Il podcast con le storie del rione Sant'Anna, spazio di dialogo a Gorizia

Il podcast con le storie del rione Sant'Anna, spazio di dialogo a Gorizia

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Il podcast con le storie del rione Sant'Anna, spazio di dialogo a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 21 Dic 2022
Copertina per Il podcast con le storie del rione Sant'Anna, spazio di dialogo a Gorizia

Presentati i risultati del progetto portato avanti con Asugi e Fondazione Carigo, coinvolgendo le persone.

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Hanno raccontato per un anno intero la comunità, partendo dalle voci dei suoi protagonisti. Questa mattina, la cooperativa La Collina ha presentato il risultato del progetto Vivere Sant’Anna, presso l’ex Istituto Contavalle nell’omonimo quartiere di Gorizia, realizzato con in collaborazione con Asugi e Fondazione Carigo. Importante il lavoro fatto con Radio Fragola, perché proprio dalla parola e dallo strumento audio è nata la vera novità di un percorso che prosegue da anni tra la realtà e il tessuto sociale.

Racconti e testimonianze, infatti, sono stati riportati in diversi podcast che si possono ascoltare sul sito web della radio. “È stato lo strumento con cui abbiamo costruito diversi percorsi - ha spiegato l'operatrice, Francesca Giglione - Negli anni scorsi abbiamo prodotto un libretto con storie e mappature del territorio. Sono stati coinvolti target diversi, anche se il focus era su un’età medio-alta”. Nonostante l’alta densità di over 65 nel rione, la volontà di sperimentare tecniche nuove legate all’incontro non è mai mancata.

“Il podcast è stato come una radio di quartiere - ha rimarcato Giglione -, registrando una chiacchierata conviviale che diventa spazio di denuncia ma anche per lasciare idee e proposte, nonché ricordi”. Le puntate sono state registrate principalmente attorno a un caffè o a una tazza di thé, al Cafè Julienne, mentre alcune sono state realizzate direttamente in studio grazie agli strumenti di Radio Fragola. Tanti i temi trattati, tra cui quello del cinema, coinvolgendo anche il regista goriziano Matteo Oleotto che è stato ospite.

“Abbiamo realizzato anche un corso ad hoc sui podcast, con un giornalista di Radio Capodistria per realizzarli dalle basi”. Grazie a queste registrazioni, ascoltabili liberamente online e dalla durata di circa 12 minuti l’uno, si è iniziato “a dialogare e scoprire storie di noi e del territorio”. Tra queste, la passione di molti - come testimoniato da alcuni presenti questa mattina nell’incontro di scambio - per l’orto, grazie alle attività negli spazi sociali messi a disposizione dall'associazione Grass, ma anche per il lavoro a maglia.

Alcune signore in sala hanno portato con sé dei propri lavoretti, realizzati durante questi spazi dedicati alla convivialità. "Tutto questo - ha commentato Alessandro Saulo, dirigente medico del Centro di salute mentale - non è solo per fare qualcosa per la sanità ma per l’intera città. È motore di uno piccolo sviluppo che nasce tra le pieghe delle cose. Una volta i rapporti di vicinato erano forti, il progetto li ha fatti riscoprire. Fare salute mentale è anche promuovere la salute della comunità, e il gruppo di Territori in azione lo fa ancora meglio degli psichiatri”.

Foto Territori in azione

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