Botta e risposta
Errori nel regolamento ormeggi, continua la querelle politica a Grado

Il testo è stato corretto e nuovamente pubblicato. Reverdito di OpenGrado punta il dito verso l'amministrazione mentre il sindaco Kovatsch si difende con un lungo comunicato.
Continua a tenere banco la questione relativa al Regolamento ormeggi a Grado. Botta e risposta, in queste ore, tra amministrazione comunale e opposizione. Quest’ultima, di fatto, ha accusato, sostanzialmente, un iter “a dir poco rocambolesco” per l’approvazione. “portato una prima volta in consiglio mesi e mesi fa e subito ritirato con motivazioni quasi romanzesche con retroscena velati da minacce di morte poi rivelatesi semplicemente mera incapacità di condivisione dei contenuti con la cittadinanza”, così Greta Reverdito, consigliere comunale di opposizione tra le fila di OpenGrado.
“Durante il consiglio inoltre sono state più e più volte messe in evidenza le ingarbugliate modalità di gestione del regolamento in Commissione Regolamenti, le farraginose modalità di presentazione degli emendamenti in Aula ed infine, le probabili conseguenze di incorretta trascrizione del testo finale, testo che ricordiamo determinerà le modalità di concessione degli ormeggi in futuro. Come sempre, noi consiglieri di minoranza siamo stati sbeffeggiati e sminuiti”, così ancora Reverdito che punta il dito su quanto pubblicato all’albo pretorio comunale: “Il testo finale del sofferto Regolamento ormeggi pubblicato sull'Albo Pretorio del Comune di Grado non è quello corretto, ovvero quello votato e approvato in Consiglio Comunale”. Reverdito si chiede il perché dell’assenza di “errata corrige” dai canali ufficiali comunali.
Gli stessi, proprio ieri, hanno pubblicato sui social e sul sito ufficiale del comune un lungo comunicato firmato dal sindaco, Claudio Kovatsch, nel quale ripercorre le tappe della stesura del regolamento e i vari passaggi burocratici. Regolamento, evidentemente, necessario in quanto dei tre regolamenti esistenti stabilivano che “i concessionari, singoli e riuniti in Associazione, avrebbero dunque dovuto essere tutti residenti. La verifica effettuata dagli uffici all’inizio di questo anno non ha certificato questa situazione”.
“Se il rispetto del criterio della residenza risulta confermato per gli ormeggi singoli (184 su 577 complessivi), non lo è stato per i 393 ormeggi concessi alle Associazioni. Nelle Associazioni risultano infatti numerose presenze di assegnatari non residenti, ancorché abitanti e proprietari di “seconda casa” e anche una presenza non trascurabile di soci che non hanno alcuna relazione territoriale con Grado; un’associazione non aveva perfino la sede legale né operativa a Grado. Pur tuttavia nei numerosi incontri con le Associazioni si è compreso che in esse era e permane forte il convincimento di essere in una situazione di piena legalità, avvalorato dal fatto che nessuna contestazione né alcuna verifica sulla condizione di residenzialità è stata fatta, men che meno sulla sussistenza delle condizioni economiche. La conclusione è che i singoli concessionari erano tutti residenti, diversamente che nelle associazioni, che tuttavia si considerano in situazione di legalità. Dunque, delle due l’una: o eravamo in presenza di una consuetudine, un uso pur recente, ancora non codificato, che considera “abitante” almeno il proprietario di seconda casa, oppure eravamo in una situazione di diffusa irregolarità/abuso”, così ancora la nota, che precisa come a gennaio “scelto di avviare un percorso partecipato anche con le Associazioni che rappresentavano il contesto di maggiore problematicità”.
Volendo riassumere, la commissione consiliare statuto e regolamenti si è riunita il 2 agosto dopo una delibera di giunta del 4 luglio che aveva approvato una “Proposta di Regolamento comunale per la concessione beni destinati all’ormeggio di mezzi nautici in ambito lagunare”. A ciò è seguito, il 10 agosto, il consiglio comunale vero e proprio.
Nello stesso consiglio, precisa la nota, “sono stati esaminati nove emendamenti, di cui otto presentati dalla consigliera Elisa Polo relativi agli argomenti esaminati con voto unanime favorevole da tutti i consiglieri presenti in Commissione, e uno presentato dal sindaco. Nessun consigliere di opposizione ha presentato emendamenti. Il risultato della votazione per singolo emendamento ha dato esito favorevole con il voto dei consiglieri di maggioranza e l’astensione dei consiglieri di opposizione presenti in aula. Dopo la votazione degli emendamenti si è proceduto alle dichiarazioni di voto della proposta di deliberazione, relativa al “Regolamento” emendato: in particolare sono intervenuti il consigliere Raugna il quale ha esposto le proprie valutazioni in ordine all'uso civico, e il consigliere Fabris che ha illustrato le proprie motivazioni e ha espresso dichiarazione di voto a nome di tutto il suo gruppo di appartenenza comunicando la non partecipazione al voto, allontanandosi di conseguenza dall'aula”. Regolamento, poi, approvato “senza alcun voto contrario con i voti dei consiglieri di maggioranza, non avendo partecipato al voto i consiglieri di opposizione”, così ancora la nota.
Il regolamento è stato pubblicato all’albo pretorio il 25 agosto e già il sabato seguente, 27 agosto, “l’assessore Danese ha ricevuto una comunicazione via WhatsApp da parte di due presidenti di altrettanti associazioni che lo informavano di aver “riscontrato alcune difformità nel regolamento pubblicato all’Albo Pretorio”. L’assessore ha ricevuto nella sede del Municipio i due presidenti il 27 agosto per verificare quanto segnalato e si è accertato “che in sede di collazione dei testi due punti del regolamento non risultavano riprodotti. Il 31 agosto l’assessore e il dirigente di settore, Stefano Re si sono premurati di illustrare ai precitati presidenti di associazione la versione completata nei punti non riprodotti. Infine, il dirigente ha inoltrato la versione completata nei punti non riprodotti per la pubblicazione agli uffici della Segreteria del comune il 2 settembre. A conferma di tale adempimento è stata richiesta una specifica relazione al dirigente”, precisa la nota. Poi, adempimenti burocratici e l’atto è stato pubblicato corretto il 9 settembre.
“Queste le vicende dell’approvazione del “Regolamento” che consentirà di chiudere situazioni pregresse molto complesse e non adeguatamente governate in precedenza. Per quanto sopra si deve ritenere senza alcun fondamento qualsiasi illazione di stravolgimento degli atti, di dover respingere le affermazioni apparse su sito web che il “Regolamento” sia stato taroccato, e comunque ogni domanda se ‘Questo sbaglio è davvero frutto di una svista o è voluto?’ perché contrastanti con i fatti, gli atti formali e la correttezza istituzionale dell’attuale Giunta”, conclude la nota.
Immediata la replica di Reverdito: “Il sindaco Kovatsch pubblica un lunghissimo comunicato sul sito istituzionale del Comune di Grado in cui propone una sua personale interpretazione sull’iter approvativo del suddetto regolamento, per arrivare alla conclusione che quanto pubblicato sull’albo pretorio da 15 giorni sotto la voce "Regolamento Emendato" non era corretto. Esattamente come abbiamo sottolineato in più occasioni noi consiglieri di minoranza”, conclude Reverdito.
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