Riflessi e ritratti, gli sguardi di 70 artisti in mostra a Palazzo Attems

Riflessi e ritratti, gli sguardi di 70 artisti in mostra a Palazzo Attems

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Riflessi e ritratti, gli sguardi di 70 artisti in mostra a Palazzo Attems

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 26 Mag 2022
Copertina per Riflessi e ritratti, gli sguardi di 70 artisti in mostra a Palazzo Attems

Venerdì l'inaugurazione, viaggio tra i dipinti dal Cinquecento al Novecento.

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L'arte è spesso intesa come specchio della realtà, non solo in chiave realistica ma soprattutto espressiva. Ed è proprio negli occhi dei vari artisti che questa ha trovato il suo riflesso. Gli stessi che il pubblico potrà ammirare nella nuova mostra allestita a Palazzo Attems, “Riflessi. Autoritratti nello specchio della storia”, che aprirà un ciclo di quattro diversi percorsi in altrettante location gestite da Erpac. Dopo i Musei provinciali, infatti, il tema sarà declinato anche a Trieste e a Gradisca d’Isonzo.

Ad essere state coinvolte fin dall’inizio sono stati Magazzino delle idee, Museo Revoltella e Galleria Spazzapan, dando ognuna spazi e colorazioni diversi. In piazza De Amicis, l’esposizione aprirà ufficialmente i battenti, venerdì 27 maggio alle 18, con le sale curate da Johannes Ramharter e Raffaella Sgubin, con la collaborazione di Lorenzo Michelli e Vanja Strukelj. Saranno esposte una settantina di opere, spaziando dal Cinquecento fino al Novecento, tutte legate dal leitmotiv del ritratto e autoritratto, mostrando occhi e forma.

Gli stessi dipinti, nelle diverse sale, saranno posti in “dialogo” tra loro, accostando nomi ed epoche anche distanti. Come l’autorappresentazione di Francisco Goya, Ferdinand Georg Waldmüller e Giuseppe Tominz, a testimoniare anche la volontà di valorizzare il patrimonio della stessa Pinacoteca nonché la sua storia, recuperando autori e tele che hanno già trovato casa nel palazzo. Tutte queste mostreranno le infinite sfumature dell’artista che decide di raccontare sé stesso con la pittura, nella veste di osservatore ma anche al lavoro nel suo atelier.

L’itinerario partirà dalle pagine di “Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori”, volume scritto da Giorgio Vasari nel 1550 che, per la prima pronta, fa entrare questi artisti nella storia mentre erano rimasti fino ad allora rilegati al ruolo di artigiani. Una sala sarà inoltre dedicata a Anton Zoran Mušič, che condividerà gli spazi “in famiglia” con i ritratti del suocero Guido Candorin e della moglie Ida Barbarigo. A chiudere la panoramica sarà l’Imperial Elke di Elke Krystufek (1999), raffigurante la stessa artista viennese nuda allo specchio.

Lei stessa si guarda attraverso lo schermo del telefono, scattandosi una foto. Un aggancio alle forme più moderne di autoritratto, che saranno analizzate in chiave ancora più moderna a Gradisca e non solo, e all’assoluta abbondanza di nostre immagini che riempiono internet e gli smartphone. È l’appendice più attuale di un ragionamento che porta a interrogarsi su quanto l’artista racconti il sé reale ed esterno e quanto il proprio Io profondo. Il dialogo tra diversi musei, inoltre, guarda anche al 2025 e a nuovi itinerari per appassionati e turisti.

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