Il mito del giornalismo Ugo Casiraghi compie cent'anni, firma del cinema che amava Gorizia

Il mito del giornalismo Ugo Casiraghi compie cent'anni, firma del cinema che amava Gorizia

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Il mito del giornalismo Ugo Casiraghi compie cent'anni, firma del cinema che amava Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 20 Feb 2021
Copertina per Il mito del giornalismo Ugo Casiraghi compie cent'anni, firma del cinema che amava Gorizia

Trasferitosi qui nel 1979, si è spento nel 2006. Oggi il suo passato è conservato nella Mediateca di piazza Vittoria.

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Era il 20 febbraio 1921 e a Milano nasceva Ugo Casiraghi (nella foto), destinato a diventare uno dei critici cinematografici più famosi d'Italia nel Novecento. Il suo nome è strettamente legato a Gorizia, città in cui si è spento nel 2006 e che aveva scelto come casa, vivendo nel suo appartamento in piazza della Vittoria, insieme alla sua immensa biblioteca da 8mila volumi. Oggi quel passato è testimoniato dalla vicina mediateca che porta il suo nome, all’imbocco di galleria Bombi e che, a un secolo di distanza dalla sua nascita, rende omaggio alla celebre firma, raccontando anche il cinema che lo stesso Casiraghi ha descritto nelle sue recensioni.

Redattore de L’Unità fin dal 1947, lasciò il giornale del Partito comunista - a cui lui steso fu iscritto - trent’anni dopo, decidendo di prendere altre strade. Iniziò quindi a pubblicare su Panorama, giornale in lingua italiana di Fiume, mentre dal ’79 si trasferì definitivamente in riva all’Isonzo. Appena due anni prima, era stato insignito del premio giornalistico milanese “Premiolino”, per le sue corrispondenze dal Festival di Cannes. Tra le opere che recensì e che oggi la stessa Mediateca ricorda, suggerendone la riscoperta, ci sono “Kuhle Wampe oder Wem gehört die Welt?” (1932) di Slatan Dudow e “La camera verde” (1978) di François Truffaut.

In epoca più recente, da ricordare anche “Oh! Uomo” (2004) di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. “La storia di Casiraghi - scrive la Mediateca in una nota, indirizzata ai suoi utenti - il è quella di un giovane di umile estrazione che con intelligenza e caparbietà riuscì dapprima a conseguire la maturità classica e poi, dopo mille peripezie, anche la laurea in lettere alla Statale di Milano. Il conseguimento della tesi è, allo stesso tempo, l'atto finale e quello iniziale di un percorso formativo e professionale. Il piccolo Ugo ha la passione del cinema nel sangue, sin da piccolo”. Nel 1936, all'età di 15 anni, iniziò a frequentare le sale, incuriosito da quel mondo.

Lo faceva anche “più volte alla settimana ma, a differenza di tanti suoi coetanei che condividevano con lui il piacere per la settima arte, si avvicina al cinema con rispetto, rigore, metodo”. A contraddistinguere la sua carriera è il fatto “più unico che raro nell'editoria cinematografica” che le sue più importanti pubblicazioni “sono uscite postume, grazie all'interessamento delle realtà che gravitano attorno al Palazzo del Cinema di Gorizia”.Tra i titoli: Naziskino, ebrei ed altri erranti (2010), Il cinema del Calendario del Popolo (2017); Il realismo nell'arte cinematografica (2019). Quest’anno, peraltro, sono attese due nuove uscite “che riveleranno altri aspetti” della sua opera.

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