Riapre il loculo di famiglia a Gorizia, scopre le ossa del padre in un sacco nero

Riapre il loculo di famiglia a Gorizia, scopre le ossa del padre in un sacco nero

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Riapre il loculo di famiglia a Gorizia, scopre le ossa del padre in un sacco nero

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 28 Giu 2024
Copertina per Riapre il loculo di famiglia a Gorizia, scopre le ossa del padre in un sacco nero

La vicenda risale all'anno scorso, conclusasi poche settimane fa richiudendo nuovamente loculo dove oggi riposano i genitori e la nonna di Bogatai.

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Era ritornato a Gorizia per "riunire" la famiglia in un unico loculo all’interno del Cimitero centrale, facendo così riposare insieme i propri genitori e la defunta nonna. Alessandro Bogatai, però, ha scoperto che l’urna in cui erano conservati i resti del padre Stanislao, venuto a mancare nel 1955, era stata rimossa e al suo posto era rimasto un sacchetto nero (nella foto), come quelli della spazzatura. Ai servizi funebri e cimiteriali del Comune, il diretto interessato ha segnalato che «la cassetta in zinco era stata messa lì già nel 1996».

All’epoca, infatti, l’uomo decise di mettere insieme le spoglie del padre con quelli della madre che era da poco morto. Ha quindi fatto traslare le ossa del genitore dal suo precedente spazio, sempre all’interno del camposanto, per collocarle dentro un’urna da depositare nello stesso loculo dove si trovava la bara della madre Itala. «La cassetta era stretta e piccola - ricorda Bogatai - eravamo lì in diverse persone che possono testimoniare che è stata messa lì e il loculo venne chiuso, utilizzando la malta per sigillare il tutto».

A distanza di 27 anni, verso la fine dell’anno scorso è arrivata quindi la decisione di inserire anche le ceneri della nonna nello stesso spazio. Ritornato nella città natale da Venezia, dove l’uomo vive da anni, ha però trovato una scena inaspettata: «Avevano rotto la piastra con i nomi e c’era un sacchetto nero con i resti di mio padre. Mi hanno detto che quello c’era già ma non è vero, anche perché i sacchetti delle pompe funebri hanno colore diverso e un materiale più consistente. Aveva ancora le pieghe come quelli di un sacchetto nuovo».

Alla replica del coordinatore del cimitero per cui la cassetta non sarebbe potuta entrare, viste le dimensioni dell’anfratto, l’interessato ha spiegato che quell’urna era di piccole dimensioni. «Ci hanno detto - prosegue - che hanno aperto davanti di noi il loculo, invece era già tutto aperto». La posizione della cooperativa che gestisce l’area è stata confermata anche dagli stessi servizi cimiteriali del Comune. «Ho preferito non far alcuna denuncia - ammette l’uomo - ma alla fine, insieme ad altri parenti, abbiamo deciso di far cremare le ossa di mio padre».

Una decisione presa anche per non mantenere ciò che rimaneva dentro quel sacco nero, affidandosi così al tempio crematorio di Cervignano. Alla fine, la storia si è conclusa qualche settimana fa con la nuova deposizione dell’urna dentro lo stesso loculo, insieme a quello della nonna. «Non si possono trattate i morti con dei sacchetti della spazzatura, serve più rispetto della gente» è la chiosa amara di Bogatai. Dal canto suo, il Comune - contattata dalla nostra redazione - ha confermato la regolarità del lavoro svolto dagli operai incaricati, non rilevando irregolarità.

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