un sit-in davanti all'ospedale. Chiesto ulteriore dialogo con Asugi.

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È stato proclamato questa mattina lo stato di agitazione del personale del Pronto Soccorso di Monfalcone: a darne notizia sono Uil Fpl e Nursind che si sono ritrovati assieme a una rappresentanza degli operatori sanitari all’esterno della struttura questa mattina. Un segnale che arrivano «anche a seguito degli ultimi gravi episodi di violenza e del grido di aiuto del personale oramai stanco e stremato dalla grave carenza di organico in relazione al carico di lavoro dettato da un numero di accessi troppo elevato che si attesta attorno ai 45mila annui con un’utenza in molti casi “difficile”», fanno sapere.

In organizo al Pronto Soccorso monfalconese ci sono, in questo momento, 17 medici, 35 infermieri, 21 Oss, tre ausiliari, un assistente amministrativo. Con 60mila accessi, invece, Cattinara risulta avere nell’organico 36 Medici, 63 infermieri, 31 OSS, 20 ausiliari a cui si somma il personale del 118, 8 medici, 48 infermieri, 35 autisti, 25 Oss.

«Nonostante questi numeri il personale di Cattinara ha un carico di lavoro molto pesante e certamente necessiterebbe di altre risorse, come ha bisogno di ulteriori risorse il Pronto soccorso di Gorizia. Noi chiediamo di adeguare il personale del Pronto soccorso di Monfalcone a uno standard che sia in linea con l’idea di questa Direzione Aziendale di una Azienda unica, che potrà divenire tale solo quando i numeri e l’attività saranno alla pari, in linea con questo principio i numeri del personale devono essere rapportati al carico di lavoro che nel caso del Pronto soccorso si misura con gli accessi. Non vogliamo scatenare guerre fratricide ma il nostro intento è quello di avere una giusta ripartizione delle risorse siano esse umane o economich», fanno sapere i sindacati.

«Se la realtà di Trieste è certamente diversa per molteplici ragioni, è indubbiamente vero che le condizioni sono altrettanto difficili. Vogliamo così ricordare, sfruttando i riflettori mediatici giustamente ancora accesi sulla prima linea della città dei cantieri, che le difficoltà del Pronto Soccorso di Cattinara non sono mai terminate», ribadiscono Uil Fpl e Nursind. «Abbiamo ascoltato ancora una volta i colleghi che si sono immedesimati in quelli di Monfalcone, ricordando tutto gli episodi di violenza del passato, tutte le piccole aggressioni quotidiane e le situazioni difficili a cui vanno incontro ad ogni singolo turno, con tutte le difficoltà organizzative e di organico, gli imprevisti e le carenze».

Secondo le sigle sindacali è necessario il «confronto, non lo scontro. Noi crediamo nell’impegno dei lavoratori, che strenuamente difendiamo, senza curarci a quale “area” essi appartengano, uniti nell'impegno e nel sacrificio di ogni giorno».

Durante il sit in operatori, medici e infermieri hanno ribadito le problematiche, dalle gravi criticità per la sicurezza degli operatori del pronto soccorso al rischio per la sicurezza degli utenti che accedono alle strutture fino alla grave carenza di organico e al conseguente necessario aumento del numero di personale medico infermieristico e di supporto. Dai sindacati sono arrivate alcune richiesto come l’aumento dei posti letto nella terapia semintensiva al ripristino della guardia attivo notturna per rispondere alle eseigenze delle medicine fino alla postazione fissa della polizia nel pronto soccorso.  

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