Riprendiamoci il Comune, la campagna nazionale fa tappa a Gorizia

Riprendiamoci il Comune, la campagna nazionale fa tappa a Gorizia

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Riprendiamoci il Comune, la campagna nazionale fa tappa a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 06 Lug 2023
Copertina per Riprendiamoci il Comune, la campagna nazionale fa tappa a Gorizia

Ieri l'evento organizzato da I Visionari e il Comitato di quartiere di Straccis, c'è tempo fino al 15 luglio per aderire alla proposta di legge.

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Ha fatto tappa ieri pomeriggio a San Rocco la campagna “Riprendiamoci il Comune”, promossa dall’omonimo comitato nazionale. Un’iniziativa popolare che ha già raccolto una quarantina di adesioni da altrettanti associazioni e gruppi di cittadini per presentare due proposte di legge di iniziativa popolare. A Gorizia, l’idea è stata illustrata da Emilia Accomando del comitato regionale, ospite dell’incontro in sala Incontro promosso dalla comunità di impegno politico I Visionari e il Comitato di quartiere di Straccis.

Evidenziando il fatto che pochi partiti hanno aderito alla campagna, “dimostrando uno scollegamento dalla società civile”, gli organizzatori hanno ricordato “l’empio della passerella di Straccis, che è stata chiuse più volte ma l’amministrazione non ha mai spiegato il perché o ascoltato le esigenze del rione”. Per quanto riguarda la raccolta firme, che si svolge prettamente online fino al 15 luglio, Accomando ne ha spiegato i punti: la riforma fiscale della finanza locale e la socializzazione di Cassa depositi e prestiti.

“Le amministrazioni locali in tutta Italia - così la referente dell’iniziativa - hanno perso 10mila occupati dal 2010 in poi. Il paradosso finale è che le spese sono ridotte all’osso su investimenti e servizi. Gli enti locali sono poi strangolati dai debiti con interessi da usura”. L’attivista ha quindi rilevato come “la quota del debito a livello nazionale è di circa il 10% delle spese dei Comuni”. Nel 2019, ben 1.083 di loro “sono andati in dissesto o predissesto finanziario. Il buco per le casse comunali è di 22,8 miliardi di euro”.

Da qui, le richieste avanzate, a partire da quella di: istituire il pareggio di bilancio sociale, ecologico e di genere, eliminando tutte le norme che oggi impediscono l’assunzione del personale, reinternalizzando i servizi pubblici a partire dall’acqua, difendendo suolo, territorio, beni comuni e patrimonio pubblico e dando alle comunità territoriali strumenti di autogoverno davvero partecipativi e inclusivi. Quindi un intervento sulla Cdp, trasformandola nuovamente in ente di diritto pubblico, decentrato territorialmente.

Per il comitato, l’azienda controllata dal ministero delle Finanze dovrebbe mettere a disposizione le proprie risorse “come forma di finanziamento a tasso agevolato per gli investimenti dei Comuni decisi attraverso percorsi di partecipazione della comunità territoriale”. Compito che, va detto, comunque già svolge garantendo tassi al di sotto dei costi di istituti privati per le amministrazioni locali. Per aderire alla proposta, bisogna collegarsi al sito web Riprendiamociilcomune.it e sottoscrivere qui la petizione. I moduli cartacei non sono invece presenti in municipio.

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