LA CERIMONIA
Il ricordo delle vittime di guerra a Monfalcone, «basta bombe sui civili»

In città esposto lo striscione sulla facciata del palazzo municipale. La cerimonia al monumento di via Rosselli con l'Anvcg e il prefetto.
Questa mattina, in occasione della Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, il Comune di Monfalcone ha aderito alle celebrazioni esponendo lo striscione “Stop alle bombe sui civili”. L'appello è stato posto sulla facciata del municipio, raccogliendo l’invito dell’Associazione nazionale comuni italiani e dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra, organizzando una cerimonia alle 10.30 al monumento ai caduti di via Fratelli Rosselli.
Alla commemorazione hanno partecipato l’assessore Paolo Venni, il prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi, i rappresentanti dell’Anvcg della sezione di Gorizia con il presidente Luciano Negri, i rappresentanti delle forze dell’Oodine, delle associazioni d’Arma e della società civile, l’assessore di Gradisca d’Isonzo Sergio Bianchin, gli studenti della scuola media Ezio Giacich di Monfalcone e quelli del Collegio del Mondo Unito di Duino.
Un messaggio rivolto alle nuove generazioni, affinché siano faro in un futuro senza conflitti né vittime. Ed è proprio ai giovani che si è rivolta la cerimonia, grazie alla partecipazione della scuola secondaria di primo grado “Giacich” di Monfalcone e del Collegio del Mondo Unito di Duino, le cui studentesse hanno aperto la cerimonia con lo slogan «insieme possiamo costruire un mondo più pacifico e sostenibile. Per noi e per chi verrà dopo di noi».
«Forse chi ha perso la vita nel passato non immaginava che nella giornata di oggi avremmo dovuto parlare delle vittime civili di guerra dei giorni nostri, di quelli che vengono chiamati ‘effetti collaterali’ - sono le parole di Venni – che sono famiglie, bambini, madri e padri a cui viene strappato il bene più prezioso: il futuro.Se siamo in questa situazione oggi, significa che fino a qui qualcosa non ha funzionato. Quindi mi rivolgo a voi ragazzi: che questa cerimonia non sia fine a sé stessa».
«Prendetevi nella vita di tutti i giorni un momento di riflessione per ragionare anche su queste cose – continua Venni - solo con l’apertura d’animo e di cuore certi messaggi possono diventare patrimonio dell’umanità. Solo allora, nascerà il germoglio». Nel ringraziare l’amministrazione comunale per aver accolto l’invito, Negri ha affermato: «La nostra associazione ha voluto essere la casa comune di tutti gli italiani vittime della guerra e informare la società civile sulle conseguenze dei conflitti».
«Lo facciamo andando nelle scuole, coinvolgendo i giovani e raccontando ciò che è stato e ciò che è. Sono 31 i paesi che hanno dei conflitti armati nel loro territorio e 33.246 morti nel 2023, un bambino su sei vive in zone di guerra, i conflitti armati sono tra i principali fattori di mortalità infantile. Siamo qui perché si possa pensare a un futuro migliore».
«Dietro ad ogni morto ci sono delle famiglie, dei cari – sono le parole del prefetto Ricciardi - noi non siamo stati in grado di portare avanti questo messaggio: ecco perché ci rivolgiamo a voi, alle nuove generazioni. Perché la volontà di pace passi attraverso i gesti e la collaborazione per una società civile in cui le guerre non trovino spazio».
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