La situazione
Riapre la Sinagoga di Gorizia, lavori per 270mila euro. A breve un accordo per la valorizzazione

Tra le progettualità anche un nuovo musical che racconterà vita e opere dell'artista e poeta Michelstaedter.
«Un tassello importante per la nostra città». Così il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, questa mattina durante la conferenza stampa di annuncio della riapertura della sinagoga cittadina che da martedì 1 sarà nuovamente accessibile, dopo i lavori di riqualificazione che hanno riportato l'edificio al suo fascino originario. Le giornate di apertura del tempio di via Ascoli saranno martedì, venerdì e domenica, dalle 10 alle 18, con ingresso libero. Sarà visitabile anche nelle festività del 15 agosto, 1 novembre e 26 dicembre, con lo stesso orario, mentre sono previste chiusure il 24, 25 e 31 dicembre. La gestione delle aperture è stata affidata a ISO COOP Società Cooperativa Sociale.
Per organizzare al meglio le visite guidate, il Comune sta definendo un calendario insieme a Promoturismo. La Sinagoga sarà inserita in una serie di percorsi dedicati all'approfondimento di una pagina di grande importanza per la storia della città, così come accade già con le strade circostanti che appartenevano al ghetto. Procedono intanto i lavori per rendere ancora più fruibile e aggiornata la sala dedicata al filosofo goriziano Carlo Michelstaedter e per mettere a punto il nuovo allestimento del museo "Gerusalemme sull'Isonzo".
Gorizia ha avuto storicamente accertata la presenza di una comunità ebraica fin dal XIII secolo. Il primo insediamento cittadino è testimoniato nella "terra di sotto" ai piedi del Colle del Castello, nel vicolo che a tutt'oggi conserva l'antico toponimo di Cocevia. Della fine del XVII secolo poi, per volontà dell'Imperatore Leopoldo I, fu istituito il Ghetto di Gorizia dove gli ebrei praticavano le loro attività commerciali, bancarie e manifatturiere legate alla lavorazione della seta. In questo contesto, nel corso dei secoli, molti studiosi e letterati ebrei si guadagnarono ampia fama tanto da far conoscere Gorizia come la "piccola Gerusalemme sull'Isonzo".
Pur non essendo mai una comunità molto numerosa, quella ebraica fu per la storia della città una presenza importante nell'ambito della borghesia cittadina sotto il dominio asburgico quasi totalmente irredentista: molti i protagonisti della Comunità che aderirono all'idea nazionale italiana almeno fino al 1938. ovvero fino all'emanazione delle leggi razziali.
Con l'occupazione nazista, il 23 novembre 1943, tutti gli ebrei rimasti in città furono deportati ad Auschwitz e pochissimi fecero ritorno. Nel 1969 la decimata Comunità goriziana si unì a quella di Trieste. Costruita nel 1756, la Sinagoga fu utilizzata dalla Comunità ebraica di Gorizia fino a quell'anno. Nel 1978 la Comunità di Trieste donò l'edificio in abbandono al Comune, perché lo restaurasse e lo destinasse ad attività culturali riguardanti l'ebraismo: dopo una serie di importanti lavori di restauro la riapertura del Tempio avvenne nel 1984. Attualmente il Tempio non è adibito al culto.
La Sinagoga, di rito askenazita, fu costruita nella seconda metà del XVIII secolo: nel 1894, a fronte dell'abbattimento di alcune case del Ghetto, fu realizzato il cortile d'accesso preceduto dal portone coronato da un frontone che si affaccia tutt'oggi sulla via Ascoli. Entrando una lapide ricorda gli ebrei deportati nel '43 e accanto si può ammirare una scultura dedicata di Simon Benetton. Il Tempio conserva la profonda suggestione di un luogo fuori dal tempo visto che poche modifiche sono intervenute dal Settecento: l'ampia sala è sovrastata da un sontuoso matroneo ligneo a balconata e, grazie ad ampie finestre e due splendidi lampadari in ferro battuto, la Sinagoga è particolarmente luminosa. A lato troviamo i banchi lignei dei fedeli e sulla parete di fondo il tabernacolo costituito da quattro colonne tortili in marmo scuro è protetto da una balausta in ferro battuto e dorato: all'interno veniva posto il rotolo delle
Scritture durante i riti. Sacre Scritture ovvero la Torah mentre sul lato opposto una pedana rialzata per chi legge le Dietro l'edificio il giardino è intitolato a Bruno Faber, il neonato goriziano deportato nel '43 ad Auschwitz, da cui non fece ritorno.
Nella presentazione di stamattina il primo cittadino, Rodolfo Ziberna, ha ricordato le varie iniziative di valorizzazione delle figure della comunità ebraica, da Carlo Michelstaedter, sul quale recentemente è stato realizzato un docufilm a cura di Massimiliano Finazzer Flory e che sarà presentato all’Amidei il 24 luglio, fino a Graziadio Isaia Ascoli.
Si tratta di un intervento da 270mila euro (di cui 250 da fondi regionali e 20mila da fondi propri del Comune) che ha riguardato la messa in sicurezza dell’edificio, «in particolare il tetto e le murature con alcune travi che, per un intervento non adeguato effettuato negli anni ’60 del Novecento la struttura stessa era stata appesantita. Sono stati messi in sicurezza gli infissi in attesa di un ulteriore intervento», ha raccontato l’architetto Paolo Volpi Ghirardini.
Se l’assessore alla cultura, Fabrizio Oreti, si è detto felice della notizia, il vicesindaco Chiara Gatta ha ribadito che nella riapertura saranno coinvolti anche i giovani e sarà realizzato un apposito fumetto.
Grazie, poi, alla collaborazione del Kulturni Center Lojze Bratuž, come ha spiegato Danjela Klanjscek saranno proposti due progetti su Carlo Michelstaedter, «il primo finanziato dalla fondazione Carigo e il secondo all’interno degli Small Project Fund». Per il primo il valore è di circa 20mila euro a fronte di un contributo di circa 8mila euro e prevedrà alcune conferenze sul tema oltre che la presenza di una statua vivente del filosofo e artista che, posizionata in alcuni luoghi della città, racconterà a turisti e la figura di Michelastaedter, invogliando alla visita di luoghi di interesse della città.
Il secondo, Go Stories, all’interno di tre percorsi misti teatrali-musicali, vedrà uno dei tre proprio su Michelstaedter: “La furia del mare”, per l’aiuto drammaturgo di Jasmin Kovic, vedrà musiche originali composte da Stefano Sacher e sarà proposto in italiano con sottotitoli in inglese e sloveno.
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