la consegna
I retroscena della politica a Gorizia, il premio Santi patroni a Brancati

L'ex esponente della Dc ha raccontato il suo progetto sull'ospedale provinciale, poi bocciato.
Alla soglia degli 84 anni, Mario Brancati dimostra grande lucidità e profonda analisi. Un assaggio ne ha dato ieri sera, dopo la consegna del “Premio Santi Ilario e Taziano - Città di Gorizia”, arrivato alla 22esima edizione. A Palazzo De Bassa, l’ex esponente della Democrazia cristiana e presidente regionale dell’Anffas è stato insignito del riconoscimento che ogni anno viene dato a un goriziano che si è distinto per il proprio impegno sociale, culturale e politico. Insieme a lui, sono stati premiati anche Enzo Bevilacqua, storico presidente della Camera di commercio cittadina e la Croce verde goriziana.
Quest’ultima ha toccato nel 2022 i suoi 100 anni di attività, con diverse iniziative in programma. Per l’occasione, la targa è stata ritirata dal presidente Flavio Duca e alcuni volontari, parte dei circa 200 componenti tra medici, infermieri e altre figure. Assente invece Bevilacqua, classe 1948, sostituito dal figlio Stefano che ha letto una lettera di ringraziamento del genitore. Nel testo, l’ex dirigente - definito il “padre dell’Università a Gorizia” - ha ricordato quanto fatto per lo sviluppo del territorio cittadino e provinciale, con un programma di sviluppo avviato 35 anni fa e aperto alle diverse parti sociali.
Bevilacqua ha quindi invitato a non perdere l’occasione offerta dalla Capitale europea della cultura 2025 per un nuovo slancio locale. Invito fatto proprio dallo stesso Brancati, che dialogando con Mauro Ungaro, direttore di Voce isontina, ha lanciato l’appello affinché ci sia un’unità nella visione politica. Soprattutto dopo le imminenti elezioni. È stata anche un’occasione per ricordare, non senza emozionarsi, quanto fatto dalla fine degli anni Sessanta per migliorare la condizione dei portatori di handicap. “Fino al 1969 - ha spiegato - il disabile era visto come un malato”, giungendo fino al ricovero in ospedale psichiatrico.
In quel periodo, l’Anffas organizzò un convegno a Gorizia con le diverse istituzioni e iniziò a cambiare la visione: “La disabilità non è un problema privato ma sociale, se ne deve far carico la comunità”. Il suo lavoro sul tema - dopo essere entrato nella Dc nel 1962 - ha così iniziato a mettere i paletti anche su una diversa concezione della sanità e dei servizi sociali, rendendo il capoluogo un esempio in Italia. Tra un mese, peraltro, si discuterà in Parlamento la riforma della legge quadro sul tema: “Il disabile deve essere protagonista della propria vita, grazie anche a piccoli appartamenti indipendenti che lo rendano autonomo”.
Come assessore regionale competente, inoltre, scrisse la legge che istituì il 118. Concetto che oggi appare basilare, ma che all’epoca risolse il problema critico delle ambulanze che giravano a vuoto tra gli ospedali, alla ricerca di un posto libero per il ricovero. Il tema sanità ha fornito l’assist per un’analisi attuale sul San Giovanni di Dio, partendo sempre da qualche anno addietro. “La mia idea era di un ospedale provinciale unico - ha raccontato - con tutte le specialità. Sarebbe dovuto essere collocato a Gradisca, vicino all’autostrada”. Contro il progetto furono il sindaco goriziano Scarano e il Pci a Monfalcone.
“C’erano 60 miliardi di lire da destinare a Gorizia da parte del governo ma vennero stralciati e dati in parte al San Polo e al Maggiore di Trieste. Fu un errore, oggi abbiamo due mezzi ospedali”. Brancati guarda anche a una perdita di rappresentanza politica del Goriziano, iniziata nel 1993 con la fine del suo mandato. Ad esempio della rilevanza della città, l’ex democristiano ha ricordato la corsa per scrivere gli emendamenti da presentare a Roma prima della discussione sulla legge delle Aree di confine, inizialmente studiata solo per Trieste. Oggi “il 2025 è un’occasione che capita una volta nella vita, ora serve una visione comune”.
"Mario Brancati merita questo grande 'grazie' - le parole dell'assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari -, non solo per la sua attività amministrativa, poiché è stato un amministratore serio e puntuale, ma anche per la sua instancabile e mirabile attività sociale. Gorizia si sta preparando, insieme a Nova Gorica, a essere Capitale europea della cultura nel 2025: ecco, Brancati non ha mai rinunciato alla cultura, tanto che negli ultimi anni si è laureato in storia. Chi si occupa della storia si occupa dell'umanità, dell'umanità vera. Se tutti studiassero la storia fino in fondo, forse quello che sta accadendo ai confini con l'Europa non sarebbe mai accaduto".
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