Alla scoperta del territorio
La rinascita industriale e lo sviluppo turistico nella Mariano del Friuli di Luca Sartori

Dopo la profonda crisi del 2008, Mariano si è risollevata scommettendo sul retroporto e nelle aziende agricole.
Torna il nostro appuntamento con la scoperta del territorio, raccontando i diversi comuni del territorio goriziano. Oggi siamo andati a Mariano del Friuli, centro di circa 1.500 anime, per vederne più da vicino la realtà. Paese natale di Dino Zoff, storico portiere della Juventus e della Nazionale nonché suo Commissario tecnico, oggi il comune è guidato dal sindaco Luca Sartori (nella foto), 52 anni, alla sua prima esperienza alla guida della giunta ma già vicesindaco nell’amministrazione precedente e assessore al bilancio da quella prima ancora.
“Guardare le cose con questa nuova veste - ci spiega il primo cittadino - è completamente diverso rispetto al passato. L’attuale situazione pandemica non aiuta sicuramente. Certo, non siamo stati fortunati fino a quasi due settimane fa, quando non avevamo ancora registrato alcun caso positivo. Ora la situazione è esplosa, un po’ come tutta Italia”. Gli ultimi dati indicano infatti 10 contagiati nella piccola comunità. In ogni caso, “le problematiche sono molte e ci toccano tutti da vicino, anche perché in una realtà come la nostra ci conosciamo tutti”.
In questo senso, fortunatamente, i quasi 250 ragazzi che frequentano le scuole comunali non sono stata toccati dal virus. “Essere un polo insieme a Medea, Romans e Villesse - sottolinea Sartori - ci ha sicuramente aiutato, perché noi sindaci e la dirigente scolastica siamo riusciti a creare un bel connubio per far partire le attività didattiche in sicurezza”. Se non è stato necessario andare ad operare molto sugli edifici in sé, che già si presentavano adeguati, “è stato soprattutto il dispendio di risorse mentali a richiedere più tempo, per capire come organizzarsi. Con il boom in arrivo capiremo come abbiamo operato finora”.
L’emergenza sanitaria ha portato con sé anche una nuova crisi economica, paragonabile a quella del 2008. In quel periodo, “Mariano risentì molto della crisi del Distretto della sedia, a cui le nostre industrie erano legate. I nostri capannoni si sono quasi totalmente svuotati dopo quel tracollo. Da allora, le nostre aziende agricole hanno investito molto nella viticoltura, tanto che oggi abbiamo nomi molto importanti anche a livello nazionale che danno lavoro a quasi 500 persone”. L’industria, invece, si è riorganizzata nel retroporto: “La creazione dell’uscita autostradale girata verso il nostro paese ha rivitalizzato gli insediamenti produttivi”.
In questo senso, c’è stato una vera e propria svolta: “Dopo il 2008, la zona industriale era vuota al 60%, oggi invece è piena all’80%”. Il segreto è stato attrarre le realtà che lavorano a stretto contatto con il porto di Monfalcone e, nonostante il crescente sviluppo di questa infrastruttura, Sartori esclude un espandersi degli spazi produttivi: “Ci sarà un piccolo ampliamento, ma siamo già arrivati al massimo. Dobbiamo anche capire che, con l’aggregazione del polo industriale di Gorizia con quello di Monfalcone (di cui noi facevamo parte), si può fare rete anche con altri comuni che hanno spazi già disponibili”.
Dietro alle scuole medie, peraltro, si trova l’ex Italsvenska: 36mila metri quadrati fatiscenti e in mezzo al paese, possibile destinazione di iniziative artigianali. “Non possiamo andare a consumare ulteriore suolo” è la certezza del primo cittadino. Nello sviluppo locale, inoltre, c’è il turismo: “Nella sola frazione di Corona, che conta 350 abitanti, abbiamo quattro strutture ricettive che captano tutto il territorio limitrofo”. Per questo, è stato progettato un restyling del centro della borgata, ora in attesa della risposta del contributo economico della Regione, prevista per il prossimo marzo.
In ogni caso, il futuro del territorio non può che passare dalla comunione d’intenti tra le diverse realtà locali: “Dobbiamo fare rete con i comuni del territorio, così anche per altri servizi, per poter crescere. Si è sempre lavorato ognuno per conto suo, ma bisogna mettere insieme le risorse per fare di più e meglio. Abbiamo già avviato un discorso con alcune amministrazioni della zona per intensificare i rapporti, a partire dalla promozione della fascia Collio-Isonzo”.

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