La storia
Rinasce la squadra di calcio femminile a Trieste, in quattro dal Goriziano

«C'è ancora tanto da fare, soprattutto in Italia, ma è un ottimo segnale specialmente per le bambine». Il progetto ha ripreso in gran parte le atlete ex Triestina.
La ASD Trieste Victory Academy ha ufficializzato l’8 agosto la nascita della propria Prima Squadra di calcio femminile, che debutterà nella stagione 2025/26 nel campionato d’Eccellenza. L’iniziativa arriva per colmare l’improvviso vuoto lasciato dall’interruzione dell’attività dell’unica formazione femminile di vertice a Trieste, privando molte atlete della possibilità di proseguire il loro percorso sportivo in città. Tra le conferme e chi ha già firmato ci sono quattro ragazze del Goriziano, precisamente da Grado, Monfalcone, Aquileia e Pieris.
«Per noi accogliere queste ragazze non significa soltanto allestire una squadra», spiega Francesca de Bosichi, fondatrice della Sezione Femminile. È un impegno a proteggere un movimento ed un’eredità sportiva e umana, dando continuità a una storia che è stata scritta negli anni passati da chi ha avuto il coraggio e la visione di portare il calcio femminile nel nostro territorio».
Il principale ostacolo è stato il tempo ridotto: «Dal 4 agosto, quando si è chiarito il destino del settore femminile locale, stiamo costruendo l’intera struttura tecnica, amministrativa e organizzativa, completando l’iscrizione al campionato, i tesseramenti e avviando la ricerca di risorse economiche. È un lavoro intenso, che richiede dedizione totale da parte di tutto lo staff».
La società lancia un appello a cittadini, istituzioni e imprese locali per sostenere il progetto: «Ci siamo assunti una responsabilità importante in pochissimi giorni, consapevoli dei rischi organizzativi ed economici. Ma per portarlo avanti abbiamo bisogno dell’aiuto del territorio: insieme possiamo trasformare questa scelta coraggiosa in una bella pagina di sport triestino».
Tra le giocatrici che vestiranno la nuova maglia ci sarà anche Camilla Pinatti (in foto a destra, foto di Stefano Quarantotto), classe 2003, che ha iniziato a giocare a 12 anni seguendo le partite del padre e del fratello alla Gradese, prima di passare al Tavagnacco e quindi alla Triestina. «Ero tornata a giocare e stavo bene con il gruppo, mi dispiaceva dover mollare. Questa opportunità mi permette di continuare senza dover andare troppo lontano, perché le altre squadre che mi avevano contattato erano davvero distanti. È stato molto triste vedere chiudere, dopo tanti anni di impegno per dare un futuro a questo sport, l’unica realtà locale di vertice: un grande passo indietro. In Italia il problema resta la visibilità».
Pinatti si allena tre volte a settimana più la partita. A ottobre si laureerà in scienze motorie a Gemona e proseguirà con un master in psicomotricità a Padova, con l’obiettivo di lavorare con bambini con difficoltà motorie nei primi anni di vita.
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