Protezione civile rientrata dalle Marche, il racconto dei volontari bisiachi

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Le testimonianze

Protezione civile rientrata dalle Marche, il racconto dei volontari bisiachi

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 04 Ott 2022
Copertina per Protezione civile rientrata dalle Marche, il racconto dei volontari bisiachi

Una giovane ventunenne della montagna la mascotte della colonna. Dal Goriziano 8 volontari.Una giovane ventunenne della montagna la mascotte della colonna. Dal Goriziano 8 volontari.

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È rientrata nella prima serata di sabato la colonna mobile della Protezione Civile della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia partita la scorsa domenica alla volta delle Marche, a Ostra, per portare aiuto alla popolazione colpita dall'alluvione. 61 in tutto i componenti la colonna tra 52 volontari di Protezione Civile comunale provenienti da tutta la regione (da Latisana alla montagna, da Trieste a Erto e Casso), sei funzionari, tre operatori della Croce Rossa; trentacinque i mezzi in campo tra cui uno dei pompieri volontari di Trieste. Dal Goriziano otto i volontari messi in campo, cinque da Ronchi dei Legionari, uno da San Pier d’Isonzo, uno da Monfalcone, con il nuovo mezzo Avant, macchina operatrice polifunzionale, e uno da Gradisca d’Isonzo.

Alcuni giovanissimi volontari erano la loro prima esperienza: una ventunenne di Chiusaforte, anche lei alla sua prima esperienza, è stata eletta mascotte della colonna per la grande determinazione e spirito di squadra che ha dimostrato in questi giorni di impegno. È stata una settimana di lavoro svolto in piena sinergia, che ha permesso ai volontari provenienti da diversi paesi del Friuli-Venezia Giulia di conoscersi e operare con grande affiatamento.

La comunità di Ostra non ha mai smesso di ringraziare i volontari del Friuli-Venezia Giulia per la loro opera di aiuto, con tante attestazioni di stima: anche il sindaco e tutti i componenti del consiglio comunale del paese, in forma unanime, hanno ringraziato le squadre, sottolineando lo straordinario valore; un "grazie" sentito, che conferma ancora una volta come il sistema di Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia sia esempio e modello per il Paese.

I volontari si sono concentrati nella loro opera nella pulizia delle strade, dei marciapiedi, degli accessi ad abitazioni private, fabbriche, attività produttive. Hanno rimosso fango e detriti anche nel quartiere dove, a seguito della drammatica alluvione, hanno perso la vita tre persone.

In particolare, come ci raccontano i volontari ronchesi, partiti con due mezzi, “non solo strade ma anche alcune zone industriali e, in particolare, una scuola elementare. Un’esperienza non semplice per chi, per la prima volta, scende in zone che necessitano aiuto”. Anche da Ronchi, infatti, c’è chi si è messo in gioco, nella pratica, per la prima volta. Ma anche chi ha già esperienze del genere alle spalle e ha saputo consigliare i colleghi. “La gente è anche sotto shock ed è necessario mantenere la calma anche nel relazionarsi”. In ogni caso i volontari della nostra regione si sono fatti notare per resistenza e qualità del lavoro. “Eravamo proprio nella zona più colpita dal maltempo e dall’esondazione”, tanto che nelle vicinanze della palestra che ha accolto le squadre il fiume Misa era nuovamente sotto osservazione, rischiando di esondare per soli venti centimetri.

“In alcune case – raccontano – l’acqua era arrivata al solaio di una casa e lo aveva sollevato. A darci una mano, comunque, c’erano persone di ogni età, uscite a dare una mano, dagli anziani ai bambini”. Con l’ausilio dei Vigili del fuoco, i volontari hanno utilizzato più di 50/60mila litri d’acqua al giorno: da Ancona arrivavano ogni giorno due botti da 27mila litri, senza contare l’intera acqua utilizzata dagli idranti. 

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