Leggi, immigrazione e islam: scontro acceso nella politica a Monfalcone

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botta e risposta

Leggi, immigrazione e islam: scontro acceso nella politica a Monfalcone

Di I.B. • Pubblicato il 01 Dic 2023
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Rimane acceso lo scontro politico sul tema immigrazione in città, Calligaris attacca: «Sinistra ignora gravi problemi della città». Replica dall'opposizione.

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Non si ferma la querelle innescata a Monfalcone sul caso dei centri culturali islamici, utilizzati per la preghiera dai fedeli di religione musulmana. “È vergognoso il modo con il quale gli esponenti dei partiti della sinistra monfalconese, all’unisono, continuano ad affrontare una delle maggiori questioni cittadine: quella della presenza di una comunità islamica che rifiuta ogni processo di integrazione e il rispetto delle norme che regolano il convivere civile”, tuona Antonio Calligaris, capogruppo in Regione della Lgea, rispondendo ai colleghi d'Aula Moretti e Bullian.

"La sinistra dimostra di ignorare i gravi problemi che affliggono Monfalcone in conseguenza di un afflusso incontrollato di stranieri favorito dalla loro inerzia del passato che ha portato nel nostro contesto le peggiori pratiche di sopraffazione delle donne, i ripetuti abusi che hanno riguardato i sovraffollamenti, le inaccettabili condizioni igieniche dei loro negozi e le violazioni delle norme urbanistiche e sull’ordine pubblico legate ai due centri islamici”, prosegue Calligaris.

“Nella polemica pregiudiziale nei confronti del sindaco Cisint, che interpreta le istanze della grande maggioranza dei monfalconesi, trascurano i principi di legalità che tutti sono chiamati a rispettare e danneggiano la stessa comunità islamica strumentalizzata per i loro fini di opposizione. Prendendo a pretesto un episodio disdicevole che nessuna persona di buon senso può giustificare, gli esponenti di sinistra sostengono l’indifendibile: il fatto cioè che il Comune avrebbe dovuto rinunciare a garantire i regolamenti che disciplinano le autorizzazioni urbanistiche e ignorare le questioni di incolumità pubblica e sicurezza segnalati dalla cittadinanza e riscontrati dagli uffici della polizia municipale che hanno rilevato casi in cui negli spazi angusti di questi centri sono state ospitate sino a mille persone”, conclude Calligaris.

La risposta di Moretti e Bullian non si è fatta aspettare: "La prima questione che ricordiamo al consigliere regionale della Lega Antonio Calligaris è che Anna Maria Cisint amministra il Comune di Monfalcone dal 2016 e Massimiliano Fedriga la Regione Fvg dal 2018: tutti i problemi che lo stesso Calligaris cita per la città dei cantieri sono ancora irrisolti, anzi aggravatisi, perché non c'è stata una volontà amministrativa di gestire una convivenza, che può rappresentare un processo complesso, ma altrettanto inevitabile", così i due consiglieri regionali.

"L'alternativa è arrivare allo scontro di civiltà - sostengono i due esponenti di opposizione -, con i rischi per la coesione sociale e per l'ordine pubblico, ai quali ci sta esponendo chi esaspera i toni. Inoltre, la Lega in questi ultimi anni è stata più volte anche al governo senza mutare minimamente la situazione a Monfalcone: in altre parole, il governo cittadino e regionale a trazione leghista e quello statale non sono stati capaci di risolvere i problemi di Monfalcone segnalati da Calligaris, dunque ne esce una conferma della nostra tesi che parla di un fallimento completo sul tema migranti, che peraltro hanno superato in questi stessi anni il 30% della popolazione locale".

"Patetica l'accusa che ci rivolge Calligaris, di aver strumentalizzato la comunità islamica per i nostri scopi di opposizione: sarebbe molto più semplice ai fini del consenso, anche se profondamente sbagliato, fomentare le paure verso il diverso e l'islamofobia come fanno i sovranisti di destra. Invece noi continuiamo a parlare di dialogo interreligioso e rispetto reciproco. Ricordiamo che nel 2022 è stata la Cisint e la coalizione di destra a candidare una persona bengalese, risultata poi eletta, che ha dichiarato, come riportato sui media, che avrebbe tagliato le dita a chi non lo votava. Anzi, ci chiediamo cosa pensi il consigliere Sarkar di questa situazione venutasi a creare a Monfalcone".

"Mentre tutti dovremmo lavorare per l'emancipazione femminile attraverso l'integrazione, a Calligaris non interessa affatto la tutela delle donne bengalesi in quanto individui, come dimostrano i maldestri tentavi di osteggiare perfino i ricongiungimenti familiari, evitando di fatto che siano visibili in città a Monfalcone, l'unica loro vera preoccupazione. È meglio, infatti, una donna di religione islamica che inizia a uscire a Monfalcone con indumenti tradizionali o è preferibile rimanga relegata in casa o in Bangladesh, mentre avrebbe la volontà di uscire e di ottenere il ricongiungimento familiare? Riteniamo che Calligaris in realtà preferisca la seconda opzione - commentano ancora il civico e il dem -, ma allora non finga preoccupazione per le donne bengalesi".

"Come rivelano altri precedenti, proibire la preghiera di gruppo in luoghi pubblici ottiene effetti contrari e tendenzialmente radicalizza le posizioni. In ogni caso è preferibile conoscere i luoghi di aggregazione sociale, piuttosto che ghettizzare la pratica religiosa in spazi privati, anche in un'ottica di corretta supervisione da parte delle Forze dell'Ordine”, concludono.

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